Rubrica Sotto la lente del direttore da paganese.it
Un’autentica impresa!
Sperata, sognata, realizzata grazie ad una prestazione di grande sofferenza, di costante rabbia agonistica, di smisurata voglia di lottare, limitare e frenare un avversario, aggressivo, lucido, determinato ed infaticabilmente propositivo.
Ci voleva una gara perfetta, si è realizzata solo in parte: gli indemoniati lametini hanno concesso poche opportunità per veder realizzato un progetto tattico finalizzato a contenerli e ripartire negli spazi, ma quel poco è bastato e dopo 18 minuti di grande paura, di evidentissimi e preoccupanti affanni difensivi, si è materializzata un’impresa indimenticabile e forse irripetibile.
Grande cornice di pubblico, gara intensa, unica, palpitante, tante palle gol mancate, una traversa, un palo, due rigori sbagliati, 13 angoli, Robertiello strepitoso in almeno 5 circostanze, un assedio arrembante vanificato da un fantastico gruppo che non ha mai smesso di crederci anche quando sembrava vicina e scontata la resa ad un avversario a tratti irresistibile e determinatissimo.
Una partita che ha ulteriormente dimostrato quanto il suo esito possa essere condizionato da circostanze ed episodi che risultino più decisivi di una strategia tattica, della validità di un organico e delle sue potenzialità tecniche.
La rivincita di Robertiello, la conferma di uno splendido, cinico, insostituibile Orlando, la prova esaltante del peperino Neglia, in questi tre uomini decisivi si possono racchiudere le ragioni ed i maggiori meriti di un trionfo che tutta la squadra ha inseguito, voluto e raggiunto.
Il portierone ha risposto sul campo a scettici e denigratori, sfoderando una prestazione straordinaria ed incredibilmente determinante. Orlando ha ritrovato la costante e cinica prolificità, iniziando l'azione decisiva e finalizzandola con spietata freddezza. Neglia è stato infaticabile nel limitare quell'assedio straripante, con i suoi rientri, il suo irrefrenabile dinamismo e la sua estrema lucidità nel servire ad Agresta il pallone per il cross vincente.
Bravura, abnegazione, felice intuizione, lucida caparbietà, grande slancio agonistico, componenti indispensabili ed essenziali per un'impresa che appariva irrealizzabile ed utopistica.
A Lamezia si è respirato e goduto il profumo di vittoria da gustare senza farsene sfuggire la dolce essenza.
Le risposte della squadra sono molto incoraggianti, le sollecitazioni di Grassadonia sul piano motivazionale sono costanti, lucide e coinvolgenti, l’abbraccio protettivo e rassicurante della società, rappresentano segnali confortanti che inducono a crederci ed a sognare.
C'è solo un altro ostacolo, il Chieti di Paolucci, altro avversario ambizioso, forte ma non imbattibile.
Sul piano potenziale non ha certamente gli stessi valori dei lametini, ha minore competitività individuale e complessiva ma conta poco, è una finale, si azzera tutto anche se rimangono, intatti ed immutabili, spessore tecnico e potenzialità.
Ed i neroverdi, squadra giovane e sbarazzina, non sono assolutamente da sottovalutare: sfodereranno grinta, ardore, attenzione tattica e tanta voglia di esaltarsi, affermarsi e stupire. Inseguiranno anche loro l'impresa facendo leva su una discreta compattezza difensiva, su un'attenta copertura degli spazi, sulla duttilità, la continuità e l'acume tattico dei centrocampisti, sulla vivacità e sull'imprevedibilità dei suoi attaccanti.
Il napoletano, di Cercola, Feola ('91), stato fra i migliori portieri della categoria, lo proteggeranno i due esterni difensivi Bigoni e Serpico (entrambi '90), al centro ci sarà Il giovanissimo e seguitissimo Migliorini ('92) affiancato dal più navigato Pepe.
Un reparto non tanto ermetico se hanno subito 38 gol in campionato e 3 nella semifinale.
Ancora decisivo Orlando? Ci sono i presupposti, ma ci sono anche Fava, Galizia, Scarpa....
Il loro centrocampo è certamente altamente competitivo potendo annoverare calciatori di grande rendimento, corsa e sostanza (Del Pinto) di quantità e qualità interditiva e creativa (Amadio).
Nessun attaccante in doppia cifra ma i temibili sudamericani Sabbatini ed Alessandro insieme a Fiore e Berardino sono brutti clienti sopratutto nell'attaccare gli spazi.
Servirà attenzione grande concentrazione e voglia illimitata di non deludere la passione e l'amore incondizionato degli impareggiabili tifosi che attendono, sperano e vogliono tornare ad esaltarsi, inebriarsi e VINCERE!
Carlo Vitiello per paganese.it