5.9.17

La partita del tifoso - La vendetta va servita calda.


Chi l’ha detto che la vendetta è un piatto che va servito freddo? Eh già, adesso la Paganese, espressione calcistica di un popolo esuberante, frenetico e che va sempre di fretta, aspettava 10-12 partite per andare a togliersi da faccia gli schiaffi presi a maggio nella gara playoff! Certo, quella partita aveva un peso specifico diverso e ora siamo solo alla seconda di campionato ma quello di sabato era un banco di prova importante perché un’altra sconfitta avrebbe potuto metterci in difficoltà e togliere autostima ad un ambiente già con il morale sotto i tacchi. Invece è stata una bellissima vittoria, contro una squadra evidentemente presuntuosa e convinta di fare una passeggiata (pensate che ci consideravano abbordabili). Del resto, con quell’allenatore! Sì, perché Fontana è davvero un personaggio antipatico e sono felice di averlo battuto per la seconda volta consecutiva, sul suo terreno di gioco, dopo Castellammare. Già lo scorso anno abbiamo contribuito a schiodarlo dalla panchina. Vuoi vedere che ora, dopo sole due partite, abbiamo cominciato ad allentare un poco le viti? Sono cattivo, lo so ma questo qui ha davvero un’ingiustificata presunzione. Insomma, io gli riconosco un solo merito: quello d'essere stato il regista della gara di tuffi andata in scena qualche anno fa a Salerno, preludio poi del disfacimento di una specie di squadretta di cui taccio, per ovvi motivi.

Io la vedo così: abbiamo meritato la vittoria! A mio parere, puoi meritare di vincere anche giocando meno bene degli avversari, anche se questi hanno tenuto palla (tu ‘a pass a me, io ‘a pass a te) per più tempo, anche se Gomis è stato di nuovo il migliore di tutti. Quella di sabato è stata la vittoria della forza di volontà, della capacità di soffrire e restare indenni quando le cose si mettono male, della concentrazione e dedizione alla causa e dell’umiltà. Sarebbe però ingeneroso parlare dei soli aspetti caratteriali ed emotivi: sabato eravamo bene messi in campo, senza dubbio. La squadra è apparsa ordinata e organizzata, ognuno ha portato a compimento il mandato conferitogli dall’allenatore. A questo punto, come non fare i complimenti al nuovo mister, capace di preparare la squadra e farla ben figurare, dopo pochi giorni di allenamenti?! Tutti abbiamo storto il naso (anch’io, lo ammetto) al momento dell’ufficializzazione del successore di Matrecano. Dobbiamo un poco darci una calmata - tutti - e provare a dare alle persone il tempo di lavorare e dimostrare il proprio valore. Solo a quel punto, saremo legittimati a salire sul piedistallo.

Attenzione, ancora nulla è stato fatto ma almeno portiamo a casa tre punti pesanti, per la classifica e il morale; essi ci daranno una settimana tranquilla e la possibilità di aspettare alcuni giocatori ancora in ritardo, con più lucidità. Ho già detto che il migliore, per me, è di nuovo Gomis. In generale, hanno fatto tutti bene. Mi è piaciuto molto che sia stata una vittoria corale, con il contributo dei ragazzi subentrati dalla panchina: bene Picone, nelle due fasi, nel primo tempo e poi nella sola fase difensiva, nel secondo (non c’era più bisogno di ‘salire’), bene Talamo, anche questa volta, bene Bernardini, titolare a sorpresa, aspetto fisico e carattere da vichingo, decisamente meglio Carini (anche perché peggio dell’altra volta…), bene Caccavallo, l’unico a essere pericoloso e forse il migliore dei suoi. Come dite? Caccavallo giocava nel Cosenza?! Che me ne frega, tanto io ho Cesaretti! E senza che fate i saputelli che quel gol non era per niente facile da fare. Solo i veri competenti di calcio (come me, chiaramente) sanno che è da grandi far sembrare facili le cose difficili. Sento che Cesaretti sarà uno dei miei nuovi idoli, forse perché l’ho incontrato in sede, la mattina dopo il suo arrivo e ho potuto scambiare due parole con lui, in tranquillità: è ‘nu brav guaglion!
Infine, come potrei salutarvi senza esprimere il mio ultimo, accorato pensiero poetico: “’A facc ‘e tutt ‘e tirapier”! Alla faccia, soprattutto, di tutti quelli che sabato sera hanno dovuto strappare la loro bolletta, con tanto di 1 fisso per il Cosenza. Ecco, su questo punto, concedetemi solo altri cinque minuti del vostro prezioso tempo: io la cosa di tirare i piedi, credetemi, proprio non la concepisco. Vi faccio un esempio. Oggi è inizia anche il campionato di D: perché dovrei tirare i piedi a una squadra storica, che ha contribuito a scrivere pagine intere della nostra stessa storia?! Non ci penso per niente, il tifare contro non fa per me, soprattutto se rivolto a una squadra del Sud, piombata all’inferno per cause estranee a quelle del campo di gioco; una squadra più blasonata della nostra che merita certamente di calcare palcoscenici diversi, più consoni al suo blasone, alla sua tradizione. Abbandoniamo, per una volta, questi antipatici campanilismi, fermiamo questa guerra tra poveri e cresciamo, una volta tanto. Da queste pagine, quindi, voglio rivolgere un caloroso ‘in bocca al lupo’ per un immediato ritorno in C al Messina Calcio!

Alberto Maria Cesarano - © Paganesemania - Riproduzione riservata