2.12.15

Tenuta mentale e un'infermeria mai vuota: ecco perché la Paganese non svolta.

Non sarà una settimana semplice per la Paganese. Prima della gara col Melfi, e quindi dopo il pari-beffa contro l'Ischia, il tecnico Grassadonia svelò che aveva cominciato a parlare (nel senso di preparare la partita coi lucani) alla squadra, a metà settimana, essendo ancora cocente il pareggio di qualche giorno prima contro la compagine isolana. Vista la delusione patita contro il Catanzaro, è probabile che faccia sbollire anche questa volta la rabbia e l'amarezza.

Ma alcune considerazioni con la squadra dovrà pur farle e certamente saranno fatte. Innanzitutto riguardo alla tenuta mentale del gruppo, forse il più grande limite della Paganese attuale, alla quale non riesce mai il salto di qualità. E non può essere quindi solo una questione tecnica o tattica: il più grande problema della Paganese è la tenuta mentale. Anche contro il Catanzaro, la squadra azzurrostellata ha dimostrato di avere poca forza psicologica, non riuscendo a cambiare il volto della partita nel secondo tempo, che poteva essere agevolato dal rosso di Bernardi in apertura di ripresa, dopo aver disputato una grandissima prima frazione. 

Invece da quel momento in poi è stata una sofferenza, un continuo sbattere contro il muro eretto dal Catanzaro, fino al disastro Rosania-Carcione, i quali hanno steso “ottomila tappeti rossi” al contropiede dei giallorossi, per citare le parole di un incredulo Grassadonia. Tornando indietro di qualche partita, si può far riferimento anche ai match con Martina e Messina (vantaggio mal gestito), Lupa Castelli Romani (approccio blando e primo tempo regalato), solo per citare gli esempi più lampanti. E allora bisognerà tornare coi piedi per terra e cercare di chiudere il girone d'andata a debita distanza dalla zona calda della graduatoria, sapendo che non c'è alcun campanello d'allarme perchè la classifica è cortissima ma bisognerà dare un po' di continuità ai risultati, altrimenti l'altalena continuerà ad essere attiva. Probabilmente è anche per questo che la società ha deciso di far vivere con tranquillità alla squadra la settimana prima della trasferta di Matera, ultimo scontro diretto di questo finale di girone, che vedrà poi la Paganese ospitare Lecce e Casertana(coi falchetti a gennaio) e far visita al Catania.

Altro problema che ha condizionato gli azzurrostellati nell'arco del campionato è senza dubbio un'infermeria mai vuota. Quasi ogni settimana Grassadonia ha dovuto combattere con infortuni ed acciacchi vari, non potendo quasi mai confermare la stessa formazione. Particolare che ora manchino tre dei giocatori più importanti della Paganese, uno per reparto, costringendo ancora una volta il tecnico a doversi affidare ad un undici quasi obbligato e di fatto avendo pochi ricambi (e con il Catanzaro si è visto) in panchina. Chissà che questa settimana non possa almeno restituire Caccavallo, in attesa di capire le condizioni fisiche di Deli, nuovamente ko. Ma soprattutto dovrà essere valutata la condizione mentale di tutta una squadra che si lecca, ancora una volta, le ferite.

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