19.10.15

Una volta sull’altare, una volta nella polvere.


di Nino Ruggiero

Nella foto, tratta da Sportube, il gol incredibilmente mancato da Cunzi

Nella vita, quindi anche nel calcio, ci sono momenti buoni e momenti brutti. Quelli buoni scorrono velocemente, lampi di gioia e di felicità; quelli brutti, invece, arrivano, non si muovono, stanno lì, opprimenti e inquietanti.

Brutto momento per la Paganese. Squadra indecifrabile; altalenante nel rendimento, a volte travolgente, a volte irritante. Per un mese e più sugli altari, il tempo di illudere e stupire, per poi cadere nella polvere. Quasi una parafrasi del “Cinque maggio” di Alessandro Manzoni.
Ultime due gare: due sconfitte, di cui una maturata contro una squadra, la Lupa Castelli, molto modesta dal punto di vista tecnico; l’altra contro un Akragas, squadra di tutto rispetto, per carità, ma non certo una schiacciasassi.

L’allarme – subito dopo la seconda consecutiva sconfitta – è scattato con dubbi atroci: qual è la vera Paganese? quella vista in casa nella prima gara contro il Foggia, in trasferta contro il Martina Franca e ancora in casa contro la Fidelis Andria? o quella abulica e inconcludente di Rieti? o ancora quella indecifrabile e – per certi versi autolesionista – vista sabato scorso contro l’Akragas?

Credo che come quasi sempre la verità stia nel mezzo. “In medio stat virtus” – dicevano i vecchi saggi; forse non solo virtù, anche verità. Andiamoci cauti. L’estremismo sfrenato non paga e di solito porta cattivi consigli. Bisogna capire qual è la vera causa di questi risultati altalenanti.

In questi casi il primo imputato è sempre l’allenatore; siamo nella norma in uno sport umorale che vuole vedere i risultati più che il gioco. Diceva un amico giornalista, grande esperto di calcio: “ci vogliono i punti per far felici i tifosi: chi vuole divertirsi deve andare a teatro perché è difficilissimo coniugare punti e spettacolo”. É vero, il calcio vive di risultati e quando questi non arrivano – puoi anche giocare divinamente – è più che normale che ci si interroghi sui motivi che impediscono alla squadra di fare punti.

Adesso l’allenatore, che è il parafulmini predestinato per critiche e osservazioni tecniche, è sotto accusa. É normale che lo sia in uno sport che guarda ai risultati e solo a quelli. Nel calcio gli allenatori sono bravi quando vincono; sono scarsi quando perdono. Sono bravi quando effettuano un cambio che porta vantaggi alla propria squadra, sono incompetenti quando muovono le pedine a disposizione senza che la squadra ne tragga effetti benefici. 

Grassadonia i suoi errori li avrà sicuramente commessi e di certo ne trarrà conclusioni, ma non credo che debba essere lapidato.
Non devo e non voglio difendere nessuno, ma mi pare che sia necessario avere un metro di valutazione delle cose; che sia innanzitutto onesto, senza preconcetti, asettico. Per farlo bisogna considerare innanzitutto le mire della società, i suoi programmi, le sue ambizioni. Se la proprietà, e per essa l’ottimo Raffaele Trapani, intende fare un campionato che miri alla salvezza, e solo a quella, allora credo che l’attuale formazione – pur nella ristrettezza degli elementi a disposizione – possa arrivare al traguardo fissato. Ne sono convinto, soprattutto se gli atleti che la compongono sapranno mantenere i piedi ben saldi per terra, consapevoli delle proprie possibilità.

Altro discorso, invece, se qualcuno pensava di poter ambire a un campionato d’avanguardia. Le sorprese nel calcio ci sono sempre state, intendo squadre rivelazioni. Ma non è impresa facile quando si ha una “rosa” di elementi risicata, pur in presenza di atleti di spessore tecnico di assoluto rilievo. Tanto per essere nel tema, una squadra che ambisca a raggiungere alti traguardi, deve avere elementi in panchina di valore pari a quelli schierati in campo. E la Paganese – dobbiamo riconoscerlo – non ha ricambi all’altezza; prova ne sia che sabato scorso, per sostituire l’elemento pensante della squadra, Carcione, squalificato, ha dovuto schierare un atleta che – con tutta la buona volontà – per tutto il tempo in cui è stato in campo non è stato mai in partita.

Allora, innanzitutto chiariamo una volta per sempre cosa si vuole veramente da questa squadra. Sui cosiddetti moduli, sui cambiamenti tattici credo che si debba aprire tutto un capitolo e non è detto che non lo farò in una prossima occasione. Devo dire però che fino a questo momento la squadra nel suo complesso ha dato buone soddisfazioni. Ci sono tutte le prerogative perchè l’attuale schieramento possa riprendere il passo delle prime giornate. La squadra è viva, nonostante le due ultime battute d’arresto; ha una sua fisionomia e ha carattere.

Adesso però deve dimostrarlo, magari a partire da subito, anzi da sabato prossimo, quando in trasferta alle ore 20 e 30 affronterà il Monopoli.

Nino Ruggiero