3.5.12

Sotto la lente del direttore.

Sarebbe stato meglio limitarsi a commentare la soffertissima vittoria sul Fano, descriverne i momenti, le emozioni, la disperazione ed infine l'urlo liberatorio. L'imprevedibilità, il fascino unico del calcio tutti racchiusi nel fremito, nel boato assordante per quel gol all'ultimo assalto, nell'ultimo secondo.... Davvero tutto indescrivibilmente indimenticabile! Sarebbe stato più piacevole descrivere solo queste sensazioni ma nel calcio esistono e spesso prevalgono altri aspetti che possono farlo sembrare, e spesso lo rendono, incomprensibile, contradditorio, spietato, cinico. La Paganese ha sollevato dall'incarico il serafico Palumbo, ha riaffidato la guida tecnica a Grassadonia che si era dimesso, senza molti rimpianti, lo scorso gennaio. Una decisione che può sembrare incomprensibile a tanti ma certamente meditata a lungo, figlia di una lunga e sofferta valutazione dell'ultime prestazioni, andando molto al di là dei risultati. La società e, più di tutti, il Presidente Trapani, non sono certamente degli sprovveduti. Hanno esperienza, visione chiara e lettura perfetta di quelli che possono essere e sono i limiti attuali di questa squadra che sul piano individuale e potenziale rimane altamente competitiva. Risulta evidente che il cambio della guida tecnica non è stato preso sull'onda dell'emotività ma dalla convinzione che le risorse umane e tecniche non sono state utilizzate e valorizzate in pieno per limiti intuitivi, strutturali e fors'anche per cattiva gestione dei momenti di penuria di uomini e di alternative. Il bravo tecnico di Venosa ha ereditato una situazione difficile con problemi di natura tattica e gestionale molto complessi e difficili da assolvere. L'ha fatto con coraggio e dedizione avendo la sfortuna di dover rinunciare a calciatori importanti per infortuni e squalifiche e di dovere far fronte ad un periodo poco brillante ed incisivo di qualche "titolarissimo". I rimedi, però, bisogna riconoscerlo, non sono stati molto felici, qualche intuizione è stata bocciata dal campo ma fatalmente riproposta, qualche rimedio invece più utile ed incisivo è stato completamente ignorato o scelto e schierato solo quando non esistevano alternative. Sono, colpevolmente rimasti inalterati ed irrisolti i problemi di natura tattica, le risposte del campo erano sempre le stesse: squadra troppo sbilanciata, sofferenza costante nella fase di non possesso, assenza totale di equilibrio tattico, talmente evidente che da tanti veniva erroneamente identificata come carenza atletica. Erano segnali negativi, antichi, e ripetitivi che non sono stati raccolti e risolti da Palumbo ma ereditati e presenti anche nel cammino altrettanto altalenante della precedente gestione tecnica. L'ombroso Grassadonia si era reso conto che non poteva stravolgere le caratteristiche di alcuni uomini fondamentali, aveva intuito che non poteva sempre fare affidamento sulla fervida vena realizzativa di Orlando per mascherare i problemi di natura tattica ed aveva chiesto rinforzi che potessero permettergli alternative ed una copertura più produttiva degli spazi. Nell'attesa, l'impaziente Gianluca, non gestì al meglio le pressioni di un ambiente voglioso, giustamente, di primeggiare e le riflessioni di una società già troppo generosa nell'allestimento di un gruppo da tanti ritenuto, a ragione, vincente. Ora ritorna e si ritrova con qualche uomo in meno e qualche problema in più. Ricomincerà da Arzano, e sarà prova senza appello. Bisognerà vincere per accedere ai play-off, un traguardo minimo al quale nessuno ambiva dopo un inizio cosi vincente ed in apparenza, convincente. Sperano tutti società e tifosi che questa svolta tecnica possa servire a ridare slancio, convinzione, e determinazione, sperano tutti che si moltiplichino motivazioni e positività contro un avversario dal percorso indiscutibilmente brillante e sorprendente. L'Arzanese dell'umile e bravissimo Fabiano è il felice l'insieme dell' affidabilissima esperienza di Riccio, Caso, Manzo e Incoronato, arricchita dalla voglia emergente dei giovanissimi Florio ('93), Perna ('95) e Gori ('92), dalla definitiva consacrazione di Improta, Castellano, Esposito e soprattutto del richiestissimo Sandomenico. I napoletani avranno voglia di salutare con una brillante prestazione i propri tifosi, la Paganese avrà una voglia molto più grande ed intensa: non deludere il suo appassionatissimo popolo ne' oscurare la sua splendida storia e la sua magica stella. VORRA' vincere ed accedere agli spareggi, poi ci sarà tempo e modo per pensare come affrontarli con la convinzione e la certezza di non temere niente e nessuno.

Carlo Vitiello per paganese.it