28.11.13

Paganese-Nocerina: il derby di Mimmo Citarelli.

Scrivere di Nocerina-Paganese non è facile. I motivi sono diversi. Innanzitutto è un derby che negli ultimi trent’anni non si è giocato spesso, le due squadre per quanto vicinissime si sono trovate poche volte. Da qualche anno sono tornate a frequentare la Lega Pro ma i vertici del calcio italiano hanno deciso che quello tra rossoneri e azzurro stellati è il derby più pericoloso del mondo. Più di quello di Mostar, di Avellaneda, di Roma o di Glasgow. Tutti derby dove si “scontrano” decine di migliaia di persone, ma questo è un discorso molto lungo.

I derby, con pubblico, più recenti sono quelli che risalgono alla Serie D. Due vittorie per la Nocerina, la seconda talmente schiacciante che i tifosi della Paganese abbandonarono il terreno di gioco di Portici mezzora prima della fine della partita. Andando più indietro con i ricordi ho trovato uno di quei derby antichi. Quelli che si giocavano ancora con le maglie di lana, quelle che trattenevano tutto il sudore e alla fine della partita i calciatori portavano addosso tutto il carico della loro fatica.

Era il campionato 1983-84, Serie C2, la Nocerina era partita male ma si avviava a vincere il campionato in tandem con la Reggina. La Paganese avrebbe evitato la retrocessione solo negli ultimi minuti della stagione. In campo non c’è gara. La Nocerina giocava un calcio che era avanti almeno di una decina di anni sulle concorrenti. Un gioco veloce, che avvolgeva l’avversario.

 Ideale per questo tipo di calcio era il centravanti di quella Nocerina. Domenico Citarelli, per tutti Mimmo. Attaccante tascabile dal guizzo veloce e dal colpo di testa insospettabilmente efficace. Mise a segno una doppietta che lanciò la Nocerina verso il rush finale. Ma quel giorno non furono i suoi guizzi a restarmi impressi, ne qualche particolare giocata dei nostri centrocampisti.

C’erano i tifosi della Paganese, mischiati con noi. Non c’era il settore ospiti, non c’erano scorte della polizia. Non c’era nulla se qualche sciarpa ben nascosta ed una parlata un po’ differente a dividerli da noi. Al gol della Paganese esultarono. Si vide questo gruppo di trenta, forse cinquanta persone, alzarsi ed esultare. Dopo l’esultanza non ci sono stati né morti né feriti. La partita è finita ed ognuno è tornato a casa propria. Rispetto? Probabilmente si. Erano semplici tifosi, come noi, venuti a seguire la squadra del cuore. Il calcio non esiste senza tifosi.

Fabio Pagano, ForzaNocerina.it