DI NINO RUGGIERO
A Teramo è andata male alla Paganese che solo nella seconda parte della gara ha mostrato scampoli della sua personalità.
La squadra di Erra in terra d’Abruzzo ha giocato al di sotto delle prestazioni precedenti ma ci sono delle attenuanti che hanno condizionato l’approccio alla gara. Il che non significa, è bene dirlo subito, che tali attenuanti possano assolvere del tutto la squadra nel suo insieme.
Ci sono cose che una squadra come l’attuale Paganese, costruita con il bilancino del farmacista, non riesce a sopportare e sono le assenze importanti.
Altre squadre, costruite per vincere, centri importanti, capoluoghi di provincia, hanno panchine lunghissime, spesso costituite da elementi pari o addirittura superiori agli elementi schierati in campo. Nel caso della Paganese, non capita tutti i giorni di perdere due pedine dalle identiche caratteristiche, dello stesso ruolo, una migliore dell’altra.
Per inciso, assenze in contemporanea di uomini come Dramè e Perri, dominatori della fascia sinistra dello schieramento, alla fine, in una gara delicata come quella di Teramo, possono influenzare il rendimento complessivo della squadra; sia chiaro, non per manchevolezze del sostituto Mattia, che ha recitato nel migliore dei modi la sua parte, quanto perché alla squadra è venuta a mancare una spinta determinante nelle azioni di rilancio del gioco.
Altra attenuante in avanti: senza Diop la squadra ha vissuto solo sugli spunti energetici di Scarpa, ancora una volta tra i migliori in campo a dispetto dell’età anagrafica che fa a pugni con quella biologica. Buon per Erra che si ritrova un vecchio campione mai domo, sempre pronto a prendere per mano la squadra nel momento in cui c’è necessità di cambiare marcia. Un’ottima carta da giocare nel prosieguo del lungo campionato; un elemento di cui al momento la squadra non sembra poter fare a meno.
Il Teramo ha giocato la sua onesta partita; ha presentato ottime individualità in Bombagi, Ilari e il portoghese Costa Ferreira, mostrando anche di avere una difesa molto affidabile e concreta.
Il primo tempo, come da consuetudine, ha visto una Paganese molto contratta, quasi succube della più titolata avversaria. In questa fase, ancora una volta, ha avuto il suo da fare il portiere Baiocco che oramai è una sicurezza, di certo uno dei punti fermi dell’inquadratura.
La mazzata per la Paganese si è avuta non tanto in occasione del primo gol subìto, quanto nel raddoppio arrivato sul finale del primo tempo. Andare a riposo con due gol al passivo è cosa ben diversa dall’essere in svantaggio di una sola rete.
Nel corso della ripresa, Erra ha intuito di dover osare di più e ha sostituito Stendardo, non ancora al pieno della condizione fisica, con l’attaccante Calil ed è arrivato anche il turno di Musso ex Salernitana. Il gol della speranza realizzato da Scarpa su rigore non ha avuto seguito; infatti le poche azioni azzurro stellate si sono infrante davanti a una difesa teramana che aveva rinserrato sempre più le sue fila.
Una sconfitta adesso non deve demoralizzare. La squadra, è vero, sta facendo i conti con importanti assenze ma sta pure rispettando le aspettative generali in fatto di classifica.
Intanto mercoledì, tra due giorni, c’è un turno infrasettimanale al “Marcello Torre” contro la Vibonese che ieri ha castigato il Catania con cinque reti.
Erra dovrà schierare gli elementi più in forma, i meno acciaccati, per andare alla ricerca della vittoria: l’unica panacea in un calcio che non è più quello di una volta.
Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com