Un’inchiesta lunghissima, culminata con il deferimento
di 5 calciatori, 7 presidenti e 10 società di calcio. Un lavoro
certosino da parte della Procura Federale che ha portato all’inchiesta -
solo sportiva - denominata ‘Premiopoli’, riguardante i premi di
preparazione che alcune società avrebbe intascato senza averne diritto.
Stefano Palazzi, capo della Procura Federale, ha
chiuso le indagini con i deferimenti di nomi noti anche nel calcio
campano. Spunta, infatti, il coinvolgimento di Lorenzo Del Prete della
Nocerina, che all’epoca dei fatti era tesserato per il Frosinone; di
Alfredo Cariello del Neapolis Mugnano, ex Savoia e Nocerina, anche lui
coinvolto ai tempi del Frosinone; del portiere Armando Pantanelli ex
Paganese, dell’attaccante Francesco Millesi dell’Avellino coinvolto in
Premiopoli quando era al Catania e di Alessandro Manfrecola, presidente
della Real Partenope. Deferita la Paganese, per responsabilità oggettiva
per il caso Pantanelli. Deferite anche Frosinone, Ascoli e Catania,
oltre alle società che avrebbero “preparato” i calciatori, o dichiarato
di averlo fatto.
Il sistema serviva per ottenere i premi di
preparazione da parte delle società che tesseravano “giovani calciatori”
che in passato erano tesserati solo con lo status di “giovani”.
Insomma, viene riconosciuto un premio in denaro, secondo tabelle stilate
dalla Figc, a chi ha ha avviato alla pratica sportiva i calciatori che
poi debuttano nei campionati professionistici.
Il trucco, però, nasce quando nei comitati regionali
non è possibile risalire alla certificazione originale delle prime
società che hanno tesserato il giovane. A quel punto, in alcuni casi
anche con l’aiuto di faccendieri, si trovano società giovanili disposte a
dichiarare, attraverso la legge Bassanini dell’autocertificazione, che
quel giocatore ha militato in quel club giovanile e la società che lo fa
debuttare deve versare, a seconda del campionato di appartenenza, un
riconoscimento economico all’ultimo e al penultimo club per il quale il
calciatore è stato tesserato a partire dai 12 anni.
Diverso è, invece, il premio alla carriera che viene
riservato a tutte le società che per ogni anno hanno avuto il calciatore
a partire dai 12 anni e viene dato solo per il debutto in serie A. In
questo caso, molti club anche importanti, stanno facendo firmare rinunce
alle società giovanili che cedono i loro talenti, per evitare un
esborso maggiore in futuro nel caso in cui il calciatore dovesse avere
una carriera importante.