Rubrica Sotto la lente del direttore di paganese.it
L'agognata realizzazione di un sogno preparato, perseguito, quasi sfumato, miracolosamente riacciuffato, infine raggiunto, quando erano in pochi a crederci, delusi e sconcertati da un inizio esaltante seguito, da un percorso altalenante e contraddittorio.
Una grande, indimenticabile e forse irripetibile impresa, un anno che può essere paragonato ad una partita infinita, con un primo tempo travolgente, un secondo incerto indecifrabile e scoraggiante ed un finale palpitante con "il gol" decisivo, realizzato, nei minuti di recupero, un gol che ha dischiuso le porte del Paradiso.
I migliori in campo? Tutti, nessuno escluso.
La SOCIETA': impeccabile, non ha sbagliato nulla, nemmeno quando ha deciso di ridimensionare gli investimenti visto che la squadra accusava inimmaginabili affanni e rimaneva raggiungibile solo l'obiettivo spareggi.
Ha gestito brillantemente il dopo Grassadonia, chiamando al capezzale della moritura il bravo e troppo silenzioso Palumbo, l'unico che aveva già vinto, conosceva l'ambiente e molti calciatori della rosa.
Una società impeccabile che potendo fare affidamento sull'esperienza, l'intelligenza e le capacità di D'Eboli, ha sostituito il partente Rinaldi con il motivatissimo Pepe, il rinunciatario Acoglanis con il geometra De Martino, il navigato Russo con il poliedrico, duttilissimo Nigro e rispolverato il sorprendente Robertiello, non ritenuto da tanti all'altezza del compito ma determinante protagonista della grande impresa.
Tutto questo in assenza del presidente Trapani che, riappropriatosi del ruolo di dirigente oculato ed accorto, ha felicemente intuito, nonostante la vittoria contro il Fano, di dover richiamare Grassadonia, l'unico in grado di poter arricchire sul piano motivazionale le potenzialità di una squadra che lui conosceva bene sul piano tecnico. ed umano.
I TIFOSI: amareggiati ed inevitabilmente disorientati da recentissime delusioni, speravano in una cavalcata esaltante ma alle prime difficoltà hanno lasciato quasi sola una squadra che nonostante le riconosciute capacità potenziali sembrava avviata ad un campionato quasi anonimo.
Al primo segnale di speranza al primo spiraglio di luce sono, però, ritornati ed hanno infiammato di entusiasmato un "Torre" ribollente di passione, hanno sorretto, col loro inimitabile ed impareggiabile calore umano, i propri beniamini prima a Lamezia e poi a Chieti dove hanno potuto ubriacarsi di felicità, trascinati ed estasiati da un'irrefrenabile amore per la loro magica stella.
I CALCIATORI: tutti bravissimi interpreti, qualche sorprendente scoperta (Orlando, Robertiello, Pepe, Agresta) qualche scontata ed inequivocabile conferma (Fusco, Fava, Scarpa, Galizia, Tricarico) gli ultimi ma brillanti protagonisti (De Martino e Nigro) qualche emergente ed interessante "under" (Balzano, Neglia, F. Orlando).
Sono loro a scendere in campo, da loro, dalla loro incessante applicazione, dalla loro umiltà, dal loro spirito di gruppo, dalle loro giuste ed indispensabili motivazioni, dipendono i destini di una squadra.
Il TECNICO: l'ombroso e, forse, falsamente modesto, Grassadonia, è stato il co-architetto di questa squadra altamente competitiva. Scelta mirata di calciatori giovani con ampi margini di miglioramento supportata da calciatori esperti, di grande affidabilità e dal sicuro rendimento.
Il tutto doveva però, essere condito da un assetto tattico equilibrato e produttivo; l'inizio sembrava incoraggiante poi sono emersi visibilissimi limiti derivanti da una infruttuosa e squilibrata organizzazione di gioco.
Deluso e scoraggiato non dalla strategia societaria ma dalla discontinuità dei risultati, si dimise non riuscendo a gestire uomini e momenti di inevitabili difficoltà.
Richiamato per felice intuizione societaria, a play-off raggiunti, è riuscito a trasmettere ai "suoi", una grande, incommensurabile voglia di rivalsa, ha avuto risposte incoraggianti sul piano caratteriale da uomini, gli stessi, un po' sottovalutati nel suo addio di gennaio, che hanno ritrovato stimoli, slancio agonistico, voglia e rabbia vincenti.
Giusto e doveroso riconoscergli il merito di aver riportato entusiasmo e convinzione in un gruppo sfiduciato e demotivato, altrettanto giusto invitarlo a migliorarsi in un mondo dove si incontrano innumerevoli insidie nei rapporti umani e nei tempi giusti ed opportuni per decisioni importanti.
Sul piano tecnico lui certamente sa che il calcio oggi ti da e domani ti toglie: senza un autentica, razionale, equilibrata organizzazione di gioco, senza un'identità tattica, difficilmente, anche potendo gestire un gruppo fortissimo, si possono ottenere risultati prestigiosi.
Ma ora imbeviamoci di felicità, partecipiamo tutti a questa gioiosa festa sportiva di una città martoriata ma ricca di gente laboriosa, leale, generosa, splendida ed unica, una città da ammirare ed amare.
P.S. Ho imparato a voler bene a questo popolo, mi somiglia troppo, ne apprezzo l'umanità, la trasparenza, l'affidabilità, lo sguardo fiero, il sorriso, la sincera, disinteressata amicizia verso chi come me sta gioendo con loro per questo splendido, prestigioso, meraviglioso traguardo. Sono orgoglioso di esservi amico.
Carlo Vitiello per Paganese.it