Avevate visto all’opera un nuovo
Tortori nella gara esterna di Avellino? nuovo per posizione in campo,
per compiti svolti, nuovo per dinamismo ed efficacia. Volevate vederlo
nuovamente all’opera dopo il mezzo passo casalingo rimediato con il
Catanzaro?
Rieccolo: presente più che mai, svelto,
pimpante, un occhio alla fase difensiva, un altro all’attacco. Un
furetto irresistibile dal moto perpetuo e dal passo che non dà scampo ai
difensori avversari; o lo stendi facendo fallo, o vai in ambasce, tanto
è rapido il suo movimento di gambe che non è mai lo stesso, non è mai
banale o fine a se stesso. E’ una vera faina delle area di rigore; dove
non può la possanza atletica, il fisico vigoroso, c’è lui: Loris
Tortori, anni ventiquattro, romano di nascita, cresciuto e pasciuto
nelle file della Lazio, un soldo di cacio, appena un metro e settanta,
ma con una vitalità in crescendo, domenica dopo domenica. Fra i migliori
ad Avellino, schierato quasi a sorpresa da Grassadonia in una posizione
inconsueta, quasi un azzardo, sulla fascia sinistra dell’attacco, si
riconferma fra i più bravi e redditizi contro il Gubbio mettendo a
segno, tra l’altro, una rete spettacolare in semirovesciata volante, di
quelle che trasformano un giocatore ritenuto normale in un fuoriclasse.
La partita. Contro un Gubbio sceso in
Campania sicuro del fatto suo, lontano anni luce dal tatticismo
esasperato messo in campo dal Catanzaro appena sette giorni fa, la
Paganese si trova ben presto in difficoltà. Gli umbri sembrano avere un
marcia in più. Cominciano alla grande, altro che fase di studio
iniziale! Comandano il gioco, si propongono velocemente in avanti,
corrono come ossessi, travolgono l’apparato di centrocampo
azzurro-stellato con verticalizzazioni mozzafiato.
Sono venti-venticinque minuti da incubo
per Romondini e Soligo che a centrocampo sono quasi travolti da
avversari che schizzano via da tutte le parti, che corrono a perdifiato e
che non si fermano un solo momento. La partita è saldamente nelle mani
del Gubbio che gioca senza alcun timore reverenziale, quasi giocasse in
casa propria, che si propone costantemente in avanti, che porta il
proprio baricentro sulla trequarti campo e mette in ambasce anche tutto
l’apparto difensivo azzurro-stellato. Sembra una macchina da guerra
questo Gubbio che impazza a tutto campo e sembra sempre sul punto di
andare a rete.
Il calcio però, lo sapete, non è una
scienza esatta. Se mostri di giocare meglio, se riesci a mettere in
crisi l’avversario, devi avere la forza e la capacità di segnare. In
caso contrario produci solo fumo senza arrosto. E il Gubbio produce
soprattutto fumo in avanti dove Galabinov grazia per due volte di
seguito il bravissimo Marruocco.
Poi passano i minuti, i ritmi si placano;
Bazzoffia, che non sta mai fermo e svaria su tutto il fronte d’attacco,
evidentemente comincia ad accusare qualche sintomo di stanchezza e si
placa; Caccavallo, altro esemplare di podismo sfrenato, si adegua.
Adesso, dopo mezz’ora, è un’altra
partita. I ritmi sono quelli giusti per Romondini, che in precedenza era
preso d’infilata da una banda di moschiglioni che schizzavano
via da tutte le parti. Sale in cattedra Romondini e diventa subito il
catalizzatore della manovra paganese; gioca a testa alta, distribuisce
il gioco, addirittura tenta il tiro a rete da buoni trenta metri con un
pallone che si abbassa all’improvviso e sfiora la traversa con portiere
avversario nettamente sorpreso. La partita è equilibrata; viene giocata a
viso aperto da tutte e due le squadre ma è la Paganese che coglie la
perla del gol con Tortori proprio allo scadere del tempo.
Si può chiedere di più ad un calciatore,
di ritorno da un prestito a Latina, quasi chiuso in partenza da un
nugolo di prestigiosi attaccanti come Orlando, Fava, Caturano e Girardi?
“Abundantis, abundantum” -
avrebbe detto il grande Totò, e Grassadonia adesso se lo coccola
giustamente questo piccolo grande calciatore che sembra avere una marcia
in più anche sul piano dinamico perché sostenuto anche da uno stato di
forma invidiabile.
La vittoria conseguita contro il Gubbio
porta non solo tre punti preziosissimi ma anche qualche certezza, o, se
volete, qualche consapevolezza. Comincio dalla difesa. Un reparto
solido, compatto, funzionale, organico. Un Marruocco sempre tempestivo
ed autorevole, bravo sia nelle uscite, sia fra i pali; un calciatore che
mette tranquillità al reparto. E poi i due centrali Fernandez-Fusco,
elementi degni di giocare in una serie superiore; mai in affanno, sempre
decisivi, l’uno il completamento tecnico-tattico dell’altro.
I terzini d’ala, oggi chiamati esterni
bassi, giocano la loro brava partita ma non devono mai essere caricati
di responsabilità più grandi di loro. Contro il Gubbio, ad esempio, ho
visto un Calvarese meno brillante del solito; ma i giovani proprio
perché sono tali vanno soggetti ad alti e bassi, devono crescere, devono
maturare. L’importante è che abbiano qualità; e Calvarese e Nunzella le
hanno.
E’ a centrocampo che qualcosa ancora non
quadra nell’assetto tattico complessivo. Romondini è quello che ha
raggiunto già un buon grado di forma; certo, non è un fulmine di guerra
(se lo fosse potrebbe ancora calcare ben altri palcoscenici) ma i suoi
piedi sono fatati e sanno come innescare la manovra della squadra. E’ il
contorno però che ancora non funziona bene. Soligo sembra ancora alla
ricerca della forma migliore e non riesce a dare alla squadra quel
contributo di dinamismo e di esperienza che sarebbe necessario in un
reparto delicatissimo; arriverà anche per lui la forma migliore, ma per
il momento il reparto appare poco equilibrato, specie al cospetto di
squadre che proprio nella zona nevralgica del gioco propongono elementi
vivacissimi ed in gran forma. Non farò mai riferimenti a moduli e
tattiche da lavagna, che odio, lo sapete voi che avete la bontà di
leggere le mie note settimanali, ma è innegabile che la squadra avrebbe
bisogno di un altro elemento in grado di dare aiuto e supporto alla
manovra di centrocampo, in aggiunta proprio a Romondini e Soligo. Al
momento – se si esclude Tortori, adattato in una posizione di ala
tattica, non mi pare che ci sia un disegno tattico alternativo.
In attacco qualcosa sta migliorando, ma
siamo ancora lontani dall’efficienza balistica mostrata lo scorso anno.
Cambiano le serie, è vero; gli avversari sono di ben altra statura, ma
da elementi come Orlando e Fava è lecito attendersi di più in zona gol,
anche se sono convinto che mai come quest’anno la squadra può giovarsi,
specie in attacco, di elementi di primordine, come Caturano e Girardi,
che devono solo essere schierati, a seconda delle circostanze e delle
esigenze.
Adesso è in vista una gara delicata a
Prato. Il campionato sta delineando, giornata dopo giornata, i valori
delle varie squadre che lo compongono. La Paganese è lì, in una
posizione tranquilla di classifica e attende l’evolversi delle vicende.
Da Prato devono arrivare delle risposte
in esito al campionato da svolgere; sarà un campionato di tutto riguardo
o un campionato di attesa?
E’ il campo che dovrà rispondere, come sempre.