20.5.19

Sabato, il giorno più lungo.

di NINO RUGGIERO

Diciamo subito che forse non è il caso di andare troppo per il sottile; ci voleva una vittoria contro il Bisceglie, ed è arrivata. Certo, sarebbe stato meglio se fosse arrivata in termini più copiosi per poter essere poi più tranquilli in vista della gara di ritorno. Ma che volete, se la squadra avesse avuto la capacità di mantenere uno standard di rendimento come quello palesato nella prima parte della gara di sabato pomeriggio, di certo non saremmo qui a scrivere di play-out e di rischio retrocessione. 

Bisogna pur sempre ricordare – per evitare ulteriori delusioni e illusioni – che la Paganese alla fine del girone di andata aveva collezionato solo cinque miseri punti ed era già praticamente condannata. Una specie di rinascita c’è stata, ad onor del vero, dopo l’arrivo dei rinforzi di gennaio e dell’allenatore Erra. Ma rinascita non vuole dire che i problemi generali d’impianto siano stati completamente superati e risolti. Ricordiamolo sempre.

Detto questo, come premessa, possiamo anche essere parzialmente soddisfatti per una vittoria conseguita soprattutto in virtù di una gagliarda prestazione collettiva della squadra, specie nella prima parte della gara quando il Bisceglie non ha avuto il tempo di organizzare il suo gioco perché sopraffatto da una efficace intensità agonistica di Scarpa e compagni. Troppo grande la voglia di lasciarsi alle spalle un deludente campionato per gli azzurri stellati; troppo sorpresi, quasi incantati, gli avversari che evidentemente non avevano messo nel conto una partenza a razzo della squadra di casa. Il gol di Piana, realizzato dopo nemmeno un minuto di gioco, avrebbe avuto bisogno di essere accompagnato da almeno un paio di altre realizzazioni nei momenti buoni della gara. Ma la sorte, parlo del primo tempo, non è stata favorevole alla Paganese che avrebbe potuto sfruttare a dovere una superiorità evidente soprattutto dal punto di vista caratteriale.

Altra Paganese nel secondo tempo e, conseguentemente, altro Bisceglie anche quando la squadra pugliese è stata penalizzata da una giusta espulsione. In tanti sulle scalee del riaperto settore distinti e nella curva hanno temuto il peggio. Nella circostanza, si è rivista la Paganese titubante e incerta di un intero campionato, lontana parente della squadra che aveva entusiasmato nelle prime fasi di gioco della stessa partita. Trasformazione radicale del rendimento complessivo della squadra: perché? quali sono i motivi? ci sono rimedi?

L’interrogativo probabilmente ronza insistentemente nelle orecchie di Alessandro Erra che avrà anche poco tempo per darsi una risposta. Dovrebbe trattarsi di un calo fisico oppure di un calo mentale. Da qui non si scappa. Dovrà intuirlo proprio Erra – cercando di rimediare allo scompenso di rendimento della squadra – in vista della difficile gara di ritorno.

Una cosa è emersa sabato pomeriggio, anche se potrebbe trattarsi solo di una impressione: il calo di rendimento della squadra è coinciso con l’uscita dal campo di Scarpa, autentica icona, sempiterno capitano di cento battaglie, che purtroppo deve fare i conti anche con gli anni che avanzano inesorabilmente.

Uno degli interrogativi che sicuramente assillano Erra riguarda proprio la tenuta atletica del proprio atleta più rappresentativo e la sua eventuale sostituzione anche a Bisceglie, necessaria solo per motivi strettamente anagrafici.

In terra di Puglie può bastare anche un pareggio per saltare il fosso. Per tanti appassionati, ma soprattutto per il gruppo dei fedelissimi che non hanno mai abbandonato la squadra, anche nei momenti più critici, sabato si presenterà come il giorno più lungo, quello della verità.
Sarà in grado la Paganese di sostenere l’ultima battaglia sciorinando, nell’arco dei novanta e più minuti, la stessa intensità agonistica che l’ha vista protagonista nella prima parte di sabato scorso? Ce lo auguriamo tutti.

Nino Ruggiero - PAGANESEGRAFFITI.WORDPRESS.COM