Appena un anno fa la Paganese rischiava di scomparire.
Adesso è a 90' dalla 1^ Divisione. L'estate scorsa il patron Raffaele
Trapani sembrava intenzionato a lasciare ma, visto che i potenziali
acquirenti non brulicavano e non offrivano le adeguate garanzie
economiche, il giovane imprenditore liguorino decise di iscrivere la
squadra, reduce da una scottante retrocessione, al campionato di 2^
Divisione. Poi l'arresto di Trapani nell'ambito dell'operazione "Linea
d'Ombra" e i sacrifici economici dei soci che diedero carta bianca al dg
Cosimo D'Eboli, cui fu affidato il compito di costruire una Paganese
vincente.
D'Eboli, di comune accordo con il giovane allenatore Gianluca
Grassadonia, riporta a Pagani calciatori come Petrocco, Fusco, Tricarico
e Scarpa ed ingaggia Rinaldi, Acoglanis, Galizia e Fava, autentici
lussi per la categoria. Gli azzurrostellati cominciano benissimo il
campionato, grazie alla sorpresa Luca Orlando: l'attaccante classe '90
segna otto goal nelle prime otto partite, di cui uno in rovesciata al
"Curi" di Perugia nella scottante sconfitta per due a uno contro i
Grifoni.
In seguito qualche meccanismo si incrina nello scacchiere tattico di
Grassadonia e la Paganese non riesce più ad avere quella continuità di
risultati necessaria per chi vuole concorrere alle primissime posizioni.
A gennaio la società decide di ridimensionare il progetto e vanno via
Petrocco, Rinaldi, Acoglanis e il giovane Siciliano insieme al tecnico
Grassadonia, che sceglie di dimettersi. Al suo posto Pino Palumbo, alla
quarta esperienza sulla panchina azzurrostellata. Col trainer di Venosa
la Paganese non riesce a rimettersi in corsa per la promozione diretta
ma anzi si esprime ben al di sotto delle proprie potenzialità. Questi
motivi, dopo aver centrato l'obiettivo play-off in extremis, convincono i
quadri dirigenziali a richiamare Grassadonia.
Il resto è storia recente: negli spareggi promozione la Paganese batte
due volte la Vigor Lamezia e guadagna l'accesso alla finale. All'andata
il Chieti viene battuto due a zero al "Marcello Torre",
al ritorno... la storia è ancora da scrivere. La Paganese ha un piede e
mezzo nella vecchia C1, ma mancano 90' e non è permesso cantare
vittoria. All' Angelini arriveranno parecchi tifosi azzurrostellati. Le
tre vittorie dei play-off, con quattro goal segnati e zero subiti, hanno
risvegliato l'entusiasmo in una città in cui la Paganese, assieme alle
feste religiose di Sant'Alfonso e della Madonna del Carmelo, è diventata
l'unico vanto.
In qualunque modo andrà a finire per la Paganese e per i suoi tifosi
sarà una stagione da ricordare. Se dovesse essere davvero promozione,
questa annata rimarrebbe ancora più impressa: le vittorie più belle sono
quelle ottenute tra tante difficoltà. E dopo una stagione con così
tanti alti e bassi e così tanti problemi societari, sarebbe davvero una
vittoria indimenticabile.
Gianluca Pepe - tuttolegapro.com