11.6.12

Chieti sterile, Paganese promossa in C1.

Delirio Paganese. Nella gara decisiva, i campani pareggiano a Chieti (0-0) e staccano l’ultimo biglietto disponibile per la Prima Divisione. Un successo  cercato, voluto e ottenuto dopo una doppia sfida nella quale – come ammetterà in sala stampa lo stesso tecnico azzurrostellato – a Fusco & Co. è andato tutto per il verso giusto. A margine della vittoria dell’andata (2-0), in terra d’Abruzzo la squadra di Gianluca Grassadonia pensa a non prenderle e mostra una straordinaria compattezza difensiva. Tanto basta per tornare nella terza serie nazionale dopo un solo anno di purgatorio. Tanti applausi e complimenti, però, vanno riservati anche al Chieti. Perché non bisogna dimenticare che gli abruzzesi erano partiti con l’obiettivo di centrare il prima possibile la salvezza, e si sono fermati a un passo dal miracolo dopo aver bruciato tutte le tappe.

La partita. Il tecnico ospite è costretto a rivoluzione la difesa per le assenze di tre titolari: Loiacono, Nigro e Sicignano prendono il posto degli squalificati Agresta, Balzano e Pepe. Paolucci risponde con la formazione annunciata e si affida ad un offensivo 4-2-3-1: Malerba rientra dietro e Lacarra in attacco. L’avvio è di marca neroverde con un possesso palla  e una ricerca continua degli inserimenti di Fiore ed Alessandro. Nonostante il caldo, la gara è vivace e scivola via su buoni ritmi. Con la folta difesa campana che prende le misure al tandem d’attacco locale. Il primo tentativo del Chieti è un calcio di punizione battuto da Sabbatini: Robertiello alza sopra la traversa. Con il passare dei minuti, la storia della partita non cambia: il Chieti spinge forte, mentre la Paganese pensa a non prenderle. Che la tensione sia alta lo si capisce quasi subito: basti pensare che, dopo 21’, gli ammoniti sono già tre. Se è vero che i campani faticano a costruire, è vero anche che riescono a coprire bene tutto il campo. Il risultato è che gli abruzzesi, per rendersi pericolosi, sono costretti ad affidarsi soprattutto alle palle inattive (vedi, a metà frazione, l’inzuccata fuori misura di Pepe sul corner di Sabbatini). I piani della Paganese si complicano maledettamente al 36’, quando Galizia – già ammonito – entra duro su Bigoni: il secondo giallo ci sta tutto. Con un uomo in meno, Grassadonia decide di rinforzare il centrocampo: dentro Giglio, fuori Luca Orlando. Gli azzurrostellati soffrono anche nella ripresa. Un po’ perché, in dieci uomini, tutto diventa più complicato e un po’ perché la pressione del Chieti cresce con il passare dei minuti. Quando il pacchetto arretrato ospite va in affanno, però, è Robertiello a metterci una pezza. L’estremo difensore classe 1989 fa un figurone sul velenoso calcio di punizione di Sabbatini. Il resto è assedio abruzzese: tanto fumo, poca sostanza. Berardino ci prova due volte ma, in entrambe le circostanze, Robertiello alza in angolo. Le ultime palle-gol, sul fronte neroverde, se le divorano Anastasi (deviazione fuori misura sul cross di Malerba) e Lacarra (conclusione alta). Poi è solo un lungo delirio azzurrostellato.

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