Benvenuti a Quarto, l’epicentro d’un pianeta che s’è sbarazzato di quell’ingombrante, insopportabile fardello della malavita organizzata e l’ha scaraventato via, con l’aiuto di un pm ma anche di una fierezza interiore che ora
si specchia in quella dimensione quasi onirica attraversata godendosi le veroniche di Insigne e i dribbling maestosi di un Balotelli osannato. Ci sono partite che non finiscono mai e qui si è appena all’inizio, un match a oltranza che richiederà nuovi sforzi e imprevedibili sacrifici che il presidente del Nuovo Quarto, Luigi Cuomo, ha già inserito nel listone d’una spesa che conduce dritto alla coscienza collettiva: « Perché sappiamo bene che la battaglia sarà lunga, ne siamo consapevoli: questo è semplicemente un punto di partenza, mica d’arrivo ». Ma è l’unione che fa la forza ed in questa Quarto che sa di purezza, d’integrazione, c’è chi s’è messo addosso la propria maglietta per dare un personale contributo: l’ha fatto – ad esempio – Annamaria Torre, l’allenatore mica il semplice rappresentante, dell’associazione Libera sport, memoria ed impegno che l’11 dicembre aspetterà Prandelli a Pagani per consegnarli un premio intitolato alla memoria di suo padre, l’avvocato Marcello Torre, sindaco di quella città ucciso dalla camorra negli anni ‘80. Quando forse queste partite non erano ancora cominciate.
Fonte: Corriere dello Sport