DI NINO RUGGIERO
La Paganese non sa più vincere nemmeno in casa. Quella che era una prerogativa degli azzurrostellati, vincitori in casa per cinque volte, se ne è andata a carte quarantotto contro una Fidelis Andria ordinata e puntigliosa. Il gol che ha deciso la partita è stato realizzato dopo quattro minuti di gioco nel secondo tempo da Gaeta, ex sempre rimpianto perché negli anni scorsi rappresentava una delle note liete della squadra. Nell’occasione è stato bravo Nunzella, altro ex della partita, che ha vinto due contrasti di seguito in area tutto spostato a sinistra e a crossare un invitante pallone che Gaeta ha saputo mettere alle spalle di Baiocco. È stata una delle poche azioni da rete della partita che si è giocata su ritmi agonistici elevati, prova ne sia che l’arbitro ha dovuto cacciare il cartellino giallo un’infinità di volte. La Paganese schierata nella stessa formazione che aveva perduto a Foggia, se si eccettua il ricorso a Sussi al posto di Manarelli, non ha mai dato l’impressione di poter impensierire eccessivamente la difesa dell’Andria. Qualche azione meritevole di maggiori fortune è stata sviluppata negli ultimi minuti della gara. Quasi allo scadere del tempo regolamentare un cross di Sussi dalla destra aveva aperto le porte della speranza, ma il pallone non è stato agganciato da Guadagni a pochi passi dalla porta e, sulla ribattuta della difesa pugliese, c’è stato un fallo su Vitiello pronto a tirare in porta. Il centrocampista è stato letteralmente buttato a terra senza complimenti. Un rigore avrebbe potuto salvare la Paganese dalla disfatta ma l’arbitro è stato di diverso avviso e ha fatto cenno di continuare. C’è da dire però che la Fidelis Andria non ha rubato niente. È stata spregiudicata e continua nel rendimento, puntando sulle grandi capacità di Casoli sulla fascia destra; poi ha affondato i colpi in avanti forte della giornata di grazia di Bubas e Gaeta. Il risultato quindi non fa una grinza e la Paganese deve recitare il mea culpa perché ha disputato probabilmente la peggiore gara di questo campionato. C’è un peggioramento nel rendimento che preoccupa molto. Alcuni atleti come Firenze, Cretella e Tissoni non riescono più a fornire prestazioni di rilievo. Altri, è il caso di Schiavi e Murolo per la difesa, elementi acquistati per dare ermeticità al reparto arretrato, hanno avuto e probabilmente hanno ancora problemi di tenuta. Poi ci sono gli infortuni a Castaldo e a Diop, elementi che, assieme a Piovaccari, avrebbero dovuto costituire le punte di diamante della squadra. Non è un caso, infatti, che proprio gli attaccanti citati sono stati determinanti in partite importanti (leggi Messina, Catania, Taranto, Vibonese e Potenza) facendo valere il superiore tasso tecnico su cui all’inizio di puntava. C’è disappunto in queste ore nell’ambiente sportivo della città; disappunto, delusione e preoccupazione per il futuro della squadra. Preoccupa forse anche il fatto che Grassadonia dichiari che la squadra contro l’Andria ha dato tutto quello che poteva. La squadra pugliese, con tutto il rispetto dovuto, era ultima in classifica e sarebbe stato lecito, con tutte le attenuanti possibili sulle assenze pesanti, attendersi una prova di carattere. Che, per dirla tutta, non c’è stata. La verità – e dispiace dirlo, considerati gli sforzi fatti dalla società in campagna acquisti – è che da oggi in poi bisognerà pensare a salvarsi. SOS, save our souls direbbero gli inglesi. Tradotto in napoletano, direi: datevi una mossa!È triste, ma è così.
Nino Ruggiero