9.2.21

La musica e i musicanti.

DI NINO RUGGIERO

Per i derby, tanti anni fa, c’era una frase, una specie di legge non scritta, amplificata da una fervida letteratura sportiva. Recitava così: sui terreni fangosi, chi segna per prima vince. La legge non scritta ha avuto una conferma al “Simonetta Lamberti”, su un terreno di gioco al limite della praticabilità e porta la firma di Gerardi come realizzatore, controfirmata da un infelice intervento del portiere Campani che nell’azione ci ha messo del suo. Un innocuo cross dalla sinistra di Calderini sembrava poter essere facile preda del portiere della Paganese, ma non è stato così.Sono bastati due minuti, dunque, alla Cavese per mettere al sicuro il risultato. Un quarto d’ora circa è durato il predominio territoriale per i padroni di casa. Un inizio a spron battuto da parte della Cavese ha messo in difficoltà i difensori della Paganese piuttosto a malpartito sugli scatenati Calderini e Bubas, unanimemente riconosciuti come gli uomini chiave della squadra metelliana dalla cintola in su.

A questo punto, con un gol sul groppone, gli azzurro stellati si sono guardati in faccia e hanno capito che la partita per loro sarebbe stata tutta in salita. Ci hanno pensato Sirignano dalle retrovie e Squillace sulla fascia sinistra a suonare la carica. Al quarto d’ora preciso, proprio Squillace, appena entrato in area sulla sinistra, ha tentato la via della rete ma Kucich si è salvato anche per il contemporaneo e risolutivo intervento di Lancini.

La palla più importante di tutta la partita l’ha avuta Onescu proprio allo scadere dei primi quarantacinque minuti di gioco: Il tiro di sinistro del rumeno è stato immediato e preciso ma Kucich si è superato ed è andato a sventare la minaccia diretta proprio all’incrocio dei pali alla sua sinistra.
Nella ripresa la musica non è cambiata, nonostante i musicanti siano man mano cambiati. La Cavese si è attestata sulle posizioni di difesa ed ha lasciato, non si sa quanto scientemente, il comando delle operazioni a una Paganese volitiva ma confusionaria. Tanto predominio territoriale per gli uomini di Di Napoli, molto fumo ma poco arrosto su un campo ridotto sempre più a un acquitrino dove – è noto – la squadra che si difendono sono avvantaggiate rispetto a quelle che devono costruire azioni da rete.
La Cavese ha saputo recitare bene la sua parte ed ha corso pochi pericoli. Ha vinto e questo conta per la sua classifica; l’ha rassicurata nei momenti più delicati della partita la calma e la sicurezza del portiere Kucinich che in un paio di occasioni ha avuto modo di dimostrare la sua bravura. Una specie di ringraziamento pubblico, quello del portiere ritornato da poco a Cava, per Campilongo che lo aveva espressamente richiesto all’atto del suo insediamento sulla panchina. Dal mercato invernale è venuta fuori proprio un’altra Cavese. Elementi come Kucinich, Scoppa, Calderini e Bubas non tutti possono permetterseli; sono loro che hanno cambiato volto alla squadra.

La Paganese ha giocato una buona gara ma si è persa in fase realizzativa, fors’anche perché i suoi attaccanti non sono stati assistiti adeguatamente nel periodo più intenso della gara dagli altri componenti della squadra, in particolare dai centrocampisti. Ai punti probabilmente gli azzurro stellati avrebbero meritato di pareggiare l’incontro; ma stiamo parlando di calcio, non di boxe.

Adesso la Paganese è ultima in classifica; ma dovrà ancora recuperare la gara con il Catania non disputata per impraticabilità di campo.

Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud, edizione Salerno, 18 febbraio 2021)