E’ durato una cinquantina di minuti il sogno della Paganese di uscire indenne dal “Nicola Ceravolo” di Catanzaro. Un primo tempo giocato all’insegna del calcio di una volta, quello che prevedeva marcature ferree, asfissianti e raddoppi sull’avversario in possesso di palla per poi ripartire in contropiede. Una tattica che ha dato i suoi frutti finché c’è stata benzina nelle gambe dei ragazzi di Grassadonia che per tutto il primo tempo hanno consentito un solo tiro pericoloso diretto scoccato da Martinelli verso la porta difesa da Baiocco, e guarda caso per un errore in ripartenza di Celesia che aveva indugiato a respingere il pallone al limite della propria area. Ma le tattiche difensive – quando incontri squadre quadrate e compatte come il Catanzaro – portano frutti se, oltre a neutralizzare gli avversari e a irretirli per marcature al limite del lecito, riesci anche a controbattere in velocità, sfruttando gli spazi che gli avversari, costretti ad attaccare, lasciano liberi. Frutti che la Paganese non ha colto e difficilmente coglierà anche nel futuro perché, tolto Guadagni fermo da tempo ai box, non ha nelle corde la velocità di esecuzione, l’estro, la fantasia e il cinismo sotto rete, indispensabili per questo tipo di impostazione tattica.
Così inevitabilmente, batti e ribatti, dopo dieci minuti nella ripresa, è arrivato il gol che poi in definitiva ha deciso la partita. Un sinistro mortifero di Biasci dalla sinistra che Sbampato non è riuscito a frenare e che ha trafitto l’incolpevole Baiocco.
Dopo aver incassato il gol, gli azzurro-stellati hanno cercato di invertire l’atteggiamento tattico ma c’è stata poca storia perché il Catanzaro ha mostrato non solo i muscoli ma anche una superiorità tecnica indiscutibile.
Chiudiamo il capitolo Catanzaro, inutile ricorrere a rimpianti. Svanito il sogno di uscire indenni dal “Ceravolo”, bisognerà guardare da subito alle prossime gare, che saranno decisive, a partire da sabato quando al “Marcello Torre” arriverà il Monterosi Tuscia. Alla fine la sconfitta con il Catanzaro poteva pure essere messa in preventivo, considerato l’indiscusso valore della squadra giallorossa, ma quello che preoccupa è il fatto che fino a questo momento anche le avversarie che sulla carta sarebbero abbordabili hanno preso a correre e a fare punti.
Per la Paganese il tempo dei rimpianti e delle illusioni di sogni irrealizzabili è svanito da tempo. C’è una dura realtà da affrontare con fiero cipiglio, con ardore, consapevoli di dover aggiungere un altro capitolo nella lunga lista dei miracoli cui la squadra nel tempo ci ha abituati. La classifica è impietosa: adesso sono nuovamente quattro le lunghezze da recuperare in termini di salvezza sia dal Campobasso, sia proprio dal Monterosi. Chiaro allora che la partita di sabato assuma un valore inestimabile per le future sorti degli azzurro-stellati. Sarà una partita dal “dentro o fuori”; i punti in palio varranno il doppio. Una vittoria della Paganese consentirebbe alla squadra di Grassadonia di arrivare a un solo punto dalla zona salvezza; un pareggio, o, peggio, una sconfitta avvicinerebbe ancora di più l’ombra dei play-out.
Possibile che si debba sempre parlare di retrocessione o di salvezza?
Nino Ruggiero