Sono ritornato al Menti a distanza di 32 anni e l'ho fatto con mio figlio con uno scopo ben preciso, affidandomi alle scaramanzie che attuo in occasioni disperate. L'unica e sola volta di mio figlio in trasferta, infatti, avvenne ad Avellino sei anni fa, con gli azzurri del primo Grassadonia che uscirono imbattuti (1-1) dal Partenio. A Castellammare, visto il momento, era impresa impervia uscire imbattuti ed allora ecco l'idea di una nuova missione impossibile, condivisa con gli amici-colleghi di PaganeseMania. Mancavo al Menti, come dicevo, da oltre 30 anni ed esattamente dal 12 gennaio del 1986. Era il campionato di C2 1985-86. Limpido è il mio ricordo di quella partita: l'emozione della trasferta, il colpo d'occhio dello stadio pieno (non come ieri purtroppo con nemmeno 700 spettatori sugli spalti), la gioia di esultare per il vantaggio della Paganese. Sì, perchè anche allora la Paganese passò in vantaggio, grazie ad una stupenda rete di Pasquale Cardamuro, in mezza girata sotto la curva "S.Marco" quella degli ultras stabiesi, incredibilmente - non ci crederete - allo stesso minuto del gol di Cesaretti, al 43'. Diverso invece il pareggio dell'allora bomber, uomo simbolo per la Juve Stabia di quel periodo, Marcello Prima, che riequilibrò definitivamente il risultato in avvio di ripresa, al 48', su rigore. Sinceramente non ricordo l'andamento della gara ma a sensazione fu meno impegnativa, a livello di sofferenza, di quella disputata da Scarpa e compagni ieri.
Tante le emozioni che mi ha riservato questo derby, sempre particolare per me che è un derby nel derby, essendo mia mamma di Castellammare, vissuto tra gli sfottò e le visite dei miei cugini anche a Pagani. La Paganese esce imbattuta, onestamente le vespe avrebbero meritato qualcosa in più ma la prole ha colpito ancora ed è la cosa più importante in questo momento. Non so quante volte ho percorso il lungo, lunghissimo, corridoio dove si snoda la sala stampa del Menti: avanti-indietro-avanti-indietro-avanti-indietro. Il tempo, quando vinci, non passa mai; quando perdi, invece, vola e ieri al Menti i nostri orologi o erano in fuso orario o rotti con le lancette immobilizzate. Ricorderò per sempre la gioia di mio figlio, il nostro abbraccio, al gol di Cesaretti preannunciato dalla profezia dell'addetto stampa Ansaldi che nel momento del calcio di punizione, sicuro mi ha detto, mimandolo con le dita mentre i nostri sguardi di speranza s'incrociavano, "ora segniamo l'1-0". Nella ripresa impressionante, sino al meritato pareggio, il forcing delle vespe che hanno punto con l'ultimo arrivato di gennaio, Sorrentino, seguito anche dalla Paganese. Non impeccabile questa volta Gomis, comunque miracoloso in un paio di occasioni, prima dell'infortunio. Poi il lungo ed interminabile conto alla rovescia: avanti-indietro-avanti-indietro nei sei minuti di recupero, per un derby per me sempre particolare dove s'intrecciano tante situazioni: dalle emozioni alle profezie, dalle gioie alle sofferenze, dalle scaramanzie alla passione unica ed incrollabile per questi colori.
Peppe Nocera
© Paganesemania - Riproduzione riservata
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