17.11.12

«A Barletta nessuna voglia di rivalsa» parola dell'ex Fabrizio Romondini.

Tanto lineare e geometrico in campo, quanto equilibrato e mai banale nella vita: è il ritratto di Fabrizio Romondini. Il 35enne centrocampista, 15 anni di esperienza nel calcio "pro", ha dato tanto in pochi mesi nella scorsa stagione a Barletta. Arrivato a fine gennaio dal Pergocrema, l'ex regista dei lombardi aveva presto conquistato consensi e animi del "Cosimo Puttilli", risultando tra i più continui nel girone di ritorno, e distinguendosi fuori dal campo anche con la sua associazione benefica Italia Sport Onlus. 14 presenze e una rete con la maglia del Barletta, una leadership affermata nel cuore del campo, che non gli era però valsa la riconferma per questa stagione sportiva. Dopo che l'avvio di calciomercato lo vedeva vicino alla conferma in biancorosso, day-by-day le chances di permanenza all'ombra di Eraclio, complici il ringiovanimento e la riduzione dei costi imposta da patron Tatò, che l'hanno portato sempre più lontano da Barletta. Oggi alla Paganese è uno dei più esperti di una rosa di "vecchie volpi" della categoria: 9 presenze e una media-voto superiore alla sufficienza lo hanno già portato nei cuori dei tifosi azzurrostellati. Tra poco più di 24 ore tornerà sul prato del "Cosimo Puttilli", questa volta da avversario, in Barletta-Paganese, match valevole per l'11^ giornata del campionato di Prima Divisione Lega Pro, girone B; noi di Barlettalife.it l'abbiamo intervistato in esclusiva per raccontare la vigilia del suo ritorno all'ombra di Eraclio:

Fabrizio, quella di domani non può essere la consueta "partita come le altre" per te...
« Sicuramente non è una partita come le altre, ho un gran bel ricordo dei mesi trascorsi a Barletta, tanto dei tifosi quanto della città quanto dell'ambiente. Sto però vivendo una settimana serena aspettando questa importante partita: sono stato bene da voi, e dove sei stato bene, significa che ti porti dietro bei ricordi».

Quando ad agosto hai guardato il calendario e hai pensato che a novembre saresti tornato a Barletta, credevi di trovare le formazioni in questa situazione di classifica?
« Sinceramente no. Credevo ci saremmo trovati più vicini in classifica, pensavo che il Barletta sarebbe andato meglio: non mi aspettavo di trovarlo così in bassa classifica. Il campionato è però ancora lungo».

Parliamo della Paganese: squadra compatta, 15 punti, che sta sorprendendo per rendimento. Avete un gruppo composto da diversi ex-calciatori della Salernitana e un allenatore giovane come Gianluca Grassadonia. Quanto aiuta il fatto di avere già un amalgama di base? E come valuti il tuo rapporto con il mister?
« Con mister Grassadonia ho un ottimo rapporto: molto diretto, molto bello. E' un allenatore che sa insegnare calcio ma al tempo stesso sa anche capire le problematiche di ogni calciatore. Per quanto riguarda il gruppo, l'avere tanti compagni che hanno giocato insieme per anni aiuta il lavoro dell'allenatore e anche quello degli ultimi arrivati».

Avete una buona tenuta difensiva: merito dei trascorsi da difensore del vostro allenatore?
« E' vero, ma lavoriamo molto anche sulla fase offensiva. Per ora il nostro punto di forza è stata la tenuta della porta e l'aver conquistato qualche risultato anche con un solo gol di scarto».

Potete ambire ai playoff in un torneo così equilibrato?
« Hai detto bene, proprio perchè è così equilibrato credo che prima dobbiamo pensare alla salvezza, poi eventualmente a fare qualcosa in più».

Nel Barletta di inizio stagione è stata notevole l'assenza di uomini di esperienza: avresti potuto essere tu uno di questi?
« A me, come ho già detto, sarebbe piaciuto restare. Mi sono trovato molto bene e poi volevo togliermi altre soddisfazioni con quella maglia. Purtroppo le scelte del presidente e del nuovo staff tecnico sono state diverse: ho preso atto della decisione, e per fortuna oggi sono in una società sana che mi ha trattato bene».

Chi ti ha comunicato la mancata riconferma? Il presidente Tatò o il ds Pavone?
« Nessuno dei due. Non ho parlato direttamente con il presidente e non conosco il nuovo direttore sportivo: quando si è concluso il campionato, ho avuto un incontro con il segretario per le buste paga e mi è stato fatto capire che avrei potuto trovare un'altra sistemazione».

Ti sei spiegato i motivi dell'addio? Scelta tecnica o economica?
« A Barletta avevo un ingaggio importante, è vero, ma era un retaggio di quello che prendevo nel Pergocrema. Alla fine credo che un calciatore di categoria, anche in questo momento complicato in cui tanti miei colleghi, anche bravi, sono a casa, sarebbe stato disponibile a trattare. Se la società avesse voluto la conferma di Romondini, per me sederci a un tavolo e discutere sarebbe stato davvero gradito. Non ne avrei fatto questioni economiche, ma, ripeto, non c'è stato alcun approccio».

Con chi sei ancora in contatto dei tuoi vecchi compagni?
« Sento sempre Vincenzo Migliaccio, con il quale ho un rapporto fraterno, poi Mazzeo, De Liguori e Petterini. Inoltre ho incontrato un paio di volte, vivendo a Cava dei Tirreni, Pasquale Pane».

Che accoglienza ti aspetti domani al "Puttilli"? Da parte tua ci sarà voglia di rivalsa?
« Io spero che l'accoglienza sia positiva, calorosa: ho giocato pochi mesi a Barletta, ma il rapporto con i tifosi è stato sempre buono, ci hanno sempre incoraggiato. Non ho spirito di rivalsa, l'avrei avuto se a Barletta non avessi fatto bene, ma penso di aver giocato bene l'anno scorso. Ho voglia di fare bene, come è normale in ogni partita».

A Barletta ti eri fatto notare anche per i bei gesti con la tua associazione benefica Italia Sport Onlus. Procedono le vostre iniziative?
« Proprio la prossima settimana partirà un'asta benefica per una scuola calcio di Cava, dove un ragazzo qualche anno fa morì a 15 anni. In suo onore hanno aperto questa scuola calcio che non percepisce denaro, e grazie a quest'asta compreremo del materiale sportivo che doneremo a loro. Queste sono le cose che più ti arricchiscono dentro».

A fine stagione dove vedi Barletta e Paganese?
« Guardando la rosa del Barletta, penso che sia molto giovane: devono lavorare bene e tanto per guadagnare una salvezza alla loro portata. Per quanto riguarda la Paganese, ripeto il diktat: pensiamo prima alla salvezza, poi eventualmente a sognare».

Prima del tuo ritorno, come vuoi salutare tifosi e città di Barletta?
« Con un abbraccio affettuoso, perchè mi hanno sempre rispettato e sostenuto come uomo e come calciatore, e questa è la cosa fondamentale. Spero che a Barletta avrò un'accoglienza calorosa, a questo ci tengo particolarmente».


www.barlettalife.it