Doveva essere la settimana dei grossi nomi per l’Isola Liri, come annunciato nel dopo partita di Aversa di domenica scorsa, almeno due per rinforzare l’organico, ma ieri la società ha comunicato la rescissione contrattuale con l’attaccante Giancarlo Improta, un divorzio inaspettato e repentino che ha colto tutti di sorpresa: «Ma quale mercato? - tuona il presidente Augusto Pomi - qui non c’è un euro, anzi se qualcuno della rosa vuole andare via sappiano che nessuno si opporrà. Non ci giriamo intorno alle false promesse, siamo stati abbandonati da tutti, non c’è nessuno vicino a questa società ed a questa squadra, questa è la realtà. Se non fosse per quei 100 tifosi sempre presenti che ringrazio pubblicamente, ma per il resto non posso che essere rammaricato di una situazione che reputo assurda. La fine è dietro l’angolo, di cosa vogliamo parlare?». Il presidente dell’Isola Liri Augusto Pomi ci racconta l’incontro con il sindaco della città avvenuto nella serata di martedì: «Ho avuto un colloquio con il sindaco Luciano Duro alle 19 di martedì all’interno del palazzo comunale nel suo ufficio. Abbiamo parlato della cessione del titolo ad un’altra città limitrofa. Secondo lui il titolo non può essere ceduto, per me l’operazione è fattibile. Ci sono degli imprenditori di una città limitrofa (n.d.r. Pomi si rifiuta di fornire il nome del paese), che mi darebbero una mano per finire l’attuale campionato in cambio della promessa che il titolo, una volta garantita la C, lo porterò nella loro città. Mi piange il cuore non solo a pensarle, ma anche a dirle queste cose, ma al momento alternative non ce ne sono e sapete quanto io ci tenga ad Isola Liri». Per cui ora la squadra non avrà rinforzi? «E con quali soldi? - continua Pomi - con quelli promessi in aula consiliare da ex amministratori, che ora non rispondono più al telefono dopo aver promesso mari e monti ed avermi attirato in questa trappola insieme a Pierro? Solo una cosa chiedo a chi pensa ancora per la squadra. Venite al campo, fate coraggio a questi ragazzi, dateci morale, almeno per sentirci vivi. Non avrei mai pensato in una città come Isola Liri che il campo sarebbe diventato un deserto senz’anima, per me che ho conosciuto annate straordinarie e a questo punto credo irripetibili».
Il Messaggero