Rubrica di paganese.it
Grande vittoria nonostante le incomprensibili e penalizzanti scelte iniziali di Grassadonia che sembra averci preso gusto nel sorprendere e disorientare stampa, tifosi, dirigenti ed addirittura gli stessi giocatori.
Ancora fuori l'insostituibile Scarpa a beneficio del volenteroso ed adattato Tortori, Soligo esterno destro ed ennesimo ritorno di fiamma per Pepe e Franco.
Il risultato e le espressioni di gioco dei primi quarantacinque minuti non potevano non evidenziare una costante e piatta prevedibilità di manovra, nonostante la voglia, la grinta e la determinazione al cospetto di un avversario non certamente irresistibile ma ordinato, equilibrato ed attento, doti che da sole non giustificano la brillantissima posizione che occupano in classifica.
E' bastato l'ingresso dell'incontenibile ed indemoniato Scarpa per cambiare una partita senza sussulti e senza sbocchi, non è stata la prima volta e non sarà l'ultima, troppo rari ed introvabili, in questa categoria, calciatori col suo estro, la sua inventiva la sua creatività arricchite ora anche da spirito di sacrificio e maturità tattica.
La Paganese è squadra altamente competitiva come gruppo e come singoli, ed una grande squadra è sempre alla costante ricerca di certezze, di valori consolidati, di interpreti che costantemente siano in grado di dare il loro contributo determinante per migliorare ed esaltare le qualità del gruppo.
La mia impressione è che il bravo tecnico salernitano sia ancora alla ricerca di certezze fondamentali se riesce, immancabilmente e costantemente ad inventarsi qualcosa che non può non limitare la crescita e le consapevolezze di un gruppo motivato e giustamente ambizioso.
In tutti i reparti si evidenziano individualità di spicco ed irrinunciabili e consolidate capacità tecniche, non mancano valide alternative, basterebbe gestire con minore frettolosità e più raziocinio il contributo tecnico che possono apportare le "seconde" scelte.
Tutto ciò servirebbe ad esaltare ancora di più calciatori in grado di non temere nessun avversario come ampiamente dimostrato dal trionfo contro i disorientati ed impalpabili lupi irpini.
Credo che al di là di qualche inevitabile adattabilità alle caratteristiche degli avversari, Grassadonia abbia trovato, dopo le ambasce iniziali, l'assetto tattico giusto, il consolidato e produttivo, in termini di prestazioni, 3-5-2, si adatta perfettamente alle caratteristiche dei singoli, e permetterà alla compagine azzurra di sedersi di nuovo al tavolo delle grandi col piglio e la sfrontatezza di chi non teme niente e nessuno.
Certo emergono, problemi di complementarietà e di compatibilità, forse anche di qualche limite colpevolmente sottovalutato ma il mercato di "riparazione" e qualche risorsa, troppo frettolosamente accantonata (Fava)potranno arricchire ambizioni, entusiasmi e sogni.
Le altre sono ancora un po' lontane ma non irraggiungibili, il ritorno di Benevento e Perugia potrebbe aumentare il numero delle pretendenti ma nello stesso tempo favorire il recupero della Paganese, considerando anche la non utopistica ripetizione della gara contro il Latina.
Senza dimenticare che sanniti ed umbri dovranno presto affrontare e temere l'impatto ed il calore coinvolgente del "Torre", fortino sempre più inespugnabile ed invincibile.
Il riposo giunge proprio opportuno, servirà ad allungare, godere e metabolizzare meglio l'inebriante successo di ieri senza sottovalutarne i segnali positivissimi ma anche quelli che lasciano irrisolto qualche interrogativo.
Basterà davvero poco per allontanare dubbi e perplessità, la squadra sta dimostrando di possedere grandi qualità e sopratutto grande convinzione e competitiva personalità.
Lo sguardo attento e le riflessioni approfondite di Grassadonia dovranno essere d'aiuto al decollo costante, consolidato e definitivo di una squadra decisissima a riguadagnare il terreno perduto.
Si riprenderà con due trasferte (Catanzaro e Gubbio) molto temibili, contro avversari motivatissimi, usciti nettamente rafforzati dagli ultimi movimento di mercato ma la per la Paganese non è più tempo di ansie, di timori e di attese, bisogna centrare quel prestigioso obbiettivo che la qualità e la varietà del gruppo, le attese di dirigenti e dei suoi impagabili tifosi meritano.
Carlo Vitiello