Ma si può incassare un gol così? con il calciatore avversario solo, a due passi dalla linea di porta, che colpisce il pallone indisturbato proveniente da calcio d’angolo, quindi a difesa schierata.
Lungi da me voler ricercare il colpevole a ogni costo, ma mi pare di poter dire che negli ultimi tempi non è la prima volta che si incassano gol del genere.
Un pareggio conquistato su un campo notoriamente difficile, come quello di Lamezia, non è risultato da buttar via, ma grande è il rammarico per due punti gettati al vento proprio allo scadere del recupero, dopo aver controllato la gara per buona parte della stessa. Nel calcio, quando si prendono gol rivenienti da prodezze di avversari, credo ci sia ben poco da recriminare; ma quando si prendono gol come quello incassato al 95’ a Lamezia, è chiaro che ci sono molte cose che non vanno. Lo diciamo in tanti da tempo e, purtroppo, a questo punto, dopo che a gennaio la squadra è stata rivoltata come un calzino, dobbiamo solo aspettare la fine del campionato perché rimedi mirati non ce ne sono.
Eppure, a dire il vero, a Lamezia la squadra azzurro-stellata aveva dato segnali di buona predisposizione tattica. Aveva controllato gli avversari adeguandosi al ritmo lento della partita senza mai correre pericoli per tutta la durata del primo tempo.
Gli uomini di Sottil non si erano limitati a controllare solamente gli avversari. Alcune buone ripartenze avevano messo in difficoltà il Lamezia che soffriva particolarmente la genialità di Deli, che al momento è l’elemento di maggiore spessore tecnico di cui la squadra dispone.
Proprio Deli allo scadere del primo tempo faceva le prove generali del gol che avrebbe realizzato nella ripresa e solo un intervento tempestivo del portiere calabrese evitava la segnatura.
La squadra appariva armonica e sicura di sé, tanto è vero che almeno in un altro paio di occasioni riusciva ad impensierire seriamente la difesa del Lamezia, sfiorando il raddoppio che avrebbe fatto dormire sonni più tranquilli alla squadra in vista del prevedibile finale.
Ma la classifica – soprattutto nella parte finale del campionato - solitamente è lo specchio fedele del rendimento delle varie squadre; in tale ottica è normale che per squadre incomplete come la Paganese alla fine ci sia sempre un “quid” qualsiasi, che faccia crollare tutta l’impalcatura delle speranze coltivate per novanta e più minuti. Ed eccolo qua il pasticciaccio, che non manca mai, proprio allo scadere del tempo!
Inutile rigirare però il coltello nella piaga; chiudiamo il libro e non se ne parli più.
Adesso bisogna solo pensare a racimolare quei quattro-cinque punticini che significherebbero salvezza matematica.
Sabato, alle ore 19 e 30, contro l’Aversa Normanna non ci sarà più tempo per chiacchiere e rimpianti.
Servono i tre punti, una specie di ipoteca sulla salvezza.
Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com