Si è vinto, ed è tanto. L’appuntamento con i tre punti non è stato mancato, anche se tutto è stato così maledettamente complicato.
Primo tempo inguardabile, con una Paganese contratta, quasi timorosa al cospetto di una squadra dichiaratamente attestata sulla difensiva. Le occasioni migliori per passare le ha avute proprio il Catanzaro nei primi quarantacinque minuti di gioco, nelle fasi di ripartenza. Nella ripresa è arrivata la metamorfosi da tutti attesa ed auspicata. La Paganese ha preso a sciorinare buon calcio come nelle sue migliori giornate, ancorchè orfana di Caccavallo e Girardi; è apparsa più determinata, più sicura di sé e ha ritrovato man mano che i minuti passavano il miglior Herrera, capace di far impazzire i difensori avversari.
Sulla coscienza dell’arbitro, anzi, del suo collaboratore di linea, pesa la non concessione di un gol - considerato non gol – per un pallone che le immagini televisive “fermate” hanno chiaramente documentato essere oltre la linea di porta. Per fortuna ci ha pensato il “soldatino” Calamai, alla sua seconda segnatura, a suggellare la partita con un gran gol di rapina su splendido suggerimento di Malcore.
Niente da fare per il blasonato Catanzaro che nel finale le ha tentate tutte per arrivare quantomeno al pareggio. La linea difensiva, rinforzata da uno Schiavino insuperabile nel gioco aereo, da segnalare fra i migliori in campo, ha tenuto ed è arrivata così la terza vittoria di fila, inappuntabile.
Appuntamento nella giornata di domani per un approfondimento con la rubrica "Così è, anche se non vi pare” suhttp://paganesegraffiti.wordpress.com/