11.9.19

Il fumo e l'arrosto.

Di Nino Ruggiero

Molto fumo e poco arrosto, si dice in gergo, quando le apparenze superano di gran lunga la realtà delle cose. Per essere al passo, anche nel calcio, ci vorrebbe fumo e arrosto al tempo stesso e in misura equa, senza che uno dei due fattori predomini sull’altro.

A Lentini, la Paganese ha fatto poco fumo, probabilmente per caratteristiche tecniche, ma è andata al sodo grazie soprattutto a una prestazione saggia e gagliarda al tempo stesso.

Oramai quest’anno ci stiamo abituando a un approccio lento, chiamiamolo, benevolmente, di studio dell’avversaria da parte di Stendardo e compagni. La cosa però preoccupa, non foss’altro per il fatto che incassare un gol come è capitato a Lentini proprio nelle fasi iniziali della gara, ti porta poi a rivedere tutto l’andamento tattico e psicologico della partita. Nell’occasione del gol subìto, bisogna anche riconoscere la bravura di Scardina che ha preso il tempo, di testa e in elevazione, sia a Stendardo che a Panariello e ha fatto secco l’incolpevole Baiocco. Sono gol che si possono prendere da calciatori come Scardina che hanno tali colpi nel loro repertorio fatto soprattutto di arrosto puro. Fortuna avercelo un centravanti così che per la Paganese, da quello che ricordiamo, è una vera bestia nera sin dai tempi in cui militava nella Lupa Castelli Romani e nel Siracusa.

Al colpo di testa di Scardina, hanno per fortuna poi risposto Panariello e Alberti, altri elementi che producono poco fumo e buoni arrosti. Panariello, ottimo il suo debutto, non è nuovo alle segnature, pur essendo un difensore; e qui mi viene in mente un suo eurogol da fuori area in maglia azzurro-stellata segnato al Benevento nel gennaio del 2014; un gol determinante che fissò il risultato sull’uno a uno. Segnature del genere non si dimenticano facilmente.

L’innesto di Panariello ha consentito ad Erra di poter schierare una difesa più esperta, assistita nel momento del bisogno da Carotenuto e Perri rispettivamente a destra e a sinistra. Squadra corta, solo un tantino guardinga per chiudere gli spazi agli scatenati, e per fortuna fumosi, brevilinei della Sicula Leonzio. L’uscita dal campo proprio di Scardina, se vogliamo, ha consentito alla Paganese di concentrarsi di più sul gioco proposto dagli avversari sulle due fasce laterali; ma – buon per gli azzurro-stellati – i calciatori di profondità, vale a dire Bariti, Grilli e poi Vitale avevano perduto il loro riferimento centrale. Il doppio vantaggio, prima con Panariello e successivamente con Alberti, bravo ad incocciare un calibrato cross dalla sinistra di Perri, autorizzava a sperare nel colpo grosso, svanito proprio nei minuti finali.

Un pareggio alla fin fine conseguito senza grossi patemi d’animo da una squadra, quella Paganese, che sta prendendo forma e consistenza. Certo, Erra avrebbe bisogno di poter attingere qualche calciatore esperto dalla panchina nel momento del bisogno, ma solo il sempiterno Scarpa appare pronto per questo tipo di intervento. Calil, al momento, non appare pronto e dovrà lavorare ancora per raggiungere un buona condizione fisica. Ci sono poi giovani di belle speranze che devono maturare le loro esperienze e dovranno attendere il momento propizio per metterle in mostra. Fra questi Musso, arrivato fresco di giornata dalla Salernitana, che nei pochi minuti in cui è stato in campo ha dimostrato di avere garretti sani e voglia di emergere.

Intanto la prima considerazione: tre gare, quattro punti. Una sconfitta, una vittoria e un pareggio. Come inizio, per una squadra che si deve salvare, non c’è male. Conveniamone.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com