Per comprendere meglio virtù e numeri di Marzio Celiento, nuovo acquisto della Paganese, basta semplicemente fare un passo indietro tornando a meno di quattro mesi fa. La sua Frattese si gioca allo Ianniello il primato nel play-off del girone I contro la Cavese. I metelliani partono forte, poi i nerostellati iniziano a prendere le misure. Una fase di equilibrio, senza esclusione di colpi, che il gioiellino napoletano spezza con un siluro dai 35 metri che fa secco Conti, sfruttando un servizio corto di Fabio Longo. Cinquantotto gol in 99 presenze con la Frattese: questo lo score accumulato da Celiento nella sua esperienza quadriennale a Frattamaggiore (39 centri solo nelle due stagioni in D), dove ha conseguito la bellezza di tre promozioni consecutive partecipando peraltro ai primi passi del nuovo soggetto calcistico cittadino che all'epoca acquisì il titolo sportivo dell'Atletico Bosco. In realtà, Celiento a Fratta ci arrivò a dicembre dopo due anni e mezzo di militanza con la Boys Caivanese, ai quali pure aveva lasciato in dote una media realizzativa spaventosa se rapportata alle presenze effettive in campo (ben 31 gol in 48 apparizioni nelle tre stagioni in Promozione). Era il periodo nel quale l'esterno partenopeo aveva dovuto rimettersi improvvisamente in discussione dopo essere stato elevato tra i migliori talenti della serie D. Non a caso, a 20 anni ancora da compiere, ad acquisirlo fu l'ambizioso Pianura dei fratelli Cafasso. Troppo forte la squadra di Mimì Gargiulo, che a fine stagione avrebbe prima asfaltato il Carpi di Cristiano Giuntoli 8-2 in quella memorabile partita giocata sotto il diluvio del Simpatia, e poi si sarebbe arresa al Matera nella finalissima play-off di Chieti. Ma le gerarchie non lo premiarono. E così per Celiento, chiuso in attacco da Antonio Del Sorbo, Tommaso Manzo e Valentino Pirone (che componevano il tridente biancazzurro), e senza aver mai respirato l'odore dell'erba, la scelta di cambiare aria fu quasi automatica. Il passaggio invernale alla Turris in D gli portò 10 presenze e la rete con cui i corallini aprirono le danze ad Ostuni, prima di soccombere 3-2. Insomma, un apporto soddisfacente che tuttavia non gli bastò per preservare la categoria. Ripartire dalla Promozione regionale poteva essere l'inizio del declino. Anche perché per qualsiasi calciatore, specialmente in giovane età, è facile in momenti come questi farsi mille domande e violentare la propria autostima. Ma sono anche quei frangenti nei quali il passo dalla depressione ad una new age rigeneratrice è breve. A volte basta un angelo custode, qualcuno che si ricordi di te, che creda nelle tue potenzialità e ti dia la chance che meriti. Per Celiento, in questo senso, fu decisivo l'affidamento nelle mani di Teore Grimaldi e Marco De Simone del progetto di rinascita della Frattese. Entrambi conoscevano bene il ragazzo dai tempi del Giugliano, avendone diretto le formazioni giovanili. De Simone, peraltro, fu promosso anche alla guida della prima squadra nella stagione 2007-08. E proprio in quella annata, Celiento iniziò a far parlare di sé (aveva appena 18 anni), con un ruolo da titolarissimo e due sigilli all'attivo. Da allora il rapporto filiale tra il duo Grimaldi-De Simone e l'attaccante è rimasto solido fino all'abbraccio definitivo a Frattamaggiore. E in nerostellato, Celiento non poteva presentarsi meglio di come lo fece. Il 16 dicembre del 2012, la squadra di Grimaldi polverizzò 7-1 il Comprensorio Qualianese e lui mise a segno una doppietta dopo aver rimpiazzato Gallinaro ad inizio ripresa. Una volée e un pallonetto per provare a far impazzire la piazza senza troppe attese e rendere grazie ai suoi due mentori che lo avevano portato a Fratta. E una serie di manine irriverenti in altri due gol nerostellati. Il resto è storia nota che, però, va un attimo fermata all'estate di un anno fa. Il Venezia aveva praticamente chiuso il suo ingaggio, poi fu lo stesso giocatore a decidere di restare a Frattamaggiore. A parità di categoria, pensò, sarebbe stato più giusto accettare l'offerta di quel club con cui si erano vissuti momenti umani e professionali indelebili. Un'altra stagione da protagonista e, in questa finestra di mercato, gli interessamenti di Catanzaro e Lumezzane. Poi la firma con i rossoblù prima della separazione anticipata e il conseguente matrimonio con la Paganese. Celiento passa da una Stella all'altra, da un allenatore esperto e innovativo come Stefano Liquidato ad un altro con idee similari (anche nella teoria del 4-3-3). Tatticamente, Celiento è sempre stato impiegato, sia da Grimaldi sia da Liquidato, come esterno a sinistra. Una posizione che gli ha permesso, a piede invertito, di andare spesso al tiro anche da distanze siderali e di partecipare alla manovra offensiva con più produttività. A Pagani, dopo averla indossata per una vita, non ritroverà la numero 11, adesso occupata da Cicerelli. Ma soprattutto c'è curiosità per capire quale sarà la collocazione tattica che intenderà trovargli Grassadonia, che dispone già di Cicerelli come terminale offensivo nella catena di sinistra. Difficile immaginare uno spostamento dell'ex Aversa Normanna a destra, là dove l'adattamento di Celiento sarebbe però tutto da scoprire. Una domanda di ordine tattico che giriamo volentieri al mister anche se, dopo un'estate tormentata e una costruzione giocoforza compassata della rosa, ben venga qualsiasi problema di abbondanza. E ben vengano le qualità del "marziano", come è stato spesso soprannominato. Ce ne sarà bisogno.
Stefano Sica - © Paganesemania