1.10.12

Abundantis, abundantum.

Così è (anche se non vi pare) di Nino Ruggiero

Avevate visto all’opera un nuovo Tortori nella gara esterna di Avellino? nuovo per posizione in campo, per compiti svolti, nuovo per dinamismo ed efficacia. Volevate vederlo nuovamente all’opera dopo il mezzo passo casalingo rimediato con il Catanzaro?
Rieccolo: presente più che mai, svelto, pimpante, un occhio alla fase difensiva, un altro all’attacco. Un furetto irresistibile dal moto perpetuo e dal passo che non dà scampo ai difensori avversari; o lo stendi facendo fallo, o vai in ambasce, tanto è rapido il suo movimento di gambe che non è mai lo stesso, non è mai banale o fine a se stesso. E’ una vera faina delle area di rigore; dove non può la possanza atletica, il fisico vigoroso, c’è lui: Loris Tortori, anni ventiquattro, romano di nascita, cresciuto e pasciuto nelle file della Lazio, un soldo di cacio, appena un metro e settanta, ma con una vitalità in crescendo, domenica dopo domenica. Fra i migliori ad Avellino, schierato quasi a sorpresa da Grassadonia in una posizione inconsueta, quasi un azzardo, sulla fascia sinistra dell’attacco, si riconferma fra i più bravi e redditizi contro il Gubbio mettendo a segno, tra l’altro, una rete spettacolare in semirovesciata volante, di quelle che trasformano un giocatore ritenuto normale in un fuoriclasse.
La partita. Contro un Gubbio sceso in Campania sicuro del fatto suo, lontano anni luce dal tatticismo esasperato messo in campo dal Catanzaro appena sette giorni fa, la Paganese si trova ben presto in difficoltà. Gli umbri sembrano avere un marcia in più. Cominciano alla grande, altro che fase di studio iniziale! Comandano il gioco, si propongono velocemente in avanti, corrono come ossessi, travolgono l’apparato di centrocampo azzurro-stellato con verticalizzazioni mozzafiato.
Sono venti-venticinque minuti da incubo per Romondini e Soligo che a centrocampo sono quasi travolti da avversari che schizzano via da tutte le parti, che corrono a perdifiato e che non si fermano un solo momento. La partita è saldamente nelle mani del Gubbio che gioca senza alcun timore reverenziale, quasi giocasse in casa propria, che si propone costantemente in avanti, che porta il proprio baricentro sulla trequarti campo e mette in ambasce anche tutto l’apparto difensivo azzurro-stellato. Sembra una macchina da guerra questo Gubbio che impazza a tutto campo e sembra sempre sul punto di andare a rete.
Il calcio però, lo sapete, non è una scienza esatta. Se mostri di giocare meglio, se riesci a mettere in crisi l’avversario, devi avere la forza e la capacità di segnare. In caso contrario produci solo fumo senza arrosto. E il Gubbio produce soprattutto fumo in avanti dove Galabinov grazia per due volte di seguito il bravissimo Marruocco.
Poi passano i minuti, i ritmi si placano; Bazzoffia, che non sta mai fermo e svaria su tutto il fronte d’attacco, evidentemente comincia ad accusare qualche sintomo di stanchezza e si placa; Caccavallo, altro esemplare di podismo sfrenato, si adegua.
Adesso, dopo mezz’ora, è un’altra partita. I ritmi sono quelli giusti per Romondini, che in precedenza era preso d’infilata da una banda di moschiglioni che schizzavano via da tutte le parti. Sale in cattedra Romondini e diventa subito il catalizzatore della manovra paganese; gioca a testa alta, distribuisce il gioco, addirittura tenta il tiro a rete da buoni trenta metri con un pallone che si abbassa all’improvviso e sfiora la traversa con portiere avversario nettamente sorpreso. La partita è equilibrata; viene giocata a viso aperto da tutte e due le squadre ma è la Paganese che coglie la perla del gol con Tortori proprio allo scadere del tempo.
Si può chiedere di più ad un calciatore, di ritorno da un prestito a Latina,  quasi chiuso in partenza da un nugolo di prestigiosi attaccanti come Orlando, Fava, Caturano e Girardi?
“Abundantisabundantum” - avrebbe detto il grande Totò, e Grassadonia adesso se lo coccola giustamente questo piccolo grande calciatore che sembra avere una marcia in più anche sul piano dinamico perché sostenuto anche da uno stato di forma invidiabile.
La vittoria conseguita contro il Gubbio porta non solo tre punti preziosissimi ma anche qualche certezza, o, se volete, qualche consapevolezza. Comincio dalla difesa. Un reparto solido, compatto, funzionale, organico. Un Marruocco sempre tempestivo ed autorevole, bravo sia nelle uscite, sia fra i pali; un calciatore che mette tranquillità al reparto. E poi i due centrali Fernandez-Fusco, elementi degni di giocare in una serie superiore; mai in affanno, sempre decisivi, l’uno il completamento tecnico-tattico dell’altro.
I terzini d’ala, oggi chiamati esterni bassi, giocano la loro brava partita ma non devono mai essere caricati di responsabilità più grandi di loro. Contro il Gubbio, ad esempio, ho visto un Calvarese meno brillante del solito; ma i giovani proprio perché sono tali vanno soggetti ad alti e bassi, devono crescere, devono maturare. L’importante è che abbiano qualità; e Calvarese e Nunzella le hanno.
E’ a centrocampo che qualcosa ancora non quadra nell’assetto tattico complessivo. Romondini è quello che ha raggiunto già un buon grado di forma; certo, non è un fulmine di guerra (se lo fosse potrebbe ancora calcare ben altri palcoscenici) ma i suoi piedi sono fatati e sanno come innescare la manovra della squadra. E’ il contorno però che ancora non funziona bene. Soligo sembra ancora alla ricerca della forma migliore e non riesce a dare alla squadra quel contributo di dinamismo e di esperienza che sarebbe necessario in un reparto delicatissimo; arriverà anche per lui la forma migliore, ma per il momento il reparto appare poco equilibrato, specie al cospetto di squadre che proprio nella zona nevralgica del gioco propongono elementi vivacissimi ed in gran forma. Non farò mai riferimenti a moduli e tattiche da lavagna, che odio, lo sapete voi che avete la bontà di leggere le mie note settimanali, ma è innegabile che la squadra avrebbe bisogno di un altro elemento in grado di dare aiuto e supporto alla manovra di centrocampo, in aggiunta proprio a Romondini e Soligo. Al momento – se si esclude Tortori, adattato in una posizione di ala tattica, non mi pare che ci sia un disegno tattico alternativo.
In attacco qualcosa sta migliorando, ma siamo ancora lontani dall’efficienza balistica mostrata lo scorso anno. Cambiano le serie, è vero; gli avversari sono di ben altra statura, ma da elementi come Orlando e Fava è lecito attendersi di più in zona gol, anche se sono convinto che mai come quest’anno la squadra può giovarsi, specie in attacco, di elementi di primordine, come Caturano e Girardi, che devono solo essere schierati, a seconda delle circostanze e delle esigenze.
Adesso è in vista una gara delicata a Prato. Il campionato sta delineando, giornata dopo giornata, i valori delle varie squadre che lo compongono. La Paganese è lì, in una posizione tranquilla di classifica e attende l’evolversi delle vicende.
Da Prato devono arrivare delle risposte in esito al campionato da svolgere; sarà un campionato di tutto riguardo o un campionato di attesa?
E’ il campo che dovrà rispondere, come sempre.