6.2.14

"Al di là della partita, fratelli da una vita".

All'andata furono accolti con questo striscione i tifosi della Paganese che raggiunsero Frosinone. Fu il suggello di un gemellaggio che va avanti da quasi 30 anni e che accomuna due cittadine così diverse, ma che negli anni si stanno scoprendo avere tanto in comune. In primis la passione per il calcio, per il tifo.

Ne abbiamo parlato con Massimiliano Tramontano, capo storico degli Street Urchins, che ringraziamo per la disponibilità.

Quando è nato il gemellaggio con i tifosi del Frosinone?
"Il gemellaggio è nato nel 1986 in occasione della partita Paganese-Frosinone. Loro temevano la trasferta, perchè si diceva che appunto Pagani fosse una piazza calda. Contattarono alcuni esponenti del gruppo, i fratelli Gargano, e furono accolti benissimo. Andarono a pranzo a casa di questi nostri amici e da allora è cominciato questo rapporto duraturo che c'è ancora oggi".

Negli anni come si è rafforzato questo rapporto?
"In campionato non ci siamo incontrati spesso, però non è mai mancato il rapporto reciproco. Loro sono stati sempre presenti nei nostri momenti importanti, il doppio salto dalla D alla C1 e le salvezze, e noi abbiamo fatto altrettanto, vedendo la loro promozione in Serie B e la permanenza in cadetteria. Oltre al rapporto sportivo, sono nate relazioni di amicizia, commerciali, di lavoro. Siamo fratelli. Col tempo questo gemellaggio è diventato non solo un gemellaggio fra ultras ma fra città. Ad esempio posso dirti che un gruppetto di frusinati è stato nostro ospite in occasione della Madonna delle Galline, hanno vissuto con noi la festa, alcuni sono venuti con la famiglia. E' un rapporto che viene tramandato di generazione in generazione. E' l'unico gemellaggio che è rimasto nella nostra storia".

All'andata come siete stati accolti? Cosa ricordi di quella giornata?
"Quando ci vediamo, la partita resta in secondo piano. All'andata abbiamo raggiunto Frosinone di mattina, con largo anticipo rispetto all'inizio della gara. Siamo stati accolti molto bene dai tifosi, ma anche dalla gente. Ci hanno portato a pranzo in trattoria e ci hanno riservato una grande accoglienza anche i clienti, che non erano veri e propri sostenitori del Frosinone: questo per far capire come vedono il rapporto con la città di Pagani. Siamo entrati insieme allo stadio, addirittura un gruppetto di tifosi della Paganese, senza tessera del tifoso, è stato fatto entrare nel settore riservato agli ultras di casa. Nel nostro movimento questo è un gesto molto forte e significativo. Dopo la partita siamo rimasti lì fino a tarda serata. E' stata una giornata particolare, una delle domeniche più belle. Ovviamente contraccambieremo in occasione della partita di ritorno".

Cosa significa, nel mondo ultras, essere gemellati?
"E' difficile spiegare su due piedi cosa è il gemellaggio se non sei un ultras. Il tifoso medio non capirà mai cosa spinge l'ultras, quella domenica che non gioca la tua squadra, a fare km per andare a vedere la squadra con la quale sei gemellato. Per me il gemellaggio è una delle dimostrazioni più lampanti che il mondo ultras non è solo quello che viene dipinto come violento dai più. Il mondo ultras è fatto di rapporti, di amicizia, di rispetto e di legami che vanno al di là di tanti altri interessi. Significa unione fra due città, che ti porta a vivere emozioni che tu vivi solitamente solo per la tua squadra del cuore. Io non ho mai pianto per nessun'altra squadra che non fosse la Paganese, neppure per l'Italia Campione del Mondo. Col Grosseto (gara della promozione in B del Frosinone, ndr) io ho pianto, questo è difficile da spiegare".

Per molti, sugli spalti, la gara di domenica passerà in secondo piano. Diamo spettacolo anche lì, perchè il calcio senza tifosi è pari a zero.
 
Danilo Sorrentino - www.paganese.net