PISA. Edoardo Goldaniga è stato uno degli eroi del Pisa al “Curi”,
dove i ragazzi di Pagliari hanno ottenuto la terza vittoria in campo
esterno su quattro gare. La difesa si è confermata, in trasferta in
particolare, un punto di forza. E la prova dell’ex difensore del Palermo
è stata ancora una volta sopra le righe.
Goldaniga, nato a Milano,
compirà vent’anni il primo novembre. Dopo due anni in serie D con il
Pizzighettone (63 presenze e un gol all’attivo) è stato notato dagli
osservatori del Palermo che non hanno esitato a portarlo in maglia
rosanero, con la quale l’anno scorso ha disputato tutto il campionato,
fino ad arrivare ai playoff, realizzando anche sei gol.
Per il
difensore milanese anche una una panchina in prima squadra nella gara
di Coppa Italia con la Cremonese. Un giocatore ambidestro, molto
elegante, che sa anche impostare l’azione. In maglia nerazzurra ha
totalizzato finora sette presenze su altrettante gare di campionato ed è
uno di quei giocatori che Pagliari considera intoccabili.
Anche a
Perugia è stato tra i migliori nonostante una piccola contrattura
accusata nella settimana precedente. «Sono contento soprattutto della
prestazione della squadra - dice -. Ho voluto esserci a tutti i costi
perché era una partita importante dopo la sconfitta interna con il
Pontedera e non potevo mancare. Il merito è anche del mister che ci dice
sempre di stringere i denti». Goldaniga ha dimostrato di essere abile
nel gioco aereo: visti i sei gol realizzati con la Primavera del Palermo
l’anno scorso, ora vorrebbe rompere il ghiaccio anche con la maglia
nerazzurra. «Sarebbe bellissimo segnare con il Pisa. Spero da qui alla
fine della stagione di realizzare un gol proprio all’Arena».
A
parte i risultati positivi come ti stai trovando? «Mi sto trovando molto
bene. Pisa è una bella città e c’è bella gente. Quando giochiamo
all’Arena vedo che la gente è molto attaccata alla squadra e ci
sostiene. Questo è molto importante per il rendimento di un giocatore».
Durante
il mercato Goldaniga sembrava diretto in serie B, in particolare
all’Empoli (che doveva dare Gigliotti al Pisa). Poi è cambiato qualcosa.
«Quando mi hanno detto che c’era la possibilità di venire a Pisa -
racconta - non ho avuto tentennamenti. Per me rappresenta una piazza di
prim’ordine e arrivare a Pisa non equivale a scendere di categoria, ma
vuol dire giocare in una piazza che ha storia e blasone e che è
importante nel curriculum di ogni giocatore. Ci sono stati anche momenti
non proprio incoraggianti nella mia breve carriera, però grazie
all’aiuto dei miei genitori sono riuscito a riprendermi. Se adesso sono
qua e sto rendendo è anche merito loro».
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