31.3.12

La Paganese ha bisogno del "vero" Dino Fava.

L'allenatore Palumbo conta sul bomber ex Udinese per blindare i playoff

Sei partite. Sei finali nella quali la Paganese si gio­cherà un’intera stagione, che con l’eventuale ac­cesso ai playoff, potreb­be lasciare ancora accese le speranze promozione. Ma per continuare a cre­dere in questo sogno, è ora che tutti diano qual­cosa in più, a partire dai quei calciatori più esperti che, soprattutto ad ini­zio anno, hanno traina­to i tanti giovani in una partenza di campionato entusiasmante. Uno di questi è Dino Fava, a sec­co dal 4 dicembre scorso; oltre tre mesi dall’ultimo gol siglato in casa con il Melfi.
In seguito diversi guai fisici, parecchie as­senze o partite anonime; solo da poco sembra es­sere tornata finalmente a pieno regime la punta ex Salernitana, con presta­zioni finalmente all’altez­za del suo nome. Anche il tecnico Palumbo punta su di lui, ed è ancora più convinto ora, tanto da cambiare il modulo dei suoi uomini dal 4-4- 1-1 con Luca Orlando unica punta, al 4-4-2 con il giovane salernitano al fianco dell’esperto ariete nativo di Formia. La ri­sposta sul campo è stata positiva, con il numero 10 che, preferito in seguito al capocannoniere della squadra nell’ultima tra­sferta di Chieti, è andato più volte vicino al gol, mancato solo per sfortu­na o per bravura del por­tiere avversario. Digiuno non interrotto dunque, ma che dovrà essere a tutti i costi spezzato nelle prossime gare, possibil­mente già dal match di mercoledì contro il Cam­pobasso, quando la Paga­nese dovrà tentare in tut­ti i modi di riprendersi il “Marcello Torre”, e ritor­nare a fare la voce gros­sa tra le mura amiche. Si sa che per un attaccante l’astinenza da rete può rappresentare un grave handicap psicologico, e spesso l’ossessione di do­versi sbloccare “a tutti i costi” può risultare dele­teria per la propria squa­dra. Ma un centravanti di  mestiere quale Fava, sa anche che in determinate annate il bottino può es­sere inferiore rispetto al solito, ma i gol “pesanti” possono essere anche più importanti. Allora sarà senz’altro alla ricerca di reti decisive sin dal pros­simo match, con la consa­pevolezza di non essere più solo la seconda scelta offensiva, ma sapendo di poter essere, anche con una sponda aerea o pre­senza in area di rigore, nuovamente decisivo per le sorti della “stella” e dei suoi tifosi.

Stefano Masucci - resport.it