5.6.13

Salernitana, Nocerina e Paganese: bentornati alla "vecchia" serie C.

Toh, chi si rivede. Tenesse fede agli auspici fatti dal presidente Macalli e dal dg Ghirelli, la Lega Pro del prossimo anno si regalerebbe un girone centromeridionale di Prima divisione ch’è poca roba definire «infuocato». Almeno guardando quei 18 chilometri d’autostrada che separano Salerno da Pagani, con di mezzo l’uscita Nocera. Un tuffo nel passato della vecchia serie C, un monito sin d’ora grande così per l’ordine pubblico.
Eppure, fu proprio nella sede della Prefettura salernitana, qualche mese fa, che il direttore generale della Lega Pro ruppe gli indugi: «Paganese-Nocerina si gioca a Pisa, però d’ora in avanti diciamo basta ai derby a porte chiuse. Queste partite sono il sale del calcio, e dei nostri campionati. Dalla prossima stagione le giocheremo tutte nei rispettivi stadi e con il pubblico sugli spalti», la promessa di Ghirelli. Venisse mantenuta, e si seguisse l’orientamento della suddivisione Nord-Sud dei raggruppamenti di Prima divisione, ci si ritroverebbe nel girone B con la Salernitana neo promossa, la Paganese che ha consolidato quest’anno la terza serie e la Nocerina fresca di delusione per la mancata promozione tra i cadetti sfumata nella semifinale play-off di Latina. Non solo. Perché la Campania che ha appena perso il Sorrento, mestamente retrocesso, nella C1 dell’anno che verrà esprimerà anche il sempre ambizioso Benevento. C’è traffico, insomma, su strade e autostrade della regione, e c’è pure (già) allerta sul fronte «sicurezza».
Salernitana e Nocerina non s’incontrano da 25 anni, ma le due tifoserie non si sono mai amate (eufemismo per non dir altro). Proprio per effetto di questa rivalità, i granata erano uniti da un solido gemellaggio con i supporters della Paganese, naufragato tre anni fa in un incontro all’Arechi segnato da forti tensioni. Tra i cugini dell’Agro, poi, la storia è nota: il campanilismo è accesissimo, e la scorsa estate sfociò in esasperazione e follia quando, in occasione della sfida tra rossoneri e azzurrostellati in Coppa Italia (si giocava al San Francesco di Nocera Inferiore ma a porte chiuse) sulla «striscia di Gaza» di Santa Chiara, al confine tra le due città, si scatenò l’inferno. Le successive sfide di campionato furono così esiliate a Chieti prima e a Pisa poi. Un’inaccettabile sconfitta per il calcio, che spinse le due società, ma pure le stesse tifoserie molossa e azzurrostellata, a invocare una svolta. La Lega Pro la promise, d’intesa con le autorità di pubblica sicurezza, proprio a Salerno, nel palazzo di governo sul territorio.

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Adesso, c’è attesa e curiosità per capire quale sarà la linea da seguire nella composizione dei gironi. La società Salernitana, vigile su tutti i fronti, potrebbe far sentire la propria voce anche su questo tema. Di certo c’è che Lotito vorrà evitare anche il minimo rischio di dover giocare a porte chiuse, e quindi, piuttosto che un derby nel deserto, preferirebbe le lunghe trasferte al Nord. Se ne discuterà a breve, dopo che sarà delineato il quadro definitivo delle 33 squadre che giocheranno la Prima divisione 2013/2014. Lecce e Carpi da una parte, come Latina e Pisa dall’altra, si giocano ancora la promozione in serie B. Due resteranno in C1, molte altre dovranno affrontare settimane durissime per regolarizzare le proprie posizioni in vista dell’esame iscrizione, scoglio su cui da qualche anno sbattono diverse società destinate prima o poi ad affondare irrimediabilmente.
Di sicuro, oltre ai derby campani che già suggestionano un ipotetico raggruppamento centromeridionale, la terza serie che verrà sarà campionato in grado di (ri)proporre realtà calcistiche importanti, da Nord a Sud. Potenziali e temibili antagoniste d’una Salernitana a caccia di un’altra (la terza consecutiva) promozione. Tre nomi per tutti, che i granata potrebbero rincrociare nel proprio destino: Vicenza, Ascoli e Perugia. Toh, chi si rivede.