25.3.13

Io la vedo così - di Carlo Vitiello.

Il calcio? Un festival infinito e perenne di certezze e contraddizioni, illusioni e scoramenti, euforie e disillusioni condite ed alimentate da tante, troppe inutili e sterili parole o da giudizi e convinzioni destinati ad essere smentiti alla prima occasione. Gli attori sono sempre gli stessi eppure i limiti palesati ed evidenziati da un risultato deludente si trasformano in valori aggiunti nel momento in cui un episodio favorevole o l'insipienza tattica e tecnica dell'avversario favorisce "l'impresa". Una lunga, troppo lunga serie di risultati negativi trova puntuale giustificazione in infortuni, squalifiche o sfortuna, una vittoria che interrompe paure e totale assenza di identità, viene etichettata come felice interpretazione del lavoro settimanale e della ritrovata "complicità" (?????) del gruppo. Parole, parole che cercano di allontanare il rimpianto di tutto ciò che poteva essere e non è stato. La Paganese ieri ha disputato una buona gara contro un modesto, inconcludente piatto e prevedibile Benevento, ha raccolto meno di quanto meritasse ma non mi sento di condividere qualche timido accenno trionfalistico. La gara e la prestazione di ieri rappresentano, anzi, l'ennesima conferma di una squadra che poteva ambire a qualcosa di molto più importante, prestigioso e rispondente alle immense qualità individuali. Il campo, e non lo sterile chiacchiericcio, ha dato le risposte scontate e non certo sorprendenti: troppo riduttivo rassegnarsi ad inseguire un traguardo minimo quando avversari non certamente meglio attrezzati potranno inseguire un sogno nettamente alla portata degli azzurrostellati. Ma la realtà, l'amara realtà è questa e bisognerà allontanarsi al più presto da una posizione di classifica non ancora rassicurante e costellata da imprevedibili insidie. Con la vittoria di ieri contro il vivace ma troppo incompleto Viareggio, anche l'Andria ricomincia a credere ed a sperare nel miracolo, il pareggio del giovanissimo ed organizzatissimo Prato contro un irriconoscibile Latina è l'allarmante conferma che niente è scontato e che tutti hanno voglia di sopravvivere mettendo in campo, carattere, grinta cuore ma anche un intelligente e proficua utilizzazione delle risorse. Ed è su queste incommensurabili risorse la Paganese dovrà fare affidamento, dovrà farlo con la consapevolezza della sua forza, con la certezza che l'episodio sfavorevole o la sfortuna possono essere tranquillamente sconfitti dall'identità di gioco e della superiore caratura dei singoli. Giovedì prossimo scenderà al "Torre" l'avversario giusto per la definitiva riprova di questo campionato altalenante e contraddittorio. Dico subito che non sarà per niente facile, i pontini rappresentano per me, una delle più convincenti realtà di questo campionato, esprimono un calcio brioso, organizzato equilibrato e convincente. Hanno da un po' smarrito la strada della vittoria, hanno perso spregiudicatezza e convinzione, si sono inaspettatamente allontanati dalla vetta della classifica ma hanno calciatori validissimi ed altamente competitivi in ogni reparto ed anche ricche e numerose alternative. Calciatori come Bindi, Milani, Giallombardo e Bruscagin, difensori come Cottafava e De Giosa, centrocampisti come Cejas, Sacilotto, Gerbo e Burrai, attaccanti come Danilevicius, Kola, Barraco e Jefferson, ed ancora il forse indisponibile Schetter, i giovani Ricciardi ed Angelilli, rappresentano quanto di meglio possa bastare per ambire alla B. Contro questo temibilissimo avversario la Paganese dovrà dimostrare di aver ritrovato convinzione, entusiasmo, fiducia ed autostima, dovrà cercare di farsi perdonare le attese andate deluse e cancellare il rimpianto che questa poteva essere una partita importante ma non ancora decisiva per obbiettivi diversi e raggiungibilissimi.

Carlo Vitiello per paganese.it