L'allenatore Palumbo conta sul bomber ex Udinese per blindare i playoff
Sei partite. Sei finali nella quali la
Paganese si giocherà un’intera stagione, che con l’eventuale accesso
ai playoff, potrebbe lasciare ancora accese le speranze promozione. Ma
per continuare a credere in questo sogno, è ora che tutti diano
qualcosa in più, a partire dai quei calciatori più esperti che,
soprattutto ad inizio anno, hanno trainato i tanti giovani in una
partenza di campionato entusiasmante. Uno di questi è Dino Fava, a
secco dal 4 dicembre scorso; oltre tre mesi dall’ultimo gol siglato in
casa con il Melfi.
In seguito diversi guai fisici, parecchie
assenze o partite anonime; solo da poco sembra essere tornata
finalmente a pieno regime la punta ex Salernitana, con prestazioni
finalmente all’altezza del suo nome. Anche il tecnico Palumbo punta su
di lui, ed è ancora più convinto ora, tanto da cambiare il modulo dei
suoi uomini dal 4-4- 1-1 con Luca Orlando unica punta, al 4-4-2 con il
giovane salernitano al fianco dell’esperto ariete nativo di Formia. La
risposta sul campo è stata positiva, con il numero 10 che, preferito in
seguito al capocannoniere della squadra nell’ultima trasferta di
Chieti, è andato più volte vicino al gol, mancato solo per sfortuna o
per bravura del portiere avversario. Digiuno non interrotto dunque, ma
che dovrà essere a tutti i costi spezzato nelle prossime gare,
possibilmente già dal match di mercoledì contro il Campobasso, quando
la Paganese dovrà tentare in tutti i modi di riprendersi il “Marcello
Torre”, e ritornare a fare la voce grossa tra le mura amiche. Si sa
che per un attaccante l’astinenza da rete può rappresentare un grave
handicap psicologico, e spesso l’ossessione di doversi sbloccare “a
tutti i costi” può risultare deleteria per la propria squadra. Ma un
centravanti di mestiere quale Fava, sa anche che in determinate annate
il bottino può essere inferiore rispetto al solito, ma i gol “pesanti”
possono essere anche più importanti. Allora sarà senz’altro alla ricerca
di reti decisive sin dal prossimo match, con la consapevolezza di non
essere più solo la seconda scelta offensiva, ma sapendo di poter
essere, anche con una sponda aerea o presenza in area di rigore,
nuovamente decisivo per le sorti della “stella” e dei suoi tifosi.
Stefano Masucci - resport.it