Sará una settimana intensa di lavoro per il direttore generale D’Eboli intento a costruire dalle fondamenta la rosa della Paganese, chiamata a disputare il prossimo campionato di Seconda Divisione. Fino a prova contraria gli azzurri si dovranno cimentare, a distanza di quattro anni, di nuovo con l’ultima categoria professionistica lasciata con un dolce ricordo, dopo appena un anno. La prova contraria sarebbe la riammissione in Prima Divisione, anche se l’avvocato Chiacchio che ha presenziato alla conferenza stampa di sabato scorso ha lasciato poche speranze su questa possibilitá Con l’animo quasi in pace su questo versante e in attesa degli sviluppi che emergeranno agli inizi di agosto, il direttore D’Eboli, al momento, ha ben altre cose a cui pensare. Innanzitutto bisogna ufficializzare l’allenatore che, a meno di clamorosi colpi di scena, dovrebbe essere Gianluca Grassadonia, giovane tecnico con esperienze forgiate nell’ultima stagione in serie B della Salernitana per poi passare sulla panchina di un’altra nobile decaduta, la Casertana, in serie D nello scorso campionato.
Manca solo il nero su bianco e qui bisogna attendere i tempi tecnici, in parte brevi vista la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il presidente Raffaele Trapani. Occupata la casella riguardante la panchina, D’Eboli dovrá cercare, in questa settimana che divide dalla partenza per il ritiro di Acquasanta Terme, di comporre la rosa che dovrá essere di 22 elementi. Una parte dovrá essere formata dai famosi under. E per accedere al minutaggio proposto dalla Lega, quest’anno per la Seconda Divisione s’impone lo schieramento di tre calciatori obbligatori in campo classe 1991. L’operatore di mercato, ritornato a Pagani dopo un anno e mezzo, ha le idee chiare. Spina dorsale esperta con Petrocco che - raggiunto l’accordo economico - dovrebbe essere il primo tassello tra i pali. Della passata stagione in organico è rimasto Casisa, verso la risoluzione e Tortori, che partirá per il ritiro in attesa di offerte da valutare: su tutte Chievo e Reggina.
La Città di Salerno - Peppe Nocera