Durante la trasmissione di mercoledì avevo rimarcato, sperando di ottenere effetto contrario, il tabù Matera che incombeva da cinquant'anni nelle sfide interne per la Paganese. Niente da fare e per come s'è espressa la squadra il risultato striminzito dei padroni di casa obiettivamente è anche bugiardo. Chiarisco subito la mia posizione anche dopo la terza sconfitta consecutiva ed il solo punto conquistato nelle ultime quattro partite: sto con l'allenatore. Meglio dirci le cose come stanno cercando di analizzare lucidamente il momento involutivo avvenuto dopo l'illusoria vittoria di Cosenza frutto più delle miracolose parate di Gomis, al momento l'unico all'altezza della situazione, che di reale forza. Mister Favo già, giustamente per i risultati, finito nell'occhio della critica della tifoseria o parte di essa sta friggendo, come disse una volta Capuano, il pesce con l'acqua minerale. La colpa certamente non è sua di quel che ha trovato nello spogliatoio una volta terminato l'agonizzante mercato estivo. Ha trovato una squadra con calciatori rimediati in extremis e con varie problematiche ed in un mese ha cercato di conoscerli, plasmarli, farli impossessare del credo tattico migliore e nel frattempo cercato di trovare tutte le soluzioni migliori per metterli in campo. Insomma non lo ritengo un allenatore senza idee o integralista nel suo modulo, quindi secondo me sta cercando la strada per uscire dal tunnel. Un dato è certo al momento: la squadra ha dei limiti strutturali. In trasmissione parlai di patologia strutturale congenita, per la quale è difficile trovare la cura giusta nonostante gli studi e gli esperimenti del dottor-mister Favo. Questa squadra ha un cancro di fondo, insito nella natura stessa della sua composizione, difficile da estrirpare e modificare.
A parte Gomis, che ancora una volta risulterà il migliore del nostro "Trofeo Francavilla" e ciò la dice lunga sulla solidità della difesa, il reparto arretrato a Matera è stato a dir poco imbarazzante. I giocatori ospiti, al di là della superiorità tecnica, te li ritrovavi da tutte le parti con le più semplici regole di marcatura che son venute meno. Sembrava, soprattutto nel primo tempo, una partita tra un reparto offensivo di una squadra di tre categorie superiore alla difesa avversaria. Gente isolata in piena area e difensori della Paganese a fare le belle statuine, attaccanti del Matera che sovrastavano nel duello aereo Carini che di certo non è un nano, Angelo sulla corsia destra che ha fatto ammattire il povero Della Corte uscito dal campo con il mal di testa, Piana da cui ci si aspettava il salto di qualità, com'era stato decantato al suo arrivo, imbambolarsi in area o al limite creando più danni che soluzioni. A centrocampo ed attacco solita insufficienza o sufficienza risicata con altri problemi da risolvere nonostante l'idea di Talamo centrale con Scarpa che forse fatica a fare quel ruolo in questo momento.
Penso che su queste lacune di base il tecnico possa incidere sino ad un certo punto e quando in trasmissione si parlava di difesa colabrodo, con nove gol subiti in sei partite, non stavamo esagerando. Sinceramente la prima impressione su una squadra concepita male resta, anzi peggiora e all'orizzonte c'è il Trapani dell'ex Reginaldo pronta a bissare la vittoria di Coppa. Ora, al di là dei limiti tecnici, c'è un orgoglio da tirare fuori, l'impegno che non è mai mancato deve sopperire alla differenza che c'è anche nei confronti della formazione di mister Calori. Il Torre ha già perso la fama di fortino e sta a voi che indossate la casacca azzurra riprenderlo e farlo di nuovo vostro per ridargli il sorriso di un tempo. A Trapani ad agosto siamo stati umiliati e credo che martedì almeno questo sentimento in coloro che scesero in campo e furono asfaltati dovrebbe suscitare un senso forte di rivalsa sportiva. Perchè a volte la volontà, l'orgoglio e lo spirito d'abnegazione possono sovvertire risultati già scontati.
Peppe Nocera
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