21.12.14

Una firma per tre vittorie di fila e una sconfitta.

di Nino Ruggiero

Alzi la mano chi non ha avuto timore per le sorti di Angelo Tartaglia, quando, nei primi minuti del secondo tempo, si è accasciato al suolo, lontano dall’azione di gioco. Per fortuna successivi e pronti accertamenti sanitari hanno escluso ogni tipo di complicazione per il giovane difensore, che nei giorni precedenti la gara era stato colpito da un attacco influenzale, e quindi, dopo aver tirato un grosso sospiro di sollievo, passo a parlare della partita con il Martina Franca.
Non voglio e non devo cercare alibi per una sconfitta che è apparsa abbastanza netta, ma credo che, in un certo qual senso, anche inconsciamente, l’episodio che ha visto protagonista Tartaglia possa aver influito sullo stato d’animo dei suoi compagni.
Intendiamoci, le sconfitte sono sconfitte; ma a volte, nel precario equilibrio che caratterizza ogni gara in questo torneo di Legapro, basta un niente perché la bilancia penda da una parte anziché dall’altra. Nel calcio ogni partita fa storia a sé; quindi inutile recriminare, inutile andare alla ricerca delle famose particellesgarrupative, dei “se”, dei “ma” e dei “però”.
Resta il fatto che la Paganese ha giocato una gara al di sotto delle sue possibilità e dell’intensità agonistica che l’aveva vista protagonista nelle ultime vittoriose tre gare.
La squadra gioca la solita gara di attesa nella prima frazione di gioco durante la quale i due portieri restano quasi inoperosi. Unica vera occasione da parte della Paganese quasi da “Paperissima”. Su un cross rasoterra, abbastanza innocente, di Malcore dalla sinistra, Caccavallo si inserisce: è ben piazzato in area, ma, con scarsa convinzione, perde per strada il pallone e il numero uno del Martina se ne impadronisce con un goffo intervento a terra.
Ci si attende una Paganese diversa nella ripresa, secondo un copione che ha sempre funzionato bene da quando è arrivato Sottil alla sua guida; ma, probabilmente, l’episodio del malore occorso a Tartaglia dà una svolta alla partita, soprattutto di carattere psicologico.
Il calcio, si sa, è crudele e spietato. La prima, vera occasione da gol capita sui piedi di Malcore, ben imbeccato da Girardi; l’ex leccese ha nei piedi la possibilità, offerta su un piatto d’argento, per portare in vantaggio la Paganese ma, da pochi passi, in piena area, con il portiere in uscita, non riesce a centrare lo specchio della porta.
Pochi minuti ed il Martina Franca passa con una micidiale rasoiata dal limite dell’area che s’insacca alla sinistra dell’incolpevole Marruocco. E’ il gol che metterà ko la Paganese. La squadra di Sottil, infatti, non riesce più a imbastire una decente manovra di attacco e i tentativi di arrivare al gol del pareggio risultano evanescenti. Stranamente, la squadra accusa oltre il lecito il peso di una incipiente sconfitta che nel calcio – per quelli che sono i programma societari – ci può anche stare; saltano i nervi a parecchi componenti della squadra, soprattutto a chi, dall’alto della sua esperienza, invece, dovrebbe predicare calma e infondere fiducia ai suoi compagni.
Purtroppo, nel calcio il rendimento dei singoli non è sempre lo stesso. Nel nostro caso, De Liguori, fino ad oggi preciso e puntuale punto di riferimento della squadra, incappa in una di quelle che devono essere definite “giornate storte” e, dopo aver incassato il gol, non riesce più a ricucire come sa il gioco di centrocampo, proprio nel momento più delicato della gara. Calamai, in un eccesso agonistico, si fa espellere direttamente per un fallo che si poteva risparmiare; però quando perdi la tramontana, non c’è più lucidità e raziocinio in ogni azione che vai a compiere.
Nei minuti di recupero, come da copione in gare di questo tipo, il Martina Franca segna anche il secondo gol con una precisa inzuccata dei Montalto, forse il suo uomo migliore, insieme all’indiavolato Arcidiacono. Si tratta di un classico del calcio; dopo aver subìto un gol, o pareggi subito o ne prendi un altro a difesa sbilanciata.
Cosa dire ancora? La sconfitta non deve suonare in alcun modo come una bocciatura, anche se in tanti facevamo conti forse proibiti. La Paganese resta una squadra ben quadrata, che gioca un buon calcio e che – soprattutto – ha una sua identità. La sconfitta di Martina Franca deve essere considerata solo come una brutta tappa. Provocatoriamente direi che metterei la firma per il futuro su un curriculum che prevedesse ancora tre vittorie di fila ed una sconfitta, come mi suggerisce saggiamente l’amico Lucio Confessore.
Intanto il calendario prevede una lunga sosta e si riprenderà al “Marcello Torre” nel giorno della Befana, martedì 6 gennaio alle ore 16 contro il Foggia. Nell’occasione verosimilmente Sottil dovrà fare a meno di Calamai, Bocchetti ed Armenise, in odore di squalifica.

Buone feste. Nino Ruggiero.