9.11.21

Le certezze e le incertezze.

DI NINO RUGGIERO

Le sconfitte della Paganese in trasferta oramai non fanno più notizia. Anche a Foggia gli azzurrostellati prendono tre gol, senza colpo ferire, quasi una ripetizione della sconfitta rimediata due settimane fa ad Avellino. Regali graziosi da parte di una difesa ballerina demoliscono tutto il piano tattico studiato a tavolino dall’allenatore Grassadonia. Regali che oggi non fanno più nemmeno le difese di oratoriana memoria. È inconcepibile che si possano mettere su un piatto d’argento occasioni come quelle graziosamente offerte a una squadra che altro non aspettava per violare la porta difesa da un ottimo Baiocco. 

Rivediamolo il primo gol incassato (anzi rivedetelo, grazie a Elevensports) che ha demolito le aspettative di un pareggio che pareva essere a portata di mano dopo una mezz’ora disputata senza particolari emozioni; ne sia prova il fatto che Baiocco nella parte iniziale della gara, per la prima volta in questo campionato, ha potuto dormire sonni tranquilli. Attacca il Foggia ma la sua manovra si infrange quasi sempre al limite dell’area grazie anche all’ottimo filtro applicato dai centrocampisti, in particolare da Tissone, Cretella e Guadagni; quest’ultimo schierato come uomo dovunque. Trentatreesimo minuto di gioco. Pallone scodellato al centro dell’area dalla destra da parte di Garattoni; all’appuntamento si presenta Ferrante che stoppa il pallone, se lo sistema comodamente sul piede preferito e, indisturbato come è, in piena area di rigore e in felice solitudine perché non marcato, fulmina Baiocco sul primo palo. Inconcepibile come in un campionato di terza serie possa essere concesso a un attaccante tanta libertà d’azione in piena area a pochi metri dalla porta! 

Una volta incassato il primo gol, crolla quasi d’incanto, tutto il castello difensivo preparato alla vigilia. Dieci minuti più tardi il secondo grazioso regalo causato da un errato disimpegno difensivo da parte di Bianchi. Ne scaturisce un pallone vagante preda di Ferrante che non ci pensa due volte per calciare a rete; sulla traiettoria c’è un mani istintivo di Sbampato proprio al limite dell’area. Dentro o fuori area? Per l’arbitro è rigore. Batte Curcio; Baiocco intuisce il tiro, lo intercetta ma non riesce a trattenere il pallone che rotola lentamente in porta. La Paganese si lecca le ferite e non riesce mai a dare la sensazione di poter rimontare il risultato. Si danna l’anima Guadagni, pronto a sacrificarsi anche in fase difensiva; si dà da fare anche Zito fin che il fiato lo sorregge ma non è giornata per Firenze, Iannone e Cretella mai pervenuti in zona gol. Si intuisce allora che la partita non ha più storia. Il Foggia ringrazia e mette tre punti preziosi nel suo carniere senza colpo ferire. 

Gli errori nel calcio si pagano a caro prezzo e la Paganese, non nuova a questi tipi di regali, sta scontando un po’ troppo la mancata presenza di difensori centrali che riescano a dare tranquillità all’intero reparto difensivo. Gli elementi che nel ruolo avrebbero dovuto recitare una parte di primo piano, vale a dire Schiavi e Murolo, sono da tempo, e per malanni e infortuni, lontani dai terreni di gioco per cui Grassadonia fa quello che può nell’allestire il reparto difensivo con i ragazzi che ha a disposizione. La verità è che alla Paganese stanno venendo meno proprio quelle certezze difensive che di solito caratterizzano le grandi squadre. Senza una difesa forte e autorevole, diciamo senza avere le spalle coperte, nel calcio non si va da nessuna parte. Considerazioni finali. Si è capito che la squadra, con gli attuali uomini a disposizione, non è in grado di impostare una decente partita difensiva perché non ha gli uomini adatti per attuarla. 

Non sappiamo come la società vorrà affrontare e risolvere il problema difensivo (che è quello più grave) ma è chiaro che bisognerà una volta per sempre capire se sarà possibile recuperare in pieno gli atleti su cui si era puntato alla vigilia del campionato o se – alla riapertura del mercato – ci sarà una specie di rivoluzione copernicana. È certo solo che al momento non ci sono margini per sognare in grande e che bisognerà rimettere i piedi a terra per conquistare i punti che servono per una salvezza tranquilla. Una sconfitta nel calcio non pregiudica un bel niente, sia chiaro, ma aiuta a capire – perché maturata senza scampo – che è il momento di ridimensionare qualche aspettativa della vigilia. Grassadonia allora, alla luce di considerazioni che non sono personali ma scaturenti dai fatti, dovrà giocoforza puntare tutto sul gioco per cercare di mantenere ritmi alti, e per imprimere intensità alla manovra. Si tratterà di imporre il proprio gioco senza contare sull’ermeticità della difesa. Non sarà facile, ma non ci sono altre ricette per superare il brutto momento. 

A meno che proprio gli assenti – che sono tanti e qualificati – non riescano, con un colpo di coda, a smentire tutte le previsioni più catastrofiche. Lo speriamo.

Nino Ruggiero