Davanti agli occhi vigili e appassionati del patron Gianluigi Buffon, una Carrarese stanca, demoralizzata e sfortunata, prende due sberle da una Paganese più compatta e cinica. Quella che doveva essere quindi la partita della vita per Anzalone e compagni si è tramutata, ormai neanche a sorpresa, nell’ennesimo incubo di una stagione maledetta.
Emblematiche le prestazioni degli uomini simbolo degli azzurri: Makinwa più che un leopardo affamato è sembrato un gattino bagnato, bravo solo nel finale a trovare l’eurogol dell’1-2; Mancuso invece anziché essere la lepre che i marmiferi conoscevano, è apparso ai più un coniglio assonnato e goffo nell’unica occasionissima azzurra (tap-in ciccato a due passi dal portiere azzurrostellato ad inizio ripresa).
Non irreprensibile anche la prestazione del direttore di gara, il signor Ghersini di Genova, che nega due penalty, uno dubbio (tocco di mano) e uno evidentissimo (atterramento di Makinwa da parte del portiere), sintomo di una situazione anche astrale avversa. Un dato di fatto è comunque la prestazione opaca e sottotono dei marmiferi, scesi in campo con l’obiettivo di vincere e usciti neanche con un misero punticino, utile per alimentare il lumicino della speranza, sempre più affievolito.
Al termine della gara clima surreale sugli spalti del “Dei Marmi”, con i tifosi sgomenti e ormai rassegnati a vedere la gloriosa casacca giallo-azzurra retrocedere nella divisione minore. Dimenticare in fretta il tonfo odierno è legge nello spogliatoio carrarino: nulla è ancora compromesso dati alla mano, ma serve una seria inversione di tendenza nei prossimi 6 match, partendo già dalla temibile trasferta eugubina.
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