6.12.16

Paganese-Siracusa 1-1: poteva essere, ma non è stato.


Nella foto, uno degli interventi del portiere Santurro nel corso del primo tempo

di Nino Ruggiero

Poteva essere, ma non è stato. Il pareggia accontenta la squadra aretusea, non certamente la Paganese che a un certo punto della partita, dopo aver segnato con Reginaldo la rete dell’uno a zero, sembrava sicura del fatto suo.
Primo tempo brutto. Siracusa tutto sistemato sulla difensiva, secondo un clichè classico, quello che prevede marcature ferree e chiusura degli spazi soprattutto al centro e Paganese alla vana ricerca di un buco centrale che non si apre mai, nonostante il gran lavoro di Reginaldo sostenuto a due passi da Herrera. E’ addirittura la squadra siciliana ad andare vicina al gol in due occasioni, ma la Paganese si salva grazie a un intervento di Chiriac e a una traversa che dice di no a un tiro a colpo sicuro di Spinelli. Grande predominio territoriale da parte della Paganese ma molto fumo senza arrosto, con palla girata e rigirata a centrocampo senza che si trovi mai uno spiraglio per puntare a rete: il portiere Santurro – si può dire – trascorre un pomeriggio tranquillo e compie solo interventi di ordinaria amministrazione.
Nel secondo tempo, specie dopo l’ingresso in campo di Iunco, la squadra azzurro-stellata cambia spartito musicale. Reginaldo, con l’ingresso dell’ex veronese, si scrolla di dosso le ferree marcature dei due centrali difensivi siciliani e prova a svariare in diagonale. Proprio in una delle sue proposizioni in verticale viene servito al bacio da Iunco; e il centravanti brasiliano ancora una volta – e siamo a sei segnature – non perdona con un destro rasoterra che fa secco il portiere Santurro.
E’ il periodo migliore per la Paganese che comincia a giocare un calcio delizioso. Gli inviti di prima da parte di Iunco diventano delle perle calcistiche; tanto è vero che la Paganese potrebbe raddoppiare in un paio di occasioni. Ma il bel gioco dura poco anche perché Iunco dimostra chiaramente di avere ancora bisogno di tempo per carburare a pieno; il calciatore si fa apprezzare per autentiche fiammate, perle di calcio di altra categoria, ma deve fare i conti ancora con una condizione da ritrovare.
Potrebbe finire con una vittoria striminzita ma meritata, tutto sommato, ma alla fine – ancora una volta – ci scappa il gol che proprio non ci voleva. Il Siracusa, che oramai gioca senza più freni, perso per perso, si butta in avanti anche con i difensori. Da un cross dalla sinistra, fondo campo, arriva il pareggio e stavolta Chiriac non è esente da colpe perché dà l’impressione di arrivare sulla palla ma non ci arriva e Scardina – ancora lui, vera bestia nera della Paganese, mette il sigillo del pareggio alla gara.
Un pareggio forse beffardo per la Paganese, ma non si può nemmeno dire che il Siracusa abbia rubato alcunché. Grassadonia ha presentato una squadra diversa dal solito per far riposare qualche uomo importante, ma alla fine si è capito che uno come Pestrin, oggi come oggi, è insostituibile nell’economia del gioco.