Tanto lineare e geometrico in campo, quanto equilibrato e mai banale nella vita: è il ritratto di Fabrizio Romondini. Il
35enne centrocampista, 15 anni di esperienza nel calcio "pro", ha dato
tanto in pochi mesi nella scorsa stagione a Barletta. Arrivato a fine
gennaio dal Pergocrema, l'ex regista dei lombardi aveva presto
conquistato consensi e animi del "Cosimo Puttilli", risultando tra i più
continui nel girone di ritorno, e distinguendosi fuori dal campo anche
con la sua associazione benefica Italia Sport Onlus. 14 presenze e una
rete con la maglia del Barletta, una leadership affermata nel cuore del
campo, che non gli era però valsa la riconferma per questa stagione
sportiva. Dopo che l'avvio di calciomercato lo vedeva vicino alla
conferma in biancorosso, day-by-day le chances di permanenza all'ombra
di Eraclio, complici il ringiovanimento e la riduzione dei costi imposta
da patron Tatò, che l'hanno portato sempre più lontano da Barletta.
Oggi alla Paganese è uno dei più esperti di una rosa di "vecchie volpi"
della categoria: 9 presenze e una media-voto superiore alla sufficienza
lo hanno già portato nei cuori dei tifosi azzurrostellati. Tra poco più
di 24 ore tornerà sul prato del "Cosimo Puttilli", questa volta da
avversario, in Barletta-Paganese, match valevole per l'11^ giornata del campionato di Prima Divisione Lega Pro, girone B; noi di Barlettalife.it l'abbiamo intervistato in esclusiva per raccontare la vigilia del suo ritorno all'ombra di Eraclio:
Fabrizio, quella di domani non può essere la consueta "partita come le altre" per te...
« Sicuramente non è una partita come le altre, ho un gran bel ricordo
dei mesi trascorsi a Barletta, tanto dei tifosi quanto della città
quanto dell'ambiente. Sto però vivendo una settimana serena aspettando
questa importante partita: sono stato bene da voi, e dove sei stato
bene, significa che ti porti dietro bei ricordi».
Quando ad agosto hai guardato il calendario e hai pensato che a
novembre saresti tornato a Barletta, credevi di trovare le formazioni in
questa situazione di classifica?
« Sinceramente no. Credevo ci saremmo trovati più vicini in classifica,
pensavo che il Barletta sarebbe andato meglio: non mi aspettavo di
trovarlo così in bassa classifica. Il campionato è però ancora lungo».
Parliamo della Paganese: squadra compatta, 15 punti, che sta
sorprendendo per rendimento. Avete un gruppo composto da diversi
ex-calciatori della Salernitana e un allenatore giovane come Gianluca
Grassadonia. Quanto aiuta il fatto di avere già un amalgama di base? E
come valuti il tuo rapporto con il mister?
« Con mister Grassadonia ho un ottimo rapporto: molto diretto, molto
bello. E' un allenatore che sa insegnare calcio ma al tempo stesso sa
anche capire le problematiche di ogni calciatore. Per quanto riguarda il
gruppo, l'avere tanti compagni che hanno giocato insieme per anni aiuta
il lavoro dell'allenatore e anche quello degli ultimi arrivati».
Avete una buona tenuta difensiva: merito dei trascorsi da difensore del vostro allenatore?
« E' vero, ma lavoriamo molto anche sulla fase offensiva. Per ora il
nostro punto di forza è stata la tenuta della porta e l'aver conquistato
qualche risultato anche con un solo gol di scarto».
Potete ambire ai playoff in un torneo così equilibrato?
« Hai detto bene, proprio perchè è così equilibrato credo che prima
dobbiamo pensare alla salvezza, poi eventualmente a fare qualcosa in
più».
Nel Barletta di inizio stagione è stata notevole l'assenza di uomini di esperienza: avresti potuto essere tu uno di questi?
« A me, come ho già detto, sarebbe piaciuto restare. Mi sono trovato
molto bene e poi volevo togliermi altre soddisfazioni con quella maglia.
Purtroppo le scelte del presidente e del nuovo staff tecnico sono state
diverse: ho preso atto della decisione, e per fortuna oggi sono in una
società sana che mi ha trattato bene».
Chi ti ha comunicato la mancata riconferma? Il presidente Tatò o il ds Pavone?
« Nessuno dei due. Non ho parlato direttamente con il presidente e non
conosco il nuovo direttore sportivo: quando si è concluso il campionato,
ho avuto un incontro con il segretario per le buste paga e mi è stato
fatto capire che avrei potuto trovare un'altra sistemazione».
Ti sei spiegato i motivi dell'addio? Scelta tecnica o economica?
« A Barletta avevo un ingaggio importante, è vero, ma era un retaggio di
quello che prendevo nel Pergocrema. Alla fine credo che un calciatore
di categoria, anche in questo momento complicato in cui tanti miei
colleghi, anche bravi, sono a casa, sarebbe stato disponibile a
trattare. Se la società avesse voluto la conferma di Romondini, per me
sederci a un tavolo e discutere sarebbe stato davvero gradito. Non ne
avrei fatto questioni economiche, ma, ripeto, non c'è stato alcun
approccio».
Con chi sei ancora in contatto dei tuoi vecchi compagni?
« Sento sempre Vincenzo Migliaccio, con il quale ho un rapporto
fraterno, poi Mazzeo, De Liguori e Petterini. Inoltre ho incontrato un
paio di volte, vivendo a Cava dei Tirreni, Pasquale Pane».
Che accoglienza ti aspetti domani al "Puttilli"? Da parte tua ci sarà voglia di rivalsa?
« Io spero che l'accoglienza sia positiva, calorosa: ho giocato pochi
mesi a Barletta, ma il rapporto con i tifosi è stato sempre buono, ci
hanno sempre incoraggiato. Non ho spirito di rivalsa, l'avrei avuto se a
Barletta non avessi fatto bene, ma penso di aver giocato bene l'anno
scorso. Ho voglia di fare bene, come è normale in ogni partita».
A Barletta ti eri fatto notare anche per i bei gesti con la tua
associazione benefica Italia Sport Onlus. Procedono le vostre
iniziative?
« Proprio la prossima settimana partirà un'asta benefica per una scuola
calcio di Cava, dove un ragazzo qualche anno fa morì a 15 anni. In suo
onore hanno aperto questa scuola calcio che non percepisce denaro, e
grazie a quest'asta compreremo del materiale sportivo che doneremo a
loro. Queste sono le cose che più ti arricchiscono dentro».
A fine stagione dove vedi Barletta e Paganese?
« Guardando la rosa del Barletta, penso che sia molto giovane: devono
lavorare bene e tanto per guadagnare una salvezza alla loro portata. Per
quanto riguarda la Paganese, ripeto il diktat: pensiamo prima alla
salvezza, poi eventualmente a sognare».
Prima del tuo ritorno, come vuoi salutare tifosi e città di Barletta?
« Con un abbraccio affettuoso, perchè mi hanno sempre rispettato e
sostenuto come uomo e come calciatore, e questa è la cosa fondamentale.
Spero che a Barletta avrò un'accoglienza calorosa, a questo ci tengo
particolarmente».
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