21.2.22

Le promesse non mantenute.

DI NINO RUGGIERO

Notte fonda per la Paganese che ne prende tre in casa contro il Monterosi e precipita senza paracadute verso le zone più basse e infide della classifica. Non è la prima volta quest’anno che si parla di peggiore Paganese vista all’opera; quella di ieri passa a pieno diritto nella “hit parade” delle gare che ti fanno passare la voglia di andare a vedere una partita di calcio. Contro una squadra per niente trascendentale, ma ordinata e tatticamente ineccepibile, gli azzurro-stellati non hanno mai dato l’impressione di poterla spuntare. Una pena, una sofferenza continua per lo sparuto gruppo che ancora affolla il “Marcello Torre”.

Dove è andata a finire la squadra che nel girone di andata, con tre vittorie casalinghe, aveva fatto sognare di poter ambire a più che tranquille posizioni di classifica? In confusione tecnico-tattica da qualche tempo, anche contro il Monterosi la squadra di Grassadonia ha mostrato i suoi attuali limiti avvalorati da una classifica impietosa ma forse sincera. La squadra non riesce più a trovare una sua identità, a cominciare dalla difesa che si salva solo grazie ai miracoli di Baiocco. L’intera linea difensiva è sotto accusa; forse il solo De Santis è su livelli accettabili. Il flop della difesa probabilmente è dovuto al mancato apporto del duo Schiavi-Murolo che, nelle intenzioni di chi la squadra l’ha costruita, avrebbero dovuto assicurare impenetrabilità al reparto arretrato. Lo stesso si deve intendere per il centrocampo, immaginato come terreno di governo per due registi come Vitiello e Tissone ma mai decollato; centrocampo che ha trovato per strada un buon Bensaja ma che è monco di in mediano vecchio stampo, uno di quelli che venivano definiti “rubapalloni”.

Con il Monterosi, come in altre precedenti disfatte, i collegamenti tra i reparti sono apparsi carenti e sporadici; in rare occasioni si sono contati tre passaggi di fila.

Che si può fare? L’allenatore, come accade sempre quando i risultati tardano ad arrivare, è sul banco degli accusati ma resterà al suo posto perché gode della fiducia della dirigenza. Eppure in estate c’erano state le premesse per allestire una squadra di tutto rispetto. Anche se in ritardo sulla tabella di marcia, la società aveva dato dimostrazione di ambire a qualcosa in più della solita e risicata salvezza raggiunta sempre in extremis negli anni precedenti. Acquisti di un certo rilievo autorizzavano a sperare in un campionato di rilievo. Il ricorso a Grassadonia dopo due giornate, all’indomani della cocente sconfitta con il Latina, avvalorava la tesi di una società che non si sarebbe accontentata di una semplice salvezza. Le vittorie consecutive conseguite in casa contro Catania, Taranto e Vibonese e il pareggio conquistato sul campo della capolista Bari avevano proiettato la squadra nelle zone nobili della classifica e autorizzavano a sperare in un ulteriore miglioramento. Niente di più sbagliato. Promesse e premesse non mantenute. 

Dalla trasferta di Campobasso in poi, complice anche una recrudescenza del Covid19, la Paganese ha perduto nel tempo non solo la peculiarità di squadra cui niente è precluso, ma anche pezzi importanti della sua inquadratura, probabilmente per una questione di scelte societarie, con l’avallo del suo allenatore. Così oggi ci ritroviamo con una squadra su cui si profila minacciosa l’ombra dei play-out, a meno di clamorosi inversioni di rotta. Ne sapremo di più dopo la doppia trasferta (Catania e Potenza) cui è chiamata la squadra nel giro di una settimana. Purtroppo è così.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.it