Il silenzio assordante è solo il preludio alla conferma di una squadra priva di sintonia, che fa vivere il pomeriggio più brutto degli ultimi anni ai supporters rossoneri. Non per essere tragici ma perdere un derby è come fallire un intero campionato per gli strascichi che si porta dietro, in più si viene sconfitti in casa per 4 a 1- se proprio di casa vogliamo parlare -
e allora si che diventa un oltraggio all’orgoglio di un’intera città. A
volte i calciatori che non conoscono alla perfezione l’ambiente peccano
di superficialità, commettono errori che alla fine sono costati il “derby”, la stracittadina che la Paganese non vinceva da circa 50 anni.
Forse all’occhio di un tifoso superficiale salta solo ora la difficoltà
che questa squadra sta trovando dall'inizio di campionato: 4 pareggi, 2 sconfitte, 11 gol subiti e due sole vittorie arrivate per il rotto della cuffia significano qualcosa. Il gioco spettacolare- caratteristica del coach-
non s’è visto, poca organizzazione, mancanza di coralità, fragilità ed
inesperienza difensiva, attacco lasciato lì, libero d’inventare- ma di vena c’è ne poca- sono tutti sintomi di una squadra allo sbaraglio.
Ma… tornando alla gara, il merito di questa sconfitta va dato tutto
all’allenatore avversario capace di preparare al meglio questa sfida dal
punto di vista tattico, ma soprattutto dal punto di vista psicologico,
quindi in termini di approccio alla gara e determinazione in campo,
fondamentali in partite come queste. L’allenatore rossonero invece si
ostina ancora una volta a presentare Corapi come esterno di sinistra e
agevola il lavoro preparato da Grassadonia, di fatti è proprio su quel versante che la Nocerina subisce il colpo letale, con l’incursione del giovane Calvarese libero
di saltare Scardina e di battere il colpevole Aldegani con un tiro non
impossibile. L’errore di inesperienza di Crescenzi ha aperto solamente
le danze e ha palesato quanto questi calciatori non avevano capito
l’importanza della partita. Rossoneri che hanno sfruttato poco le fasce e
che sono stati troppo distanti fra i reparti, ne è l’esempio la
ripartenza di Scarpa lasciato libero di puntare l’intera difesa rossonera e di realizzare un gol da cineteca. I molossi- ma proprio molossi non sembravano ieri -
hanno avuto paura di una sfida delicata, mancava la rabbia che gli
azzurrostellati hanno messo in più, a centrocampo c’era il deserto e
quando apparivano i giocatori rossoneri commettevano falli di
frustrazione, già consapevoli durante la partita di aver perso la gara.
Ci sarà da riflettere ancora una volta, ma il tempo passa ed è
inesorabile quindi si dovranno prendere decisione e si dovrà scendere a
compromessi- in termini di moduli ed interpreti- per far si che la rotta di questa squadra sia quella giusta.
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