23.2.12

Contro l'Aprilia un'allarmante assenza di determinazione.

Rubrica Sotto la lente del direttore di paganese.it

E' giunto, purtroppo, il tempo di abbandonare i sogni di grandezza, è tempo di ridimensionare i malcelati sogni di ineguagliabile competitività. Le concorrenti per la promozione diretta si sono definitivamente, ed inesorabilmente, allontanate mentre si avvicinano, minacciose ed inattese, altre pretendenti alla lotteria play-off. Ma, al di la del risultato, contro l'Aprilia è emersa un'allarmante assenza di determinazione, una preoccupante apatia, una disarmante abulia mista ad una inammissibile rassegnazione. La debacle contro i laziali ha lasciato l'amara sensazione che la squadra stia smarrendo certezze e convinzione, ha evidenziato, ancora una volta, i limiti strutturali, l'assenza di alternative, l'inadeguatezza, anche numerica, dell' organico. Era una gara da vincere per continuare a sperare e, forse, ad illudersi e sognare. Ma è stata l'ennesima conferma che sarebbe meglio, molto meglio, calarsi in questa nuova, colpevolmente, ridimensionata realtà. Bisognerà non pensare più ad impossibili rimonte, ma temere le insidie di chi insegue; il loro entusiasmo, la spregiudicatezza, le motivazioni potrebbero ridurre ed anche annullare la reale, indiscutibile differenza di valori. Meglio applicarsi, liberi mentalmente da inopportune a dannose tensioni, alla ricerca di un identità tattica definitiva o anche alternativa vista la duttilità del gruppo e la riconosciuta sagacia del tecnico. Mister Palumbo, dopo la condivisibilissima esternazione di domenica scorsa, dovrà ritrovare in se stesso la sfrenata voglia di continuare ad essere il validissimo punto di riferimento tecnico ed umano di un gruppo comprensibilmente stordito da un percorso fattosi improvvisamente impervio e pieno di inaspettate insidie ma che conserva, comunque, individualità di rilievo in ogni reparto ed in grado di ritrovarsi e ridimostrare la sua alta competitività. I calciatori, dai più esperti ai più giovani, dovranno ritrovare slancio, determinazione, voglia insaziabile di lottare per raggiungere l'obiettivo ampiamente alla sua portata, senza rese incondizionate e fatalistiche. Ritorneranno vittorie ed entusiasmo solo se tecnico, squadra e società ritroveranno unità d'intenti, compattezza, e la consapevolezza che c'è tempo, voglia e mezzi necessari per il raggiungimento del traguardo finale. E la partita contro L'Aquila dovrà essere l'inizio di questo nuovo percorso che non bisognerà, in alcun modo, fallire. Gli ambiziosissimi abruzzesi hanno un po' rallentato, la sconfitta di Fondi ed i pareggi contro l'Isola Liri ed il Chieti hanno di molto ridimensionato il loro sogno di promozione diretta ma hanno individualità e qualità per poter continuare a rincorrerla. Hanno subito solo 14 gol, hanno vinto 7 volte in trasferta, un biglietto da visita che la dice lunga su potenzialità, caratteristiche, omogeneità e pretese vincenti. Schierano fra i pali forse il miglior portiere della categoria: il richiestissimo e seguitissimo Testa ('90) che ha come compagni di reparto i centrali difensivi Garaffoni-Ruggiero, esperti, affidabili, sicuri carismatici. Sugli esterni difensivi agiscono due under Simoncini ('91) e l'ex Avellino Calvarese ('92) a sinistra pur essendo un destro naturale. Un reparto molto ben armonizzato che potrebbe però soffrire sugli esterni la vivacità di Neglia, la creatività del rientrante Scarpa, gli inserimenti del brillante ed insidiosissimo Galizia che aggiunti alla auspicabile ritrovata vena di Fava ed al riconosciuto cinismo di Orlando potrebbero perforare la munitissima difesa aquilana. L'ultimo arrivato Catinali è il valore aggiunto di un centrocampo che può avvalersi dell'aggressività del giovanissimo ed emergente under Agnello ('92) e delle qualità tecniche e tattiche del navigato Carcione (ex Salernitana e Benevento) un calciatore importante, completo, di grande spessore. Il tridente offensivo affida al potente Giglio o allo scalpitante Colussi il compito di aprire varchi e spazi offensivi all'essenziale e concretissimo Improta (10 gol) ed alle incontenibili progressioni del potente Piccioni. Bisognerà ritrovare la sbrigativa autorità del miglior Fusco, ricompattare e rasserenare i suoi giovani compagni di un reparto che dovrà ritrovare compattezza, concentrazione e massima applicazione nel limitare i varchi offensivi dove gli incursori avversari sono molto temibili. La Paganese deve ritornare a vincere, dimostrare che pur avendo lasciato, inopinatamente, agli altri i sogni di grandezza, vuole continuare a crederci ma non basteranno le indiscutibili qualità potenziali, bisognerà arricchirle di slancio, carattere, rabbia, cattiveria agonistica e cuore.

Carlo Vitiello per paganese.it