2.2.15

Il dono della sintesi.

di Nino Ruggiero

All’inizio non amavo molto il computer, un po’ come tanti della mia generazione, radicati alle vecchie tradizioni, ma devo dire che da qualche tempo riesco a valutarlo e ad apprezzarlo così come merita; anche perché, con l’avvento di Sportube sulla piattaforma digitale, è possibile assistere alle gare esterne della squadra del cuore.

Il computer, poi, facilita tante cose. In tema di commento, batti un tasto e cancelli tutto quello che hai scritto e che non ti convince. Una volta battevi sui tasti della “Olivetti lettera 22” e quando ti rendevi conto che lo scritto aveva tradito il pensiero dovevi strappare il foglio di carta: uno, due tre volte. Al limite dovevi cancellare tutto con una “x” ma graficamente non era un bel vedere.

Perché dico questo? Perché dovendo commentare una partita come Casertana-Paganese non so da dove cominciare. Avevo attaccato il commento in tanti modi, ma nessuno mi ha convinto: pannicelli caldi? non è mio costume, e non lo so fare; sfortuna nera? non è il caso, perché sono convinto che fortuna e sfortuna nell’arco di un intero campionato si bilanciano.

Allora, inizio; e dico papale papale il mio pensiero su Casertana-Paganese.

Sembra giocare di più, e meglio, la Paganese che – nonostante la perdurante assenza di De Liguori nella zona nevralgica del campo - appare più organica nella manovra; più timorosa appare la Casertana, che lamenta assenze importanti per squalifiche e infortuni.

L’attuale Paganese, purtroppo, credo che manchi di un dono importante: quello della sintesi. Nel calcio è indispensabile sfruttare le occasioni che si creano. Si può essere bravi anche creando poco, ma quel poco deve essere sfruttato. È come se – in un discorso - si riuscisse a dire tutto quello che c’è da dire con poche parole ma efficaci; inutile arzigogolare, parlare a vuoto, fare uso di paroloni che non dicono niente, bisogna essere essenziali e concisi.

Parimenti è inutile ruminare calcio e dare l’impressione di controllare una gara se poi, al momento opportuno, dopo aver subìto una inopinata segnatura, non si riesce a recuperare il terreno perduto. Sembra sempre sul punto di andare a rete la compagine di Sottil, ma il pericolo più grosso lo corre proprio la Paganese quando, in azione di contropiede, Mancino dal limite dell’area sparacchia un tiro a incrociare che rimbalza pure a terra. Marruocco è superbo e riesce a sventare la minaccia con un tuffo alla sua sinistra.

Pochi minuti dopo la Paganese potrebbe passare. Fa tutto da solo Malaccari che caparbiamente recupera un pallone sulla destra, evita l’intervento del suo angelo custode, entra in area e, da posizione defilata sulla destra, cerca il primo palo. Il portiere casertano è bravo e fortunato al tempo stesso e di piede riesce a sventare la minaccia.

Gioca un discreto calcio la Paganese e sembra tenere bene il campo, anche perché la Casertana preferisce, per scelta tecnica, giocare di rimessa; ma nel calcio – ecco la capacità di sintesi, poche cose ma fatte bene - per vincere bisogna mettere i palloni nella porta avversaria, non basta dare l’impressione di avere il comando delle operazioni. Questo non avviene; la squadra giochicchia nella zona centrale del campo ma non riesce mai ad affondare i suoi colpi in avanti. Qualcosa si inceppa nella trequarti avversaria e Girardi e Aurelio, che pure sembrano molto reattivi, hanno pochi palloni giocabili. La situazione si complica maledettamente quando la Casertana riesce a sfruttare un erroraccio di Marruocco su calcio d’angolo; il portierone smanaccia malamente il pallone che non si allontana e per Rajcic è un gioco da ragazzi metterlo in rete.

Il gol subìto rappresenta una specie di beffa per la Paganese. Ma c’è tempo per recuperare, pensiamo in tanti. È solo un pensiero. La squadra invece accusa il colpo. Baccolo si danna l’anima per alzare il baricentro del gioco e disputa una delle partite più intense da quando veste l’azzurro-stellato; ma intorno trova poca collaborazione, specie quando la manovra si sviluppa al limite dell’area avversaria. Tiri in porta: pochini. Una punizione di Moracci dalla destra che mette in crisi l’apparto difensivo dei falchetti casertani; un colpo di testa appena sfiorato da Girardi a due passi dalla porta di Fumagalli; un colpo di testa, infine, nei minuti di recupero, da parte di Bernardo che lo stesso portiere casertano smanaccia proprio sulla linea. È tutta qui la partita. Poteva andare meglio, certo. Ma, si sa, ognuno è arbitro del proprio destino; lasciamo perdere fortuna e sfortuna.

Adesso, più che mai, bisogna guardare con attenzione al futuro. Inutile che ci giriamo attorno, Sottil qualche problema di formazione ce l’ha. Da quando manca De Liguori, alla squadra manca il cervello pensante; il calciatore in grado di fungere da riferimento costante; il catalizzatore di ogni manovra; l’uomo che sa dettare i tempi e che riesce a far ragionare la squadra anche in termini geometrici.

Auguriamoci che Sottil lo possa riavere presto a completa disposizione, magari già dalla prossima gara, e che finalmente a centrocampo si possa avere maggiore equilibrio, con tutto il rispetto possibile che si deve a Baccolo, Calamai e Malaccari: tre elementi che di certo non hanno demeritato in queste ultime giornate, ma che hanno caratteristiche tecniche diverse.

Finalino. Il girone di ritorno, in questo tipo di torneo di Legapro, è come se fosse un altro campionato. Tutte le squadre, che hanno disputato un girone di andata fallimentare, hanno cambiato faccia; in tante hanno stravolto il loro schieramento. Si sono rafforzate o si sono illuse di rafforzarsi: questo lo dirà il campo che è giudice inappellabile.

Dal canto suo la Paganese deve solo capire che – con la classifica che si ritrova - da oggi in poi ogni gara deve essere affrontata con il piglio giusto.

Sottil è chiamato a schierare di volta in volta una squadra che abbia soprattutto una precisa identità.

A partire dalla prossima gara in terra siciliana con il Messina.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

Nella foto, tratta da Sportube, il gol di Rajcic