14.9.15

“Chi siete? da dove venite? dove andate?


Di Nino Ruggiero

Chissà perché prima della gara esterna di Martina Franca mi risuonava nelle orecchie quella specie di filastrocca interrogativa che accompagnava un noto film interpretato da Massimo Troisi e Roberto Benigni, credo si tratti del film “Non ci resta che piangere”.

“Chi siete? Da dove venite? Cosa portate? Dove andate?” – era questa la domanda a mo’ di litania che una specie di ufficiale del dazio rivolgeva ai due noti attori e che risuonava nelle mie stanche orecchie.
Era stato Grassadonia per primo, nelle interviste settimanali a porsi un interrogativo sulla risposta che la squadra avrebbe dovuto dare in termini di prestazione; non certamente a livello della litania succitata, ma una risposta che suonasse come conferma dalla squadra che tanto bene si era comportata nella esibizione interna con il Foggia.

Ebbene, titolo del film a parte, che stavolta non c’entra proprio per niente in quanto, per fortuna, c’è ben poco da piangere, devo dire che la squadra ha risposto in pieno alle sollecitazioni e agli interrogativi legittimi che probabilmente ognuno di noi si era posto proprio alla vigilia del delicato incontro esterno.

Le risposte sono state nette, incontrovertibili. La squadra ha una sua precisa identità e appare tale anche etimologicamente. Non è facile assemblare una squadra in quattro e quattr’otto, specie quando i tempi sono ristretti e i calciatori arrivano alla corte in ordine sparso. Ebbene, Grassadonia pare che ci sia riuscito, almeno stando alle prime due gare che hanno messo in mostra una squadra sicura di sé; in qualche occasione anche un tantino spavalda e fiera ancorché sprecona in area di rigore avversaria.
A Martina Franca, posso dire, senza tema di smentite, che la squadra ha raccolto meno di quanto meritasse in termini risultato numerico. Una vittoria della Paganese in terra pugliese, infatti, visto l’andamento della gara, non avrebbe scandalizzato nessuno. 

Ma nel calcio, si sa, non sempre le ciambelle riescono col buco. Certo, grida ancora vendetta un gol apparso regolarissimo, e incomprensibilmente annullato, messo a segno da Caccavallo direttamente da calcio d’angolo; certo, c’è tanto da recriminare per un gol apparso inevitabile, fallito a due passi da una rete ormai sguarnita, anche se fatti del genere capitano tutti i giorni anche a fior di campioni. Il calcio non è fatto di “se” e di “ma”; meglio allora guardare avanti e convincersi che si è sulla strada buona per disputare un buon campionato.

Le note positive investono, come dicevo prima, l’aspetto collettivo. C’è un’idea di squadra e ci sono elementi che hanno già fatto vedere di poter essere utili alla causa. La difesa ha già una precisa identità e deve soltanto coordinarsi al meglio soprattutto sulle cosiddette palle inattive. I due centrali Rosania e Magri offrono garanzie, nonostante siano arrivati alla spicciolata. Bocchetti non ha bisogno di presentazioni perché dà un contributo di esperienza sulla fascia sinistra. Chi si è messo già in evidenza è il giovanissimo Esposito, un elemento che interpreta alla perfezione, almeno stando alle prime due gare, il copione del terzino moderno: grintoso e deciso nella fase difensiva, propositivo e arrembante quando si tratta di proporsi in avanti nella fascia di competenza.

Note positive anche per il centrocampo. Volevamo tutti un elemento catalizzatore della manovra della squadra, un elemento in grado di dare forma e sostanza al gioco da sviluppare; forse lo abbiamo trovato in Carcione che addirittura appare più un architetto che un geometra del centrocampo, tanto riesce ad arricchire l’armonia della manovra in virtù di una spiccata padronanza del ruolo che lo porta a distribuire con estrema naturalezza palloni a destra e a manca. Attorno a Carcione girano a turno Guerri, che al momento appare l’elemento più bisognoso di lavoro, Deli, Cunzi, Cicerelli e lo stesso Caccavallo.

Non so se la mancanza momentanea di un elemento boa al centro dell’attacco abbia facilitato la scelta tattica di non dare punti di riferimento alla squadra avversaria; fatto sta che Cunzi, Caccavallo e Cicerelli. per la seconda volta consecutiva, hanno dato filo da torcere alla difesa avversaria perché il loro dinamismo, la loro velocità, il loro camaleontismo tattico non è mai facile da prevedere e da frenare.

Per il momento può bastare così.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com