Delirio Paganese. Nella gara decisiva, i campani pareggiano a Chieti
(0-0) e staccano l’ultimo biglietto disponibile per la Prima Divisione.
Un successo cercato, voluto e ottenuto dopo una doppia sfida nella
quale – come ammetterà in sala stampa lo stesso tecnico azzurrostellato –
a Fusco & Co. è andato tutto per il verso giusto. A margine della
vittoria dell’andata (2-0), in terra d’Abruzzo la squadra di Gianluca
Grassadonia pensa a non prenderle e mostra una straordinaria compattezza
difensiva. Tanto basta per tornare nella terza serie nazionale dopo un
solo anno di purgatorio. Tanti applausi e complimenti, però, vanno
riservati anche al Chieti. Perché non bisogna dimenticare che gli
abruzzesi erano partiti con l’obiettivo di centrare il prima possibile
la salvezza, e si sono fermati a un passo dal miracolo dopo aver
bruciato tutte le tappe.
La partita. Il tecnico ospite è costretto a
rivoluzione la difesa per le assenze di tre titolari: Loiacono, Nigro e
Sicignano prendono il posto degli squalificati Agresta, Balzano e Pepe.
Paolucci risponde con la formazione annunciata e si affida ad un
offensivo 4-2-3-1: Malerba rientra dietro e Lacarra in attacco. L’avvio è
di marca neroverde con un possesso palla e una ricerca continua degli
inserimenti di Fiore ed Alessandro. Nonostante il caldo, la gara è
vivace e scivola via su buoni ritmi. Con la folta difesa campana che
prende le misure al tandem d’attacco locale. Il primo tentativo del
Chieti è un calcio di punizione battuto da Sabbatini: Robertiello alza
sopra la traversa. Con il passare dei minuti, la storia della partita
non cambia: il Chieti spinge forte, mentre la Paganese pensa a non
prenderle. Che la tensione sia alta lo si capisce quasi subito: basti
pensare che, dopo 21’, gli ammoniti sono già tre. Se è vero che i
campani faticano a costruire, è vero anche che riescono a coprire bene
tutto il campo. Il risultato è che gli abruzzesi, per rendersi
pericolosi, sono costretti ad affidarsi soprattutto alle palle inattive
(vedi, a metà frazione, l’inzuccata fuori misura di Pepe sul corner di
Sabbatini). I piani della Paganese si complicano maledettamente al 36’,
quando Galizia – già ammonito – entra duro su Bigoni: il secondo giallo
ci sta tutto. Con un uomo in meno, Grassadonia decide di rinforzare il
centrocampo: dentro Giglio, fuori Luca Orlando. Gli azzurrostellati
soffrono anche nella ripresa. Un po’ perché, in dieci uomini, tutto
diventa più complicato e un po’ perché la pressione del Chieti cresce
con il passare dei minuti. Quando il pacchetto arretrato ospite va in
affanno, però, è Robertiello a metterci una pezza. L’estremo difensore
classe 1989 fa un figurone sul velenoso calcio di punizione di
Sabbatini. Il resto è assedio abruzzese: tanto fumo, poca sostanza.
Berardino ci prova due volte ma, in entrambe le circostanze, Robertiello
alza in angolo. Le ultime palle-gol, sul fronte neroverde, se le
divorano Anastasi (deviazione fuori misura sul cross di Malerba) e
Lacarra (conclusione alta). Poi è solo un lungo delirio azzurrostellato.
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