9.10.12
Bisogna remare tutti dalla stessa parte.
Il tifoso paganese è un po’ strano, permetteteci di dirlo. Esulta per una vittoria fortunata esaltando l’allenatore. Poi, sette giorni dopo, si dispera per una sconfitta sfortunata criticando lo stesso mister.
E’ questa la paradossale situazione che fa seguito alla debacle di Prato. La sconfitta in terra toscana era evitabile, certo; ed in superiorità numerica per un quarto d’ora Fusco e compagni avrebbero dovuto conquistare almeno il pareggio. La partita, a giudicare dagli highlights, è stata abbastanza equilibrata e decisa soltanto dagli episodi. Esattamente come il match della settimana scorsa, vinto al “Torre” contro il Gubbio.
Il lampo di genio di Tortori consegnò i tre punti alla Paganese al termine di una gara che, senza quella fiammata, sarebbe finita sicuramente con un pareggio. La fortuna in quell’occasione ha sorriso agli azzurrostellati. Ma la ruota – recita un’espressione proverbiale – gira per tutti. E il “torto” calcistico che i calciatori liguorini hanno fatto al Gubbio è tornato indietro peggio di un boomerang. Vince il Prato, sulla falsariga della vittoria della Paganese di sette giorni fa. Resta il rammarico per esser tornati a casa a mani vuote. Che, in teoria, è la copia conforme del rammarico che provarono i “poveri” calciatori eugubini.
E’ questo il calcio. Una domenica si sorride (forse immeritatamente), una domenica ci si dispera (forse ancor più immeritatamente). Capita spesso, soprattutto in campionati equilibrati come questo, in cui tutte le squadre che vi partecipano sono ben costruite. Per arrivare alla salvezza bisogna lavorare così e non scoraggiarsi dopo una sconfitta, pur cocente che sia.
La Paganese finora non ha mai sfigurato. I calciatori azzurrostellati non erano campioni al “Partenio”, quando dominarono contro l’Avellino, e non sono dei brocchi dopo la disfatta del “Lungobisenzio”. Con loro mister Grassadonia, allenatore preparato e giovane che è tutto meno che arrogante e stupido, e che quindi saprà rifarsi senza perseverare negli errori.
Errori come il voler far giocare a tutti i costi Fava e Orlando. Questo fa infuriare i tifosi, i quali si domandano perché gente come Girardi e Caturano debba guardare le partite dalla panchina o, ancora peggio, dalla tribuna. Domande a cui non riusciamo a trovare risposte ma su cui starà riflettendo lo stesso allenatore. Se a 5’ dal termine fosse entrato il tiro di Fava respinto sulla linea da Layeni, qualcuno avrebbe pensato a Girardi?
PS: nulla di personale contro i tifosi azzurrostellati. A fortiori verso coloro che sostengono sempre e comunque la squadra e fanno sacrifici economici pur di dare un contributo concreto alla società. Per tagliare quel grande traguardo chiamato salvezza, però, bisogna remare tutti nella stessa direzione!
Gianluca Pepe da paganinotizie.it
