CATANZARO Non si può più sbagliare. L’entusiasmo della prima giornata sembra affievolirsi davanti al doppio passo falso della formazione di Ciccio Cozza. Se la sconfitta di Latina è stata metabolizzata in tempi rapidi dal popolo giallorosso, paradossalmente, la sconfitta casalinga con il Benevento (più accettabile sulla carta) pare avere acceso gli animi all’interno della tifoseria. Probabilmente i proclami altisonanti fatti nel corso dell’estate non aiutano ad avere pazienza e dare alla squadra il tempo necessario, come sottolineato dallo stesso Cozza, di entrare nei ritmi e nella mentalità della categoria. Perché, se è vero come è vero che il tifoso giallorosso è insaziabile per natura, vedersi nella parte bassa della classifica spezza tutte le speranze e i sogni di gloria della piazza. Ma alla terza giornata non ha alcun senso arrabattarsi in ragionamenti del genere anche perché la classifica dimostra che questo è un girone tosto e difficile, perché i risultati delle prime tre giornate confermano l’imprevedibilità di ogni partita, quindi l’imprevedibilità del campionato. Oggi si può stare sotto di cinque punti dalla vetta, ciò non toglie che domani si possa guardare tutti dall’alto verso il basso. Non possono e non devono essere due passi falsi e far cambiare idea sul gruppo a disposizione di Ciccio Cozza. Non possono e non devono essere due passi falsi a far cambiare obiettivi ad una squadra che ha dimostrato di essere forte per quanto non ancora al top della condizione, fisica e mentalmente.
Certo, le parole del tecnico hanno un po’ spiazzato la tifoseria che, abituata alla sua spavalderia, alla sua sfrontatezza, si è trovata davanti ad un allenatore che non conoscevano. Il suo parlare di playoff e Serie B in due anni equivalgono ad un gol subito in contropiede. E l’equilibrio si perde del tutto quando subito dopo si ritorna a parlare di primo posto. Ma l’obiettivo è ancora quello. Se si riuscirà ad essere nelle prime quattro, cinque posizioni a dicembre, con due eventuali ritocchi di spessore il Catanzaro potrà puntare al vertice, un po’ in linea con quanto fatto nell’ultima stagione. E allora dove sta la verità? Il tifoso giallorosso di certo vorrebbe tutto e subito, è normale. Anche perché spinto dalle parole di questo Catanzaro. Ma spingere troppo sull’acceleratore può essere controproducente perché, forse qualcuno se l’è dimenticato, poco più di un anno fa una non esisteva neanche una squadra. E per costruire ci vuole tempo e sono nel tempo questa squadra saprà dare le giuste soddisfazioni ai suoi tifosi. Questo è l’obiettivo principale. I borbotti, le maldicenze e le parole di troppo ci saranno sempre, anche quando tutto andrà per il verso giusto.
L’unico modo per mettere a tacere i dubbi che oggi accompagnano la tifoseria, le perplessità che turbano l’ambiente è andare a Pagani e tornare a casa con tre punti. Solo la vittoria può restituire il sorriso alla piazza giallorossa, solo la vittoria può aiutare dal vortice di congetture e fantasie in cui si rischia di sprofondare. A Pagani per vincere. Non sarà facile ma sarà un confronto dal gusto familiare, una sfida che si ripete. La classifica oggi dice che la formazione di Gianluca Grassadonia, che domenica dovrà fare a meno dello squalificato Girardi, vanta un punto in più delle Aquile. Bisogna fare in modo che domenica questo vantaggio venga sovvertito.
Il Catanzaro ha tutte le armi in regola per riuscirci, come è adeguatamente attrezzata per rimettersi in piedi e correre verso l’obiettivo dichiarato della promozione. Del resto, esistono anche precedenti che aiutano a crederci. Tralasciando quello della gestione Braglia, stagione 2003/2004, si può tornare anche più indietro e ripercorrere l’anno sotto la guida di Tobia. Era il campionato 1986/1987, il Catanzaro collezionò 2 punti nelle prime quattro partite. A fine torneo fu promozione…
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