21.9.15

Il gioco del calcio, la dama e gli scacchi.


Di Nino Ruggiero

Erano anni – per la verità 35, come mi suggerisce lo studioso di statistica, il collega ed amico Peppe Nocera – che la Paganese, in campionati corrispondenti all’attuale Lega Pro, non aveva più visto la vetta della classifica. Tutt’altro! Eravamo tutti abituati e rassegnati, soprattutto negli ultimi anni, a vedere la squadra relegata agli ultimi posti.

Quello che non ti aspetti, anche se sempre auspicato, è però sotto gli occhi di tutti.
La squadra gioca, ha una sua fisionomia, una sua precisa identità e – soprattutto – sembra avere le idee chiare in tema tattico. Intendiamoci, quando parlo di tattica mi riferisco al modo di essere in campo; all’interpretazione del ruolo che ogni protagonista recita, non certamente ai numeri da lavagna che lasciano il tempo che trovano. I numeri, tipo (4-3-3, 4-3-2-1 ecc.), che si vogliono per forza enunciare in ogni momento in modo professorale, ingannano: non sono mai veritieri. Lo affermo perché – fino a prova contraria – il calcio è un gioco di movimento e non statico e da scrivania, tipo dama o scacchi.

In campo bisogna correre, anche senza palla, soprattutto senza palla, per mettere in difficoltà l’avversaria di turno; bisogna correre ed essere presenti in ogni zona del campo; bisogna saper difendere quando sono gli avversari ad avere il pallino del gioco in mano; ma bisogna proporsi in avanti quando è necessario, per dare sostegno al compagno in possesso di palla.
La Paganese attuale, partorita da una precisa idea tattica di Grassadonia, è squadra camaleontica, imprevedibile, ma anche armonica nella sua proposizione; sa difendere con la collaborazione necessaria di elementi considerati attaccanti; sa contrattaccare con rapidi capovolgimenti di fronte, coinvolgendo tutti gli elementi che riescono a coniugare bene sia la fase difensiva che quella di offesa.
Confesso che avevo seri dubbi, nella fase di iniziale allestimento sulla bontà dell’inquadratura; dubbi che si sono man mano diradati quando sono stati ingaggiati elementi di valore come Carcione, Guerri, Gurma e, in ultimo, Berardino.

Ci sono valori nel calcio che vanno anche al di là della qualità pura e semplice. Qualità assicurata e certificata non solo dal redivivo Caccavallo, fiore all’occhiello della squadra, elemento in grado di sbloccare una partita in ogni momento della stessa, ma anche da Carcione che ha già l’incedere e la personalità del leader in tema di organizzazione del gioco. Ai due aggiungeteci due eterni e inossidabili folletti che rispondono ai nomi di Cunzi e Cicerelli. Nel certificato anagrafico venivano presentati come attaccanti; sono invece calciatori universali, fanno di tutto: fase difensiva, costruzione del gioco ed attaccano a tutto spiano perché non si fermano mai. Così come pare non fermarsi mai anche lo stesso Caccavallo che ieri, nei momenti topici della gara, nella seconda parte della stessa, si è anche sacrificato per la causa comune senza mai fermarsi un solo istante.

E’ tutta la Paganese che quest’anno, nelle prime tre gare, si è presentata con autorevolezza.
Di Marruocco sappiamo tutto e non c’è bisogno di aggiungere molto alla stima che si è conquistata negli anni. Sorpresa più che positiva per il giovanissimo Esposito, destinato a crescere di gara in gara, deciso e propositivo sulla fascia di competenza, un occhio alla fase difensiva, un altro alla ripartenza; conferme da Bocchetti che dall’alto della sua indiscutibile esperienza riesce a dare il meglio di sè sulla fascia sinistra piuttosto che a centro. La zona centrale appare ben presidiata con Rosania e Magri, ma anche Schiavino ieri non è dispiaciuto, eccezion fatta per lo svarione iniziale che però poteva costare molto caro. Cresce anche Guerri e la cosa non può che far piacere in vista dei prossimi incontri.
La gara con la Fidelis Andria ha vissuto due fasi: l’iniziale, in cui gli ospiti sono sembrati assatanati, ancorché inconcludenti sotto rete; la centrale, con una Paganese rinfrancata nel suo incedere e che alla prima occasione ha saputo capitalizzare al meglio la buona predisposizione di Gurma a proteggere il pallone in area avversaria. Ne è scaturita la massima punizione che Caccavallo ha messo a segno senza pietà. Dopo aver accusato la segnatura, la Fidelis Andria ha come perduto tutte in una volta le sue presuntuose certezze. E abbiamo ammirato la Paganese che più ci piace; quella dell’accortezza tattica e delle rapide ripartenze.

Oggi è bello festeggiare una chiara e inequivocabile vittoria, che, se non altro, ha scosso lo stanca e atavica rassegnazione di una tifoseria molto spesso delusa e amareggiata.
Piedi per terra ben saldi, amici belli, vi raccomando. Il campionato è lungo e bisognerà lottare per conquistare punti preziosi per la salvezza, obiettivo principale e dichiarato.
Intanto è alle viste il derby esterno con la Juve Stabia, altra corazzata del girone.

Andiamoci con lo stesso spirito delle prime tre giornate. Non si sa mai…

Nino Ruggiero