di Nino Ruggiero
C’è poco da stare allegri in casa Paganese. È bastato un Viareggio così
così, certamente non uno squadrone ammazza campionato, per riportare con
i piedi per terra tutti quelli che – in un senso o in un altro –
avevamo sperato in una sterzata decisa, soprattutto dopo le discrete
esibizioni con Benevento in casa e con Pontedera e Ascoli in trasferta.
Il dato sconfortante maturato dopo la pesante sconfitta interna con il
Viareggio è rappresentato dal fatto di avere assistito ad una delle più
brutte e insulse esibizioni della Paganese negli ultimi anni. Una
sconfitta che al di là del risultato, in una gara che ha avuto poca
storia, ha evidenziato carenze tecnico-tattiche macroscopiche. Non mi è
dato di sapere quali sono e quali saranno le mosse della società azzurro
stellata in questi ultimi giorni di mercato. Ma non mi è sembrata una
buona idea rinunciare aprioristicamente – a meno che non si sia trattato
di problemi di natura fisica – a due atleti come Velardi e Meola, che,
volenti o nolenti, con tutti i problemi di ambientamento e con alterna
fortuna, avevano costituito pur sempre l’architrave del gioco di
centrocampo della squadra. Forse Velardi e Meola non sono mostri sacri,
ma almeno sono giocatori di mestiere abituati ad agire in determinate
zone del campo.
Nel giorno del debutto di Palma, un ragazzo dotato di buona personalità e
di una fresca vena atletica, si è pensato invece di costituire un
centrocampo formato da atleti che, oltre a non avere il passo di
centrocampisti, non sono mai stati e non saranno mai uomini di
interdizione e di rilancio. Martinovic e Deli, encomiabili per impegno
mostrato, impiegati nella zona nevralgica del gioco, non solo non sono
riusciti a dare manforte a Palma quando il Viareggio era in possesso di
palla, ma addirittura – proprio perché stremati in un andirivieni che
non rientra nelle loro caratteristiche – non sono mai riusciti a
ricucire il raccordo tra difesa ed attacco.
Con un centrocampo che non riesce a fare filtro davanti a una difesa che
tanto avrebbe avuto bisogno di protezione, Marruocco e compagni non
hanno mai dormito sonni tranquilli. Il gol realizzato dopo pochissimi
minuti dall’inizio è stato solo l’avvisaglia di quello che sarebbe stato
poi l’andamento della gara.
Alla vigilia si era parlato di una Paganese finalmente al gran completo;
addirittura Belotti avrebbe dovuto avere problemi di abbondanza. Forse a
qualcuno è sfuggito che in pochi giorni sono andati via da Pagani e
stanno per andarsene tutti gli elementi che dall’inizio del campionato
avevano in un certo qual senso preso possesso delle chiavi del
centrocampo: Franco, Velardi, Giampà e Meola.
Di solito quando i risultati non arrivano, come nelle aspettative, i
calciatori si rimpiazzano con elementi maggiormente dotati, sempre che
si voglia migliorare. Ma chi è arrivato, di grazia, al posto dei
suddetti calciatori? Palma, promettente elemento dalle giovanili del
Napoli, e Palomeque, altro giovane di belle speranze. Punto e basta. E
volete che due elementi, per quanto bravi in prospettiva, possano
sostituire tutt’ad un tratto elementi che avevano già confidenza con un
certo tipo di gioco, se non altro per esperienze consolidate?
Io non so se Belotti sia contento delle scelte di mercato. Immagino di
no perché un tecnico navigato sa bene quanto conti l’esperienza in
questo tipo di campionato. Fossi in lui – ad evitare spiacevoli
coinvolgimenti in disastri annunciati – visto che manca ancora qualche
giorno alla chiusura delle liste di trasferimento, metterei determinati
paletti a sostegno della mia posizione e delle mie aspettative.
Nel calcio quando i risultati non arrivano – ed è il caso nostro – è
sempre il tecnico a essere messo sotto accusa; credo quindi che non sia
più il tempo di tergiversare anche perché il campionato ha già passato
il giro di boa. Allora, visto che l’unico obiettivo possibile è quello
di non finire il campionato all’ultimo posto, che – tra l’altro –
comporterebbe anche un mancato introito di contributi federali,
cerchiamo di salvare almeno la faccia.
La partita? Lasciamo perdere, per carità di patria. Se non l’avete
vista, è stato un bene. Roba per malati di calcio, per gente che –
freddo o non freddo, acqua o non acqua – è abituata ad essere presente
nel nome di una passione che non ha età; una fede, nulla più. Ma può
bastare?
Squadra azzurro stellata senza capo né coda, decimata e senza spina
dorsale. Centrocampo raffazzonato con elementi fuori ruolo; difesa
scarsamente protetta da elementi che non erano e non saranno mai
centrocampisti. Tre gol del Viareggio, tutti di ottima fattura, e tutti a
casa dopo una “freddiata” polare.
L’interrogativo, anche a mente fredda, però suona inquietante e non
dovrebbe far dormire i responsabili della società: i continui risultati
negativi sono figli di problemi di “manico” o è il “legname” che non è
adatto al “mobile”?
Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com