Riboni aveva ancora molti amici a Pagani, quelli che ne avevano seguito e apprezzato le sue intuizioni di grande centrocampista: aveva la Paganese nel cuore.
Lunghissime le telefonate intercorse con i rappresentanti della carta stampata locali, con quelli della sua generazione e con quelli che comunque lo avevano apprezzato per sentito dire. Amava interloquire per aggiornarsi, per conoscere la situazione in cui versava la sua squadra del cuore. Aveva anche promesso la sua presenza a Pagani qualche anno fa in occasione della presentazione del libro “Storia e storie della Paganese”, ma un imprevisto all’ultimo momento gli aveva impedito di partecipare. Fu Marco Fracas, anche lui di Roma, a recapitargli fino a casa il libro cui teneva tanto.
Ottavio Riboni era stato l’acquisto più indovinato in vista del campionato 1966/67. La Paganese, dopo la cocente delusione dell’anno precedente, quando allo stadio “Collana” era stata eliminata dalla Sessana per la promozione in serie D, doveva ritentare la scalata. Fu Vincenzo Cascone, uno che di calcio ne masticava tanto, ad adocchiarlo quando giocava nelle file della Nocerina.
«Questo è proprio il calciatore che fa per noi» – disse. E lo acquistò senza pensarci su due volte.
Addio, vecchio campione. Pagani non dimentica i suoi miti e la sua storia.
Ottavio Riboni era stato l’acquisto più indovinato in vista del campionato 1966/67. La Paganese, dopo la cocente delusione dell’anno precedente, quando allo stadio “Collana” era stata eliminata dalla Sessana per la promozione in serie D, doveva ritentare la scalata. Fu Vincenzo Cascone, uno che di calcio ne masticava tanto, ad adocchiarlo quando giocava nelle file della Nocerina.
«Questo è proprio il calciatore che fa per noi» – disse. E lo acquistò senza pensarci su due volte.
Addio, vecchio campione. Pagani non dimentica i suoi miti e la sua storia.
NINO RUGGIERO