La notizia serpeggiava da giorni negli ambienti azzurrostellati, poi con il trascorrere delle ore s’è allargata a macchia d’olio. Sabato sera non era al suo solito posto, nel ventre del Torre di cui conosce ogni angolo, prima di Paganese-Foggia per svolgere il suo lavoro, con dedizione e puntualità, ovvero stilare la distinta da consegnare all’arbitro di turno, con tutti i documenti dei vari calciatori, per il riconoscimento. Mario Ferraioli, lo storico segretario della Paganeses’era dimesso già qualche giorno prima. L’abbiamo dovuto scoprire, per conoscere la notizia, vista la mancanza di un comunicato della società e conoscendo la riservatezza del personaggio. Lascia un pezzo della storia della Paganese dopo trent’anni al servizio della sua squadra del cuore. Riesco a contattarlo ed avere la conferma e così affondiamo il coltello nella piaga dei ricordi: “ Sono arrivato alla Paganese per caso, era il 1978 io seguivo la Paganese da giornalista, collaborando con RDA, una delle prime radio locali private dell’epoca che effettuava le radiocronache della Paganese, poi passai a Quarto Canale e li mi chiamò il grande presidente Enzo De Risi che dovendo sostituire il segretario dell’epoca, Alfonso Pepe,mi chiese se gli volevo dare una mano per poco, sono rimasto per 30 anni”. Tante le epoche, tanti i presidenti da Marcello Torre a Enzo De Risi, da Vincenzo Cascone a Pietro Francione sino al decennio con Raffaele Trapani: “In effetti a causa del mio lavoro, dovendo spostarmi all’estero, qualche anno lo saltato comunque ricordo le nottate a fare il mercato a casa di De Risi e quando successe la tragedia il presidente stava venendo in sede, dovevamo esonerare il tecnico Nenè”. Non dimentica poi Cascone: “Una persona squisita, passionale, che lasciava lavorare i suoi collaboratori, dandogli piena fiducia, poi il decennio con Raffaele Trapani, un grande presidente che nonostante sia tifoso è sempre freddo nelle decisioni con grande capacità gestionale- poi spazio a qualche curiosità- ricordo quello del contratto del portiere Ginestra. Partimmo io ed il suo procuratore per consegnare il contratto già firmato, arrivati nella sede di Firenze per la consegna, chiamò il calciatore che non era più deciso a venire, incredibile”. Sarebbero tanti gli aneddoti e le storie da raccontare ma lascio Mario ai suoi impegni famigliari: “Mi sono dimesso per questo motivo, ho lasciato metà della mia vita alla Paganese, pensa che il primo giorno che andai in pensione, mi recai in sede e dovetti prendere l’aereo per Milano per depositare un contratto, senza dire nulla a casa, mi chiamò mia moglie chiedendomi cosa volessi per pranzo ma non ero a Pagani, ora non ci crede ancora che ho lasciato la Paganese”. Un ultimo pensiero per questa Paganese: “Ho visto la partita, una bella squadra, anche se la sensazione sabato è stata brutta personalmente non essendo al mio posto, ma è giusto così lo dovevo alla mia famiglia, ma sempre Forza Paganese”.
Da www.paganesemania.it