Partita dall’andamento strano, Messina-Paganese, prima gara del girone di ritorno. Un primo tempo giocato su ritmi calmi da parte della Paganese, evidentemente ancora alle prese con le scorie dell’ultima fatica sopportata appena tre giorni fa con la Turris. L’impressione che ne scaturisce è che la Paganese riesce a controllare la partita nei confronti di un Messina arruffone e scoordinato nelle sue manovre.
Ma nel calcio, si sa, non si può mai vivere di rendita e, quando si controlla la partita, bisognerebbe essere spietati in zona gol per concretizzare la presunta superiorità territoriale e tattica. Cosa che la Paganese non riesce a fare nonostante il grande impegno in avanti soprattutto di Guadagni. Poi, come spesso accade, in un’azione di contropiede al 38’ il Messina passa in vantaggio con Marginean a coronamento di una bella azione manovrata. Il rumeno è freddo, sul servizio di Fofana, controlla bene il pallone e poi lo scarica alla spalle di Baiocco; quasi una fotocopia del primo gol incassato all’andata proprio contro il Messina, con difensori imbambolati.
La Paganese accusa il colpo. Evidentemente pensava di riuscire a controllare la partita e quindi – una volta incassata l’inopinata segnatura – deve rivedere tutto l’assetto tattico.
Nella ripresa Grassadonia fa entrare subito Zito al posto di Scanagatta e più tardi inserisce Iannone e Vitiello rispettivamente al posto di Viti e Tissone. La manovra della Paganese è tambureggiante; il pareggio sembra possa arrivare da un momento all’altro. La difesa del Messina, fra le più battute del girone, stavolta regge. La porta del Messina sembra tabù per l’attacco paganese; ma è Cretella che rompe l’incantesimo quando mancano due minuti allo scadere del tempo regolamentare: il suo gran diagonale di destro fa secco il portiere Fusco. Finita? Manco per idea. Nei minuti di recupero il patatrac, con Baiocco protagonista in negativo. Così va la vita, inutile rigirare il coltello nella piaga.
Scenari futuri.
A bocce ferme, con la squadra oramai coinvolta sempre di più nella lotta per non retrocedere, bisogna pensare al futuro più prossimo che si ripresenterà il giorno 9 di gennaio con la ripresa del campionato.
Fossi in Raffaele Trapani, per prima cosa convocherei per un summit sotto l’albero di Natale, alias “capa a capa”, allenatore e responsabile dell’area tecnica, perché non ci siano fraintendimenti in tema di mercato. (Conoscendo le capacità del patron, però non è detto che non lo abbia già fatto in gran segreto).
Credo sia da capire innanzitutto cosa manca alla squadra per diventare tale innanzitutto dal punto di vista etimologico; per poi pensare a una salvezza senza patemi d’animo.
Per intanto, auguri di Buon Natale.
Nino Ruggiero