L'ex portiere di Cremonese e Benevento Marco Paoloni, ascoltato per sei ore e mezzo dai magistrati a Cremona, chiarisce la sua posizione: "Mai mosso un dito per far perdere le mie squadre". Il Gip dispone le prime scarcerazioni. Il Pm Di Martino: "Presto convocati Doni, Bettarini e gli altri"
CREMONA - E' stato il giorno di Marco Paoloni, il calciatore ritenuto il perno su cui ruotava l'intero sistema di scommesse truccate. Per l'ex portiere di Cremonese e Benevento, tanti i punti da chiarire, a cominciare dalla presunta somministrazione di un tranquillante ai compagni prima del match Cremonese-Paganese del 14 novembre 2010. Paoloni è stato ascoltato per circa sei ore e mezzo, e secondo quanto affermato dal legale, Emanuela Di Paolo "ha chiarito la sua posizione e negato ogni responsabilità in merito all'ansiolitico somministrato ai suoi compagni di squadra ("qualcuno mi voleva incastrare"). E' uno scommettitore accanito ma faceva scommesse lecite, non ha collaborato, ha detto che scommetteva, queste persone gli dicevano che c'erano altri che giocavano sui suoi consigli. E' una vittima del suo vizio e accanimento al gioco. Lui faceva solo dei pronostici, gli unici contatti erano con Erodiani. I colleghi calciatori? Ovviamente li conosceva, ma non ha mai utilizzato queste conoscenze ai fini delle scommesse". Il legale ha anche spiegato come Paoloni abbia tenuto in mano per tutta la durata dell'interrogatorio le foto di moglie e figlia.
"MAI FATTO NULLA PER PERDERE" - In sostanza, secondo quanto si apprende, Paoloni nega ogni addebito: "Non ho mai mosso un dito per far perdere le mie squadre". Paoloni, in pratica, si sentiva braccato dal gruppo di scommettitori ai quali doveva una ingente somma di denaro a seguito di un addebito contratto con loro negli anni scorsi,
e sarebbe entrato nel giro delle scommesse nel settembre scorso, millantando conoscenze che non aveva, assicurando di poter far perdere la proprie squadre. "In realtà non ho mai fatto nulla per questo e se in qualche occasione ho subito qualche gol sospetto è frutto della casualità del calcio" avrebbe detto.
da Repubblica.it