Poteva essere l'inizio di una fuga solitaria, l'occasione per lanciare alle inseguitrici un messaggio chiaro e definitivo, era il momento giusto per riaffermare e consolidare un primato fin'ora ampiamente meritato. Ma nel calcio spesso basta poco per demolire certezze, affievolire entusiasmi, far insorgere dubbi e perplessità.
Basta davvero poco anche la ricerca strana ed immotivata di stravolgere moduli, ruoli e caratteristiche dei singoli. Apprezzabili ed indovinate fino a Gavorrano le scelte di Grassadonia ma ieri le "intuizioni" del mister salernitano non sono state premiate dal campo: un 4-3-1-2 mai praticato, con l'aggravante che chi doveva attuarlo non ne aveva le caratteristiche. Centrocampo schierato a rombo con Tricarico vertice basso (il minore dei mali), Russo ed Acoglanis ai lati, Galizia vertice alto, in veste di rifinitore.
Si può sostenere che il bravo Sasà abbia la creatività e la fantasia del trequartista? Lui ha la forza, la potenza e l'incisività dell'incursore sugli esterni che da questo modulo sono completamente esclusi. Raramente, molto raramente, le corsie esterne sono state utilizzate dall'inadeguato Russo col supporto di Errico ed Acoglanis(???) con gli inserimenti di Balzano.
Una scelta, un atteggiamento tattico estremamente penalizzante evidenziato ancor più dopo la rete del vantaggio e la superiorità numerica. La presenza degli esterni offensivi poteva permettere di attaccare in ampiezza la difesa avversaria e costringerli alla resa definitiva. Riportare Galizia sull'esterno e l'inserimento di Orlando junior, dopo il pari di Varriale, è stata la dimostrazione, tardiva, che Grassadonia era stato frettoloso e poco razionale sulle scelte iniziali.
Gara da dimenticare, affiorano ingiustificati nervosismi e leggerezze insolite ma basterà poco per rimuoverli, non bisogna drammatizzare, il valore della squadra rimane elevatissimo, le ambizioni supportate da valori assolutamente indiscutibili. La speranza è che la Paganese giochi e si esprima per come è stata costruita. A cominciare dal prossimo delicatissimo derby di Eboli.
Sul piano dei valori individuali e collettivi non ci dovrebbe essere partita ma domenica in campo potrebbero essere decisivi e determinanti altri valori che prescindono dalle capacità tecniche. L'Ebolitana è in crisi societaria, in crisi di risultati, in difficoltà tecniche ed ambientali ma sarà ricca di motivazioni, voglia e rabbia di ritrovare identità e tranquillità. Gli eburini hanno, attualmente, limiti in tutti i reparti.
Un attacco estremamente anemico (il peggiore del girone, solo 7 gol) dove i giovanissimi D'Ancona, domenica squalificato, e Brosio non possono dare lo stesso contributo di esperienza ed insidiosità degli infortunati Pignatta e Palumbo.
Schierano una difesa di emergenza, per la grave assenza di Servi, che si avvarrà del duo De Pascale-Astarita, non il massimo come compatibilità. Sugli esterni difensivi Venneria, a destra, e Corsino, a sinistra, non certamente abilissimi nel contenere e molto poco propositivi. Il centrocampo sarà forse il reparto più valido e completo con il rientro di Toscano al fianco di Sekkoum, ricomponendo una coppia valida e complementare. Rientreranno gli ex Esposito ed Izzo, il primo a dare contributo dinamico a centrocampo, il secondo probabilmente affiancherà in avanti il generoso Broso. Una trasferta, per tantissimi motivi, certamente insidiosa ma bisogna cercare di superarla col piglio del più forte e la consapevolezza delle proprie potenzialità tecniche che erano e restano altamente competitive.
Carlo Vitiello per paganese.it